Leggiamo sui giornali che al caso Durigon, Mario Draghi penserà al ritorno dalla pausa estiva. Indiscrezione piuttosto interessante che solleva alcune ipotesi sull’atteggiamento del presidente del Consiglio che sottoponiamo al giudizio dei lettori.

(pressreader.com) – di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano – Leggiamo sui giornali che al caso Durigon, Mario Draghi penserà al ritorno dalla pausa estiva. Indiscrezione piuttosto interessante che solleva alcune ipotesi sull’atteggiamento del presidente del Consiglio che sottoponiamo al giudizio dei lettori.

1. Stremato. È stata tale la fatica di questi mesi che Draghi appena messo piede nel buen retiro umbro avrebbe impartito severissime disposizioni agli stretti collaboratori, del tipo: fino a Ferragosto non voglio seccature, sbrigatevela voi.

2. Distratto. Stretto collaboratore: presidente, ci sarebbe il caso Durigon? Draghi: Durigon chi?

3. Manzoniano. Tacere, sopire, troncare. E poi, lasciare sbollire, affidarsi alle amnesie agostane dei giornali (tranne uno). Anche perché la pausa estiva finisce quando lo decide lui.

4. Machiavellico. Durigon è un problema di Salvini: se non lo risolve s’incasina con i suoi. Ma più passano i giorni e più Durigon è un problema di Pd, grillini e Leu: se la loro mozione di sfiducia fosse bocciata ne uscirebbero molto più deboli. In ogni caso, Draghi sarebbe più forte.

5. Decisionista. Nel caso non fossero Durigon a togliere il disturbo e Salvini a gestire la patata bollente, ma comunque prima che si arrivi a un voto parlamentare assai scivoloso per maggioranza e governo, toccherà giocoforza a Draghi risolvere il problema. Perché il premier è lui e il sottosegretario Durigon un suo sottoposto. Potrebbe fare una di quelle gelide e secche telefonate di cui si favoleggia, una cosa del tipo: mi dispiace ma voglio le sue dimissioni entro stasera, clic. Sarebbe un atto di elementare decenza politica, e non solo politica, poiché un membro del governo che ha giurato sulla Costituzione repubblicana, sorpreso a espettorare sulla pubblica piazza l’apologia del fascismo, e del fascistissimo Arnaldo Mussolini, insultando la memoria di due magistrati assassinati dalla mafia, da quel governo deve essere quanto prima cacciato. Anche perché quel tizio non ha ancora avuto il coraggio civile di chiedere scusa. Salvini (muto di fronte a una tale vergogna) farà fuoco e fiamme? Pazienza. Salvini minaccia di far saltare il banco? Difficile che arrivi a tanto ma se un governo andasse in crisi per un Durigon, o quel governo vale poco o c’è un impresentabile che conta troppo.