(Pietrangelo Buttafuoco) – Visto che i combattenti dell’Azov – asserragliati all’Azovstal – si ritrovano buon per loro dalla parte giusta, malizia vuole che si possa fare un lusinghiero paragone con gli eroi dell’Alcazar, cameratescamente a loro affini, senza tema di far dispetto all’atlantismo. Ed è una magnifica pagina militare quella dell’Alcazar di Toledo, al tempo della Guerra Civile di Spagna. È l’assedio – dal 21 luglio al 27 settembre 1936 – in cui sono costretti i cadetti dell’accademia sotto il fuoco del Fronte Popolare, ovvero i comunisti sostenuti dall’élite borghese e dall’internazionale rossa. Ottomila miliziani con la stella dei soviet contro 1.082 tra cadetti, loro istruttori e qualche civile. Alla difesa dell’Alcazar, alla testa dei mille, c’è il colonnello José Moscardo che ogni sera, nel chiudere la giornata disperata, immancabilmente invia al generalissimo Francisco Franco un dispaccio – “Sin novedad en el Alcazar” – fino alla vittoria finale, per ripetere: “Sin novedad en el Alcazar”. E così è all’Azovstal, ogni giorno: “Niente di nuovo all’Azovstal”.