(Roberta Labonia) – Caro Presidente Conte, così come l’ho sostenuta, a febbraio del 2021 quando, insieme a Beppe Grillo, avete deciso con il supporto di noi iscritti di entrare nel governo Draghi per senso di responsabilità verso il Paese, per posare un occhio vigile sui fondi del Pnrr e difendere le nostre misure, oggi, superato il momento critico della pandemia ed impostato il PNRR, anzi già ieri, sarebbe stato il momento di chiamarsi fuori. I segnali c’erano tutti ma non li avete colti.

Il microcosmo del mio blog, che conta più di 30mila anime, per lo più interessate alla galassia 5 Stelle, è un osservatorio privilegiato in cui il malessere, quando c’è, si fa sentire. E in questi ultimi mesi è stato assordante.

Gliel’ ho sussurrato all’orecchio ad Ardea, Presidente Giuseppe Conte, la scorsa settimana in occasione del suo tour elettorale : “è arrivato il momento di uscire” le ho detto e lei mi ha risposto serio: “devi avere pazienza”.

Purtroppo avevo visto giusto: se io e pochi altri come me della base, pur a malincuore, ci siamo predisposti a pazientare, a soffrire ancora e ancora una volta abbiamo scelto il Movimento, la stragrande maggioranza di noi, in questa ultima tornata elettorale, si è rifugiata nel mare magnum dell’astensionismo che ha raggiunto livelli da record: meno di un elettore su 2 ha votato.

È vero, le do atto che grazie alla vostra presenza nel governo Draghi la riforma della giustizia Cartabia è meno indecente, che avete difeso (e state difendendo con le unghie e con i denti) il reddito di cittadinanza e il superbonus 110, che state portando avanti battaglie di giustizia sociale sacrosante come quella del salario minimo, che avete rallentato la corsa al riarmo (l’allineamento degli investimenti in armamenti al 2% del PIL, grazie al Movimento, è stato diluito al 2028), che siete stati i primi ad alzare una voce critica atta a frenare la linea supinamente atlantista di Draghi nella guerra in Ucraina, ma tutto ciò non è bastato per porre rimedio al senso di solitudine e tradimento che ha pervaso e pervade tutt’ora chi, nel MoVimento, aveva riposto fiducia nel 2018. Troppe le umiliazioni di cui siamo stati vittima durante questo governo di “salvezza nazionale”. Nonostante le faide interne che ci hanno lacerato e le defezioni che hanno continuato inesorabili ad indebolirci, siamo ancora la forza di maggioranza relativa in questo esecutivo eppure, più o meno apertamente, siamo stati isolati e troppo spesso umiliati; a partire dall’epurazione dalla Rai al recente sgambetto in Commissione Esteri.

Oggi il Movimento 5 stelle vive il paradosso di essere percepito dal suo potenziale elettorato come traditore e servo del sistema e, dalla corsorteria partitocratica-mediatica, come corpo estraneo da espellere, dal sistema. Tutto questo con l’aggravante che dopo questa tornata elettorale anche la strada del “campo largo progressista” da lei propugnata rischia di vedervi relegati al ruolo di comparsa. Anche questo va messo in conto nelle future scelte del MoVimento altrimenti, in un tempo tutt’altro che lontano, non ci sarà più nulla da difendere, nessuna base a cui parlare se non a quella dei pochi irriducibili che, come me, non vogliono rinunciare al sogno di una società più giusta.

Rischiate di essere troppo pochi, troppo sconfitti per incidere sulle scelte di qualsiasi sarà il prossimo governo che verrà.

Alla luce dei risultati elettorali, impietosi , registrati oggi (evito, per amor di patria, di elencarli), ripartire da una franca opposizione forse è l’unica via che è rimasta al Movimento per ristabilire una sintonia con il suo elettorato d’elezione, forse la più onorevole.

Lei, Presidente, ieri ha ammesso la sconfitta e, con altrettanta onestà ne ha analizzato le cause: dalle frizioni interne generatesi con l’elezione del Quirinale, al ritardo nell’istituzione di una rete territoriale a causa dei ricorsi presso il Tribunale di Napoli promossi da pochi attivisti che hanno “congelato” la sua carica. Con altrettanta onestà ha anche ammesso che nel suo recente tour elettorale ha percepito chiaramente che gran parte della base ha mal digerito l’entrata del MoVimento nel governo Draghi. Ciononostante ha dichiarato che i 5 Stelle continueranno a sostenerlo. Noi che continuiamo ad avere fiducia in lei e a stimarla ne prendiamo atto ma, per favore, con chiarezza e trasparenza ce ne spieghi bene le ragioni e quale è l’obbiettivo che si prefigge.

La base 5 Stelle è stanca di donare sangue ad un sistema che ci vuole morti. È stanca di “avere pazienza”.