(Andrea Zhok) – Riassumendo.

La Corte Costituzionale del paese che comanda la Nato ha deciso che l’aborto non è un diritto costituzionale, ma un eventuale diritto legale sancito dalle legislazioni dei singoli stati, se così ritengono di fare.

Manco si è asciugato l’inchiostro che parte una delle usuali battaglie ideologiche dell’era proverbialmente “senza ideologie”.

Senza esclusioni di colpi si schierano gli eserciti dell’opinionismo a molla, ciascuno con il suo bel pacchetto di dogmi predefiniti da far valere, trattando la controparte come barbari infami.

In sostanza.

1) Come al solito le beghe interne di un paese di cui siamo colonia militare e culturale dettano l’agenda del dibattito italiano, e magicamente disoccupazione, inflazione, caos burocratico, deindustrializzazione, ecc. scompaiono dall’orizzonte, perché possiamo piacevolmente distrarci con una bella baruffa dove ci mettiamo la casacca dei Repubblicani o dei Democratici, sentendoci i crociati di chissà quale apodittica certezza.

2) Trasformiamo un dibattito umanamente delicatissimo e bioeticamente complicatissimo, come l’aborto, in un’arena dove far volare stracci e pomodori e insulti, nella più totale mancanza di ogni consapevolezza culturale, psicologica, etica e scientifica.

Et voilà, il gioco è fatto.

Ora tutti sono chiamati tassativamente a dire (telegraficamente) la loro su roba che sono totalmente impreparati a trattare, l’ennesima polarizzazione sul nulla è servita, il paese affonda una volta di più in un chiacchiericcio virtuale che potremmo condurre con eguale soddisfazione nel Metaverso.