(Giuseppe Di Maio) – Cominciano ad aggredire, ma li stavamo aspettando. Non è solo il volto violento della destra (anche quello, sì), ma è un cetriolo a 5 stelle che ormai non tollerano più. Durante i giorni gloriosi del Movimento in continua ascesa, temevo che da un momento all’altro a Di Maio gli trovassero qualche grammo di coca nella giacca, che Di Battista lo scoprissero con delle escort d’accatto, che Grillo fosse accusato di furto e corruzione. Temevo che, se il M5S avesse espugnato lo Stato, avrebbero messo bombe sui treni, veleno nelle tubature, e portaerei davanti alle nostre coste (quelle ci sono già). Invece hanno solo trovato due carriole di sterro nell’orto di Luigi, Dibba s’è sposato e fa vita privata, a Grillo hanno incastrato il figlio, ma non hanno potuto fare niente di più. Non c’è altro modo che menarli.

Se è veritiero l’aforisma di Gandhi, “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”, le aggressioni ai rappresentanti 5S ad Afragola, a Nardò, l’auto incendiata a Taranto, appartengono alla terza fase. Perciò potremmo pensare ad un passaggio obbligato per la vittoria finale. Ma in Italia siamo capaci di smontare tutte le certezze che vengono da fuori; noi qui siamo in un mondo parallelo, dove non attecchisce regola, dove la lotta di classe ha aspetti di inaudita ferocia. Qui la politica si fa con inneschi di bombe, assassinî, minacce a mano armata. Fioriscono le associazioni segrete, le congreghe, le logge, le mafie: le decisioni si prendono dappertutto salvo che nei luoghi della democrazia.

Non c’è un solo telegiornale che parli delle aggressioni ai 5S. Il popolo fa paura, il Movimento fa paura, e adesso fa paura Conte, che riempie le piazze e ha riempito la confusione a 5 stelle di obiettivi sicuri. Fa paura Virginia Raggi, che se aggancia i primi due posti in classifica tornerà a fare il sindaco di Roma. Una sciagura, un cetriolone che metterà in ginocchio il malaffare senza più benzina. Ma chi è Silvio Rossi? Chi è questo nome immaginario, il nuovo Pinco Pallino sulle schede elettorali del tg2? Non era forse Mario, Mario Rossi, il nome usato in opposizione a Giovanni Bianchi, e a Giuseppe Verdi? E come mai (lo riporta il solito Fanpage) nei moduli facsimili per le iscrizioni online ai centri di formazione professionale in Lombardia compaiono i nomi di Benito e Benita Mussolini? L’aggressione è palese, ma usano ancora i loro piccoli trucchi, sono ancora i soliti italici cialtroni. Ancora vigliacchi, che agiscono nell’ombra, che bruciano i cassonetti, i tmb… gli autobus. E il ponte?