(ilfattoquotidiano.it) – Non si rassegna, Luigi Di Maio. La fine del governo Draghi non l’ha proprio mandata giù e non c’è volta in cui non manchi di ricordarlo. Intervistato da La Stampa, il ministro degli Esteri uscente ha già chiaro quanto accadrà nei prossimi mesi: “Il centrodestra vincerà, ma non riuscirà a governare, così tornerà un esecutivo a guida Draghi”. Il governo dei Migliori, parte seconda. Pare una fissazione.

Di Maio è talmente legato al premier da vedere pentimenti in chiunque: “Salvini, come altri che hanno provocato la crisi, si sta accorgendo di averla fatta grossa”. E ancora: “Dopo la vittoria, Salvini e Berlusconi andranno da Draghi a pregarlo di tornare”.

Sono gli ultimi scampoli di un’estate bollente che Di Maio ha inaugurato con la scissione dal Movimento 5 Stelle e la certezza di dar vita a un nuovo corso. Poi in breve c’è stata la caduta del governo e la bulimia di sigle e partiti – Insieme per il futuro, Impegno civico – il curioso apparentamento con Bruno Tabacci, l’intesa con i sindaci che poi l’hanno mollato, la scialuppa lanciatagli dal Pd e il crollo nei sondaggi che ormai lo danno sotto all’1%. Solidarietà a Giggino, ancora fermo al governo di SuperMario.