
(Alessandro Di Battista) – Aldo Grasso, giornalista e critico TV, uomo ormai impregnato fino al midollo di establishment e astio per la freschezza intellettuale altrui, mi dedica sul Corriere della Sera un pezzo sul nulla cosmico e, francamente, mal scritto. Un pezzo dall’intento denigratorio che non riesce neppure a denigrare dato che non contiene niente.
Senz’altro l’ha scritto per attaccare il Prof. Alessandro Barbero (l’invidia è davvero una brutta bestia), tra l’altro con il solito sordido giochetto: quello di estrapolare una sola frase da un podcast di quasi un’ora per delegittimare un pensiero generale. Una robetta patetica che non gli fa onore. Ma ripeto. Quando si è mossi da quel rancore dovuto alla consapevolezza di esser diventati ormai pezzi di arredamento del conformismo nostrano, si toccano livelli puerili.
Ad ogni modo ringrazio il Dott. Grasso per la favolosa pubblicità che ha fatto ad “Ostinati e Contrari”, i podcast che ho realizzato con persone che stimo immensamente e che hanno lottato (e lottano ancora) per la giustizia, per i diritti, per la cultura e per la corretta informazione. Ho intervistato Zeman, Marina Vannini, Moni Ovadia, Barbara Spinelli, Alessandro Barbero, Toni Capuozzo e Ilaria Cucchi. I podcast li trovate qui https://ilfat.to/contropod
Lo dico anche a Grasso che tra una tartina e l’altra divorata con il mignolo all’insù nell’illusione di sentirsi osservato, magari trova il tempo di ascoltarli. E forse anche di capirli.
Dibba e le visioni distorte della Storia
(Aldo Grasso – corriere.it) – Come passare alla Storia. Anche Ale Di Battista ha il suo podcast: «Ostinati e contrari» (titolo «pinzato» a Fabrizio De André). Ha intervistato personaggi come Moni Ovadia («Un ebreo contro»; contro sé stesso, verrebbe da aggiungere), Barbara Spinelli («l’europeista scomoda che accusa l’establishment») e Alessandro Barbero («il prof che vola alto»). Alto fino a un certo punto, perché nel corso del colloquio Barbero, nel rievocare la sua giovinezza comunista, ha detto: «A me non succederà mai che una falce e martello o una stella rossa possano sembrare dei simboli del male». Dillo agli ucraini!
Tutta un’altra Storia. Dibba ha anche conversato su YouTube con il prof. Franco Cardini che ha fornito una fantasiosa rilettura dello scoppio della II Guerra Mondiale, per ribadire, infine, che nella guerra in Ucraina l’aggressore è Biden e l’aggredito è Putin.
Forse, intervistando uno di sinistra e uno di destra, Dibba voleva sancire nella sua testa rossobruna il Patto Molotov-Ribbentrop del Podcast o forse, più semplicemente, non è in grado di confutare alcune visioni, chiamiamole così, distorte.
Resta aperta una domanda per gli storici del futuro: è il narcisismo o il fascino dell’horror vacui che ha spinto gli storici medievisti Barbero e Cardini ai microfoni del Dibba?
Categorie:Alessandro Di Battista, Cronaca, Editoriali, Interno, Politica
Mio Dio, è peggio di come l’hai descritto, Dibba.
Una vescica enfia di fiele e conformismo ributtante, costellato dalle caxxate di moda oggi nei peggiori bar… di Caracas? No, italiani.
Da vomito.
Mi sarei già risentita al confidenziale “Ale”.
Ma chi ti conosce? Pussa via, brutta bertuccia! (cit)
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“Pussa via, brutta bertuccia” 🤣🤣. Anail, sei unica.
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👋🏻😂
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A proposito di Barbara Spinelli…
Oggi voglio fare il Travaglio e ripescare dagli archivi il pensiero della scatenata anti atlantista Spinelli nel lontano 1999 durante la guerra nell’ex Jugoslavia.
Tenetevi forte.
Il 25 aprile 1999, sulla Stampa, BARBARA SPINELLI scriveva: “pacifisti di sinistra e neutralisti conservatori accusano la Nato e l’America di condurre una guerra solamente etica, dettata da convinzioni astratte, idealistica. Ma il vero idealismo sconnesso dalla realtà e dalla responsabilità non è in chi ha deciso finalmente di arrestare le guerre razziali di Milosevic e Seselj. E’ annidato nelle uscite di Dini contro l’America gendarme del mondo: quest’America che continuiamo a invocare perché ci dia una mano, e che poi critichiamo per come si impegna. L’idealismo senza responsabilità è annidato in una sinistra che continua a esser patologicamente attratta da Serbia e Russia, e corre a Belgrado o a Mosca per corteggiare comunisti riconvertiti al nazismo”.
La Spinelli sosteneva, come il teorico neoconservatore Robert Kagan qualche anno dopo, che l’Europa vivesse nel mondo delle nuvole e non fosse capace di “pagare prezzi per la propria sicurezza”. L’editorialista della Stampa credeva (24 gennaio) che “le guerre di oggi tendono quasi tutte a essere guerre terroriste contro i civili (molto più del primo e secondo conflitto mondiale) e dunque al dilemma non si sfugge: o l’Europa si assume il compito di pacificare le proprie aree di interesse vitale – a Est e Sud Est, a Sud nell’Algeria insanguinata dall’integralismo islamico – o sarà continuamente e necessariamente sommersa da fuggitivi e da migranti per metà economici, per metà politici. O i capi dell’Unione cominciano a pensare simultaneamente la natura delle guerre presenti e future, la natura degli esodi presenti e futuri, la natura dei nuovi nemici d’Occidente – e su questo pensare edificano una comune politica estera, una comune strategia verso profughi e migranti – o le loro democrazie vacilleranno”. E “di profughi e migranti – si lamentava la Spinelli – si occupano i ministri degli interni, e troppo poco i ministri degli Esteri, della Difesa”.
L’accusa all’Europa inadempiente rispetto ai crimini commessi da un dittatore alle sue porte era spietata: “Oggi è l’Italia che si trova sola, con un fardello assai più leggero ma che inquieta i cittadini. E’ sola e il resto dell’Unione guarda, come se non esistesse per tutti gli Stati membri un’urgenza di pensare, di agire, di assistere economicamente i democratici, nelle zone conflittuali. Naturalmente si può sempre aspettare Washington: come in Bosnia, Medio Oriente, Iraq. Ma in Kosovo l’America è senza idee, e le idee che ha sono rischiose. L’uso esclusivo dell’aviazione, la paura di scendere dal rifugio dei cieli e di avventurarsi in costose missioni terrestri, non avranno necessariamente gli effetti calmanti che ebbero in Bosnia”.
Questo delle truppe di terra era il Leitmotiv dei lunghi scritti della Spinelli, convinta che i soli bombardamenti non sarebbero stati sufficienti a destituire il dittatore. L’editorialista criticava aspramente l’Europa e l’America per non essere intervenuti prima, di non averlo fatto attraverso gli aiuti e il sostegno all’opposizione democratica del Kosovo.
La seconda accusa, una volta che si sono decisi a intervenire, era di averlo fatto con i guanti bianchi, di non essere stati disposti a morire pur di affermare un principio e di pacificare il continente. Secondo la Spinelli era colpa della sinistra post sessantottina al potere a Washington come nelle capitali europee, troppo incline all’antiamericanismo di gioventù, succube dei propri alleati filo comunisti e incapace di dare un senso tragico alle proprie decisioni. Ma a un certo punto, per fortuna, Clinton si è svegliato (25 marzo): “Si accampa il ’38-’39, ed ecco Clinton che rammenta il colpevole ritardo dell’intervento americano nel combattimento contro Hitler, e la lungimiranza di Churchill che volle ostinatamente resistere alla minaccia nazista, per molto tempo cocciuto cavaliere solitario in un mare di rinunce, di ritardanti finezze diplomatiche, di pavidi collassi dell’intelletto. Tutte queste immagini riemergono, perché in cuor loro gli europei lo sanno, anche quando i politici tacciono: questa non è una guerra simile agli altri interventi degli Occidentali dopo la caduta del muro di Berlino. Qui non è neppure il conflitto del Golfo contro il finto potente Saddam. Qui l’Occidente si mobilita contro la nazione serba, direttamente e non più colpendo sicari di Milosevic in Bosnia e Croazia: due Paesi, questi ultimi, che non possono esser equiparati al Kosovo e che avevano sovranamente invocato l’aiuto bellico dell’Alleanza atlantica”.
Quasi uno scontro di civiltà, quello invocato da Spinelli. Tanto più che l’editorialista della Stampa invitava l’opinione pubblica a non credere alle mitologie e al ruolo del Kosovo nella memoria storica e psicologica della Serbia. Quando c’è da intervenire, bisogna farlo e basta: “Inavvertitamente tendiamo a divenire prigionieri delle memorie serbe, se continuiamo a imitare il loro politicizzato rosario sacro di date dannate o gloriose. Questa lunga prigionia nelle apocalissi serbe spiega l’esiziale ritardo, con cui gli Occidentali hanno capito la Slovenia e Croazia, poi la Bosnia e adesso l’epurazione etnica in Kosovo. Eppure non sarebbe stato tanto difficile comprendere, sin da quando cadde il Muro nell’89. Non sarebbe così confusa l’idea che ci si fa oggi del Kosovo, e dei pericoli della guerra Nato. Bastava mettersi più attentamente in ascolto di quel che dicono gli ex dissidenti anticomunisti; o gli intellettuali, i cineasti, i romanzieri che hanno forgiato il pensiero epico della guerra nella nomenclatura serba. Qualsiasi dirigente dell’area postcomunista sa perfettamente la natura della minaccia, e la sua ubicazione. Lo dice da anni Havel, lo ha rammentato ieri alla radio francese il Presidente dell’Estonia. Per costoro è assolutamente ovvio, quel che accade in Kosovo: in Serbia regna l’ultimo segretario generale del comunismo europeo, e lì il Muro non cade pacificamente ma occorre farlo cadere sfoderando le armi, perché Milosevic pur di non perdere il potere ha dato vita a un ibrido efficace, postcomunista-neonazista, come il suo emulo e alleato Lukashenko in Bielorussia. Per gli europei orientali Milosevic non è Hitler, non vuol conquistare l’Europa, ma può divenire un modello per futuri dittatori rosso-bruni, a cominciare dalla potenza atomica che è la Russia”.
Per carità di patria mi fermo qui.
(Continua)
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Più che fare il Travaglio…hai fatto il Christian Rocca, ex Foglio, ora direttore de Linkiesta, che portava gran parte dell’articolo della Spinelli del 1999. E lo postava, per la cronaca, per “ironizzare” su un altro articolo, poi libro del 2003 sempre della Spinelli che faceva marcia indietro, valutando i risultati sul campo, delle guerre “giuste” per esportare la democrazia e i diritti. Quindi parliamo di una Spinelli di 23 anni fa, già smentita da una Spinelli di 19 anni fa. Se non prima. Ora, è noto, solo gli imbecilli non cambiano idea, soprattutto se i fatti dimostrano che quell’idea era sbagliata. Altra cosa la coerenza che deve essere un filo conduttore di serietà ed onestà intellettuale. È certo che rispolverando i vecchi articoli o libri di tanti, troveremmo contraddizioni e giravolte impressionanti. Immagina un Caprarica che tra L’Unità e Paese Sera, da comunista fine ’70 poi inizi anni ’80, dice “i russi mentono sempre” ( l’ha fatto un mesetto fa in Tv). Il Cialtrone lo fa oggi, dopo i bagordi a fare il gossipparo tra le sottane dei Reali d’Inghilterra, mica prima. O pensa a Sallusti, non di 20 anni fa, ma anche solo di un paio di anni fa, ad additare il Tiranno di Mosca come un Dono del Signore in salsa berlusconiana. O similia. Insomma, caro Loquasto, cosa credi di aver dimostrato? Che la Spinelli 23 anni fa la pensava diversamente? Non credi che il Potere attuale trovi più funzionale la Spinelli del 1999 a quella successiva? E pertanto perché, visto che tutt’al più ti becchi degli anatemi, la Spinelli dovrebbe fare il controcanto senza tornaconto? Non credi che il tornaconto attuale, per le loro posizioni, dei Sallusti, dei Caprarica, così come dei tanti da sempre al servizio USA, vedi Jacoboni o Riotta, o sempre al servizio di un Potere Pagante, come i Giannini, Severgnini, Fubini, Cappellini etc.etc. sia di gran lunga più sostanzioso? Poi Christian Rocca è veramente quanto di più miserabile del giornalismo nostrano. Uno squallido killer del Potere.
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Ma lascia stare Rocca, chi se ne frega di Rocca! Ero solo curioso di rileggere la Spinelli di allora e la prima cosa che ho trovato è stato quel pezzo. Quindi vai alla sostanza, OK?
“Ora, è noto, solo gli imbecilli non cambiano idea, soprattutto se i fatti dimostrano che quell’idea era sbagliata”.
Giusto.
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“L’intervento Nato in favore degli albanesi del Kosovo lo violò per primo nel ’99
(chi scrive approvò con poca lungimiranza l’intervento).”
http://barbara-spinelli.it/2022/02/
La sostanza la trovi nella stessa sua ammissione ” chi scrive approvò con poca lungimiranza l’intervento”
mi viene in mente quello che avrebbe detto John Maynard Keynes quando è stato accusato di aver cambiato idea:
“Quando i fatti cambiano, cambio idea. Che cosa fa, signore?…”.
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Cari tolleranti da strapazzo, vi riscrivo il pensiero di BARBARA SPINELLI sulla guerra nella ex Jugoslavia. Giusto un passaggio. È un esercizio di memoria anche per me, che in quei giorni andavo in piazza contro Bush e Blair.
“Pacifisti di sinistra e neutralisti conservatori accusano la Nato e l’America di condurre una guerra solamente etica, dettata da convinzioni astratte, idealistica. Ma il vero idealismo sconnesso dalla realtà e dalla responsabilità non è in chi ha deciso finalmente di arrestare le guerre razziali di Milosevic e Seselj. E’ annidato nelle uscite di Dini contro l’America gendarme del mondo: quest’America che continuiamo a invocare perché ci dia una mano, e che poi critichiamo per come si impegna. L’idealismo senza responsabilità è annidato in una sinistra che continua a esser patologicamente attratta da Serbia e Russia, e corre a Belgrado o a Mosca per corteggiare comunisti riconvertiti al nazismo”.
Buona domenica.
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e.c. Clinton
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C’è chi si ravvede,riconosce i propri errori, vede come stanno veramente le cose. Invece c’è chi persevera luciferinamente.
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Mi mancano le parolacce oggi.
Nascono servi e nemmeno quando non hanno più niente da perdere si redimono.
Morirà servo.
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Grasso che cola dal sistema,integrato nel sistema televisivo ,come la camomilla quando non riesci a digerire.
Fortunatamente non è nepputre parente del senatore.
Laureato al Sacrocuore…. figurarsi cosa ha imparato..tesi fenomenale ” critica del Cinema”…. hahha…Diba non ti perdere con questi soggetti!
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Aldo Grasso è solo uno Stronzo Grosso. Punto.
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Alessandro, magari li ascoltasse, si illuminerebbe davvero! troppo pieno di sé stesso!! sempre ammesso appunto, l’ascolto, non capirebbe proprio per quel difetto che molti “eletti da Dio”, si sentono unti da Lui!! il vocabolo modestia non è contemplato nel loro vocabolario…
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oramai è il landini degli sfigati italioti. Ci fa soldi veri. E vince pure facile, contro i palla di lardo (grazie al ca@@o).
E’ tutto così sto paese MARCIO, tutti pensano agli ALTRI che li hanno votati e li campano, con l’aggravante che hanno sempre pagato tutte le tasse (piccoli dettagli), ma nella realtà pensano solo al loro tornaconto personale.
Questo è l’ombelico der monno!
DIBBA DIBBA DIBBA. DIBBA DIBBA DIBBA!
Questo è quello che diceva e si vantava di non avere la televisione in casa (SUA). Ora però te lo trovi dentro casa tua, dentro la televisione TUA, sto balordo MIRACOLATO dalla morale PURA nel senso di PARACULA. Questo ha usato il m5s per far carriera per sè, la famosa regola del senso civico della politica a tempo determinato, per poi dare spazio anche AD ALTRI, come si dovrebbe fare nelle democrazie evolute e non in quelle sudamericane. Ma si sa, il dibba adora il sudamerica, il modello gli piace molto. Te lo credo che gli piace molto…
GLi ALTRI siamo noi, anzi lui, come cantava il grande Tozzi e io ero in prima liceo. Gli altri siamo noi, anzi LUI, il DIBBA.
PARACULO barra MIRACOLATO barra MANTENUTO. Con uno così la democrazia è sicuramente garantita, da lui, si capisce.
Questo è l’ombelico der monno… DIBBA DIBBA DIBBA. DIBBA DIBBA DIBBA!
Questo è l’ombelico der monno… DIBBA DIBBA DIBBA. DIBBA DIBBA DIBBA!
Questo è l’ombelico der monno… DIBBA DIBBA DIBBA. DIBBA DIBBA DIBBA!
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Dice che i matti gestiscono i manicomi,
Grazie per la conferma.
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il portavoce di putin, nota ANIMA BELLA.
Da pisano ti schifo.
Che sia chiaro…
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E io da pisano ti mando a cagare,
Confermi in pieno il detto:: chi non ha testa abbi gambe, spero che quelle tu le abbia.
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Grasso è ormai diventato un picchiatore seriale.
Dovrebbe occuparsi di programmi TV , format vari , fictions, e invece spara ad alzo zero su tutto quello che si muove nell”orizzonte mediatico.
5*, giornalisti e scrittori non allineati coll’ establishment, ora anche storici accademici, sono diventati oggetto delle sue invettive.
( escluso il suo vicino di giornale Mieli).
Caro Grasso, dici che Barbero vola alto.
Barbero , da buon medievalista, semplicemente interpreta i fatti cercando di vederli nella loro dinamica fatta di economia , rapporti sociali, stati d’animo, aspirazioni di uomini e di popoli.
Barbero è allievo di Marc Bloch, grande storico francese fucilato dai tedeschi perché faceva parte della resistenza.
Ecco , se penso a Grasso e ai tipi come lui, non faccio fatica a vederlo tra i firmatari del Manifesto della Razza.
Invece i tipi come Barbero li vedo tra i Resistenti di ogni epoca.
Il Corriere è ormai in caduta libera.
Gianni
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Apparentemente non c’entra niente con l’argomento, ma venerdì notte è scomparso
Angelo Chessa, presidente del comitato per verità sul disastro Moby Prince.
In un paese normale Grasso dedicherebbe a lui qualche articolo e si chiederebbe come mai a distanza di tanti anni non si sappia chi c’era quella notte in quella rada a Livorno.
Gianni
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E quale carriera avrebbe fatto Di Battista? Per caso è stipendiato da soldi pubblici o vive del suo lavoro? I miracolati sono quelli pagati per fare politica ,senza farla, da 30 anni. ….citofonare a Salvini, Letta, Meloni, Renzi, Berlusconi…..l’ unico miracolo è la loro capacità di convincere gli italioti che quello sbagliato e miracolato sia Di Battista e non loro. ……..sai che meglio un morto in casa che un pisano all’ uscio!
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È il solito coglione montatore d’impalcature,
Un poveretto, la natura non è stata benigna nei suoi confronti, sicuramente è tutta colpa dei livornesi.
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Ahahahahahahahahahahah Alessandra, attenta al detto, meglio un morto in casa che un pisano all’uscio?
Conosci la risposta?
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@Alessandra
è chiaro che se lo paragoni con i cagliostro anche io divento fan del dibba. Suvvia.
Stavo facendo considerazioni sul SENSO DEMOCRATICO dell’idea di partecipazione dal basso che il Dibba ha professato a chiacchiere per almeno 10 anni sullo scooter elettrico in giro per l’italietta, ma che nella pratica NON riesce ad applicare MAI, perchè significherebbe rinunciare in parte e solo in parte al proprio orticello di visibilità che vuole tutto e solo per sè. Dare cioè spazio ANCHE ad ALTRI da sè. Altri/altro da sè, questo è il problema.
Voglio dire che il senso della sua democrazia dal basso è LUI. Per i prossimi anni, nel senso di DECENNI, lo vedrai da ogni parte in tv, in ogni buco possibile, proprio come i soliti noti che non a caso sono soliti noti da 20 anni. Stessa razza. STESSA RAZZA.
Lascerà MOLTISSIMO SPAZIO AI NUOVI GIOVANI uno così. Proprio come un landini qualunque.
Con il Dibba la pluralità d’informazione in tv vedrà tanti altri dibba al posto del dibba, cioè uno, il Dibba. Lui e solo lui. La famosa partecipazione democratica e pluralità di idee, che al Dibba piace tantissimo. In teoria però, perchè poi la pratica è altra cosa…significherebbe far partecipare anche ALTRI…ma è necessario rinuciare almeno un po’ a sè…
Secondo te, se lo chiameranno in tv, rinuncerà per un giro??? Sogna, ragazza, sogna…
STESSA RAZZA dei soliti noti. STESSA RAZZA.
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Poveretto, l’invidia ti corrode,
Posso capirti, nascere perdente non dev’essere piacevole,
Molti altri, come il dibba non sono stati rieletti nel 2018 pur essendo stati 5 anni in parlamento, sai elencare chi dei non eletti è riuscito a costruirsi una posizione, grazie alle sue capacità, economica e sociale come il dibba?
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@andrea
Immagino fisico nucleare ma anche se fosse uno storico sarebbe uguale ed è perfettamente inutile continuare a opinare su questioni aleatorie cioè vacue ma fatte coagulare sui quotidiani, dove queste ampie situazioni sono atomizzate su singoli individui, tra l’altro, distanti anni luce fra loro per cultura, età e bagaglio di verve rivoluzionaria a prescindere dal colore dello spettro solare che, di nuovo, si appanna a dividere et ad imperare sulle capoccie nel stre e su quelle che dirigono i calessi pubblici, stando seduti nei palazzi del potere (vecchio come il cucco) perché di origine comunale e signorile e anche perdendosi lungo 7 /8 secoli di storia nel cercare di individuare dentro se stessi, dentro il comune, dentro la società e dentro il mondo un filo conduttore che dia un solo senso e quindi una verità possibile a questa narrazione politica che piove da svariati catafalchi.
Detto questo a mio parere valido solo perché l’ho pensato (il rimando al cogito ergo sum dovrebbe risultare superfluo) , cioè partorito con la mia mente, restano incognite apotropaiche e antropologiche.
Se lei è piasano capirà o conoscerà la logica doppia del puttaniere, quello che macina donne come se fossero olive e crede nella morale, (quindi se ci crede per lui è giustissima e sacrosanta) della botte piena e della moglie ubriaca .
Con questa morale di retaggio e la moralità (parolona!!) Di superficie, dove crede che si possa andare: in bocca al lupo o da San Francesco ? da Sant’Orsola o a Colonia a chiudere il V sigillo?
A vestirsi di armature per continuare a credersi invisibili in questo mondo che ha proprio sputtanato tutto di se stesso ?!
Auguri, anche perché sono d’accordo con lei!
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Comunque, Grasso è Grasso, il Corriere della Sera è il Corriere della Sera, e dibba non è ………….
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Il livello di follia nel mondo occidentale è salito al massimo. I politici locali stanno cominciando a dichiarare apertamente la necessità di fornire armi nucleari a Kiev. E questa è la prova che è tempo di mettere saldamente al loro posto tali annunciatori della catastrofe mondiale, in modo che anche nei loro pensieri abbiano paura di pensare a sedizioni
L’ex ministro degli Esteri polacco, e ora membro del Parlamento europeo, Radoslaw Sikorski, ha suggerito che l’Occidente consegnasse le armi nucleari agli stessi pazzi e criminali a Kiev come lui. “Dato che la Russia ha violato il Memorandum di Budapest, credo che l’Occidente potrebbe fornire all’Ucraina testate nucleari. In modo che possa tutelare la sua indipendenza”, ha detto Sikorsky in onda al canale Espresso TV, sottolineando che l’Europa non ha reagito in alcun modo alla violazione delle garanzie di sicurezza dell’Ucraina e non ha fatto nulla per compensare le perdite.
Tale affermazione testimonia non solo il fatto che i servizi psichiatrici in Polonia non sono professionali e non tengono traccia dei loro clienti, ma anche dell’impunità di persone come Sikorski che fanno discorsi che dovrebbero, se non isolamento in ospedale, almeno a lungo in luoghi non così lontani. Ma peggio di tutto, questo personaggio non ha paura di balbettare sulle armi nucleari, perché sente dietro di sé un potente gruppo di supporto in questa materia.
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😂😂😂
Altro che benzina sul fuoco….questo è un vero kamikaze. I russi hanno dichiarato che verranno colpiti i Paesi fornitori di razzi a medio raggio nel caso questo colpissero la Russia.
Ecatombe nucleare ☢️ 2022!
Magari lui è uno di quelli che spera di cavarsela rifugiandosi in qualche bunker……
chissà che bel pianeta che si ritroveranno i Potenti post atomici?
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Vero o falso?
Se posta il link per favore..
Vorrei ben dire ! Che è il senso nella vulgata di benedire; si legge di santone, che scempiaggini!! La razionalità della coscienza difficilmente può essere dogmatizzata , se non appunto come forza bruta e quella del guerraggiarsi in contrapposizioni antitetiche quanto statiche (bella forza!) La coscienza che ragiona, cioè intellettivamente perspicace è l’alimentatrice naturale del dubbio, dubbio che genera una nuova struttura di ragionamento rispetto alla precedente , anche se non del tutto ma, almeno diversa in parte o sotto diverse angolature.
La coscienza che nel suo porsi e opporsi r da se stessi verso l’esterno e viceversa e, in relazione alle risposte o a ciò che percepiamo dal vasto spazio multiforme (lezione di scienze delle medie) genera il dubbio sulla veridicità, sulla casualità e frequenza e sulla natura e violenza (viulenzaaa virulenta) di impatto su ciò che ci circonda con le nostre questioni dirimenti o meno.
Il dubbio strutturerà un nuovo ragionamento su cui verrà edificato altro anche a livello psico fisico, cioè sul livello cognitivo, emotivo e comportamentale più o meno sperimentale; e sulla sperimentazione comportamentale purtroppo vi sono sia cristi che Diavoli a categorizzare da secoli, comunque vi è anche la sperimentazione comportamentale personale che se Dio vuole si può porre in antitesi deboli o forti, con categorie prestabilite dal sistema o da ciò che resta di tradizionale e come sempre: cadranno asinibe qualcuno di fermerà all’indice.
NON È POSSIBILE AVERE UN PARLAMENTO DI IDIOTI IN WUANTO IGNIRANTI CONE INCISTATI (TERZA MEDIAAAA???!) A GESTIRE LA COMPLESSITÀ DEL MONDO CHE RICADE VOLENTE O NOLENTE ANCHE SU DI ME!! CHE IDIOTI!
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La censura itaggliana e poi dicono che non c’è
https://www.rt.com/news/557040-west-ukraine-nuclear-weapons/
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Mi piacerebbe tanto che Di Battista facesse qualcosa. Si candidasse da qualche parte, concretizzasse, insomma.
Girare il mondo, scrivere libri e pontificare nei confronti di chi, bene o male, “fa”, è molto facile, remunerativo ed anche divertente,ma rischia di stufare prima o poi.
Mi viene sempre in mente l’interrogativo… fatale:
“E quindi?”
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