La figura del capo dello Stato conserva credibilità e rimane un punto di riferimento. L’elezione diretta del presidente piace di più agli elettori di centrodestra

(di Ilvo Diamanti – repubblica.it) – L’Italia si sta “presidenzializzando”. Lo confermano le indagini sul “Rapporto fra gli italiani e lo Stato”, condotte da Demos per Repubblica. Due italiani su tre, infatti, confidano nel presidente Sergio Mattarella. Dunque, oltre 20 punti in più rispetto al 2014, quando al Quirinale era insediato il predecessore, Giorgio Napolitano.
Tuttavia, lo stesso Napolitano, nel 2011, aveva toccato l’80% di “popolarità”. Per scendere, negli anni seguenti, in modo sensibile. Intorno al 50%. E, ancor di più, durante il governo Renzi. Una tendenza che rammenta come il ruolo del Presidente, più di ogni altra istituzione, “rappresenti” lo Stato. E, per questo, rifletta l’immagine del sistema politico. Anche in tempi di dis-incanto democratico. Caratterizzato dall’affermarsi dell’anti-politica. Un sentimento che esprime distacco e ostilità verso la politica e i soggetti che la “rappresentano”. In particolare, i partiti, insieme ai “leader”. Etichettati semplicemente come “politici”. Per questo motivo anche l’immagine del Presidente subisce gli effetti della delusione verso la politica. Dell’anti-politica. Interpretata, per alcuni anni, soprattutto dal M5S e, successivamente, dalla Lega di Salvini. In grado, per questo motivo, di intercettare il ri-sentimento dei cittadini. Proponendosi come “anti-partiti”, divenuti, in seguito, a loro volta “partiti”. Di governo. E, di conseguenza, penalizzati. In misura diversa e variabile, nel corso dell’ultimo decennio.
Per questo motivo, la figura del Presidente, pur venendo coinvolta “da” e “in” questo clima politico, “r-esiste”. Mantiene, cioè, credibilità. E, anche grazie all’autorevolezza personale di Mattarella, continua a costituire un riferimento per i cittadini. E permette alle istituzioni di r-esistere. Perché ne è il principale “garante”. Oltre e sopra le “parti”. Anche se le “parti” politiche lo valutano in modo diverso. Oggi, come emerge dal sondaggio di Demos, è apprezzato e sostenuto dalla quasi totalità degli elettori del Pd e del Terzo Polo (Azione-Italia Viva). Ma dispone di un consenso maggioritario presso la base di tutti i partiti. Prossimo al 60% anche fra chi vota per la Lega e il M5S. In altri termini, supera le divisioni politiche tradizionali e nuove.
Peraltro, la politica si è, da tempo, “personalizzata” e “presidenzializzata”. Le istituzioni locali e territoriali sono elette direttamente dai cittadini. I partiti si riconoscono e riflettono nei leader. Sono divenuti “partiti personali”, per citare una nota definizione di Mauro Calise. Per questa ragione, appare altrettanto ampio il favore verso l’elezione diretta del Presidente. Secondo il modello dei sistemi presidenziali e semi-presidenziali. Che comprende e coinvolge molti importanti Paesi. Come gli USA e la Francia.
Nell’ultimo anno, in Italia, questo sistema di s-elezione e di scelta del Presidente ha mantenuto un consenso molto largo, fra i cittadini. Ma con differenze sensibili ed evidenti, dettate, in particolare, dalla posizione politica. L’elezione diretta, infatti, risulta molto apprezzata a Centro-Destra, soprattutto nella base della Lega (82%) e dei FdI (76%). È, inoltre, condivisa dai due terzi degli elettori di Forza Italia. Non per caso, in quanto si tratta del “partito personale” (di Berlusconi), per definizione. Ma il consenso verso l’elezione diretta scende sensibilmente a Centro-Sinistra. E diviene “minoritario” fra chi vota Pd, Terzo Polo. E lo stesso M5S.
Tuttavia, il marchio “personale”, nel recente passato e nel presente, ha coinvolto tutti i partiti. Anche a Centro-Sinistra. Compreso il Pd, durante la segreteria di Renzi (il cosiddetto PdR, Partito di Renzi). Altri partiti, meno solidi e “fondati” nella società e nel territorio, nel corso degli anni seguenti, sono sorti per iniziativa personale. E sono “finiti” in modo rapido. Perché l’immagine dei leader scompare in fretta, insieme ai partiti che hanno il loro volto.
D’altronde, l’importanza della persona, cioè, del capo, è cresciuta. Anche perché i partiti e lo stesso Parlamento hanno perduto potere. La stessa attività legislativa, negli ultimi anni, è stata svolta spesso dai “capi” di Governo. Come rammenta la sigla DPCM. Decreto del Presidente del Consiglio. Una sigla divenuta popolare, nel corso dei governi Conte-2 e Draghi.
Nell’ultimo periodo, peraltro, la spinta verso l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, si è incrociata con una domanda di cambiamento “politico”, che va oltre gli schieramenti. E si è tradotta, in particolare, nell’affermazione e nell’elezione di due donne, Giorgia Meloni ed Elly Schlein, a capo, rispettivamente, del Governo e del principale partito di opposizione.
Ora, per completare questo percorso, manca un solo passaggio. Il più importante. L’ascesa di una donna al Quirinale, dopo un Presidente della Repubblica stimato come Sergio Mattarella. Magari attraverso un’elezione… “diretta”.
Sicuramente questo è il peggior presidente della repubblica che abbiamo avuto, peggio anche di Scalfaro e ci voleva tutta e di Napolitano. Vorrei sapere come fanno i sondaggi.
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Tipico sondaggio GEDI ovvero alla cax..xo….
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Peggio di Napolitano?…
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Per fortuna il P.D.R. è il guardiano della costituzione. Quante volte è stata disattesa la nostra costituzione nel 2022 e 2023, da parte dei nostri ministri???Forza andate a votare, tanto poi lo zio sam dice agli eletti cosa devono fare.
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Note – cft. anche art. 11 e 36 Cost.
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SI BUONANOTTE a certi “sondaggi”.. ma a chi piace sto SOPRAMMOBILE.
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Presidenzialismo, in Italia, significa semplicemente accentrare piu’ potere nelle mani di un politico simile a uno dei (quasi sempre) pessimi presidenti del consiglio avuti negli ultimi 20 anni. Io vedo solo conseguenze negative su tutti i fronti…
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Il “traslocatore” piace?Non è un “abusivo” come napoletano?Domanda sciocca. Ma la “carta” prevede un settennato o va a piacere?Dipende se si è trovato bene, tra stucchi e arazzi…oltre la pecunia?Ancora si deve chiarire? O è stato chiarito?Chiedo per mio cugino, che non è aggiornato sulle leggi del, io so, io.
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”E, anche grazie all’autorevolezza personale di Mattarella, continua a costituire un riferimento per i cittadini.”’
ART 85 Costituzione:
Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.
Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati [cfr. art. 63 c.2] convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali [cfr. art. 83 c.2], per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.
Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove [cfr. art. 61 c.1]. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica.
IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
NE CONSEGUE CHE NON E’ POSSIBILE RIELEGGERE LO STESSO PRESIDENTE!
Ma i nostri costituzionalisti servi del Sistema hanno letto solo ‘per sette anni’ e poi hanno deciso che ‘non c’é scritto che NON è rinnovabile, quindi si può rinnovare’.
Questo in una repubblica delle BANANE sarebbe considerato un ‘golpe’. Qui invece nessuno nota la differenza.
Se conoscete qualcuno che non trova da obiettare se c’é la rielezione dello stesso PdR (guarda caso, sempre del PD), fategli leggere l’Art.85 della Costituzione. L’Italiano è una lingua precisa, no?
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Non ho capito cosa voglia dire “avere fiducia in Mattarella”.
Ah, forse è andata così: a qualcuno hanno chiesto; ” Ha fiducia in Mattarella?”
SI/NO
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Confidano in Mattarella perchè sono nei guai. A questo punto confiderebbero in chiunque.
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Rimane sempre la domanda: come si concretissa l’ “avere fiducia” in qualcuno?
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@ zumbeld ……………Peggio di Napolitano?…
Primo napolitano, ex aequo mattarella-
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@Non ho capito cosa voglia dire “avere fiducia in Mattarella”.
Ah, forse è andata così: a qualcuno hanno chiesto; ” Ha fiducia in Mattarella?”
SI/NO NO
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