(Roberta Labonia) – Oggi il Fonzie de noantri ha pensato bene di dare buca a Giuseppe Conte che, dopo il suo attacco feroce al Senato sulla cosiddetta “cabina di regia”, strumento suggerito dalla UE per monitorare l’utilizzo dei fondi europei del Recovery Fund, ha aperto ad una verifica di Governo con tutte le forze politiche che lo sostengono. Oggi il senatore semplice di Scandicci mi ricorda il Michele Apicella di “Ecce Bombo”, quello che, invitato ad una festa, chiedeva all’amico : “Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Perché diciamocelo amici, lui, il fonzie nostrano, sta solo cercando di rimanere a galla. Abbaia agli alleati di governo, soprattutto a Giuseppe Conte (che invidia profondamente, ne son convinta), ricordandogli, un mese si e l’altro pure, che le sorti del Governo dipendono da lui. Che ancora “ce l’ha duro”, per dirla alla Bossi.

Ma al politico di Rignano sull’Arno di far cadere il governo non gli passa neanche per l’anticamera del cervello, Mattarella è stato chiaro: se cade il governo si va a votare e per lui, oggi, equivarrebbe all’estinzione politica.

Il 40% di consensi che lo incoronò vincitore delle elezioni europee del 2014 sono un ricordo lontano: oggi galleggia, con il suo micropartito imbastito in corso di governo, fra il 2 e il 3%, ma si fa forte dei 30 deputati e 18 senatori che rispondono a lui, questi ultimi sostanziali per la tenuta del governo Conte II. Gente che però, da come la conosco, dubito si farebbe harakiri per soddisfare le smanie di protagonismo del suo capobastone caduto in disgrazia.

Ve li immaginate, l’ex tesoriere del pd Bonifazi, l’ex Ds Faraone, l’ex democristiano Rosato, una volta usciti trombati dalle urne, dover tornare a lavorare come i comuni mortali ? Non ci credo neanche se lo vedo. Perciò mi sembra chiaro che lo starnazzare dell’ex segretario piddino, l’ex Presidente del Consiglio bruciatosi sull’onda di un referendum costituzionale kamikaze nel 2016, altro non è che il tentativo di guadagnare qualche posizione nella gestione di quei 209 miliardi del R.F. che, ormai è certo, arriveranno.

Per certi versi il fonzie de noantri lo trovo patetico. Quasi mi vien da consolarlo. Pensate, oggi tutti, nella maggioranza, ne prendono le distanze, compresi i suoi ex compagni piddini. E anche quello che sembrava un idillio con il cazzaro verde all’opposizione, l’urlatrice della garbatella glielo ha stoppato sul nascere. Un “personaggetto” come Calenda, un altro innamorato di se, lo ha quasi doppiato nei consensi.

E poi, vogliamo parlare del fronte procure? Babbo glielo hanno condannato insieme a mamma per fatture false ed è ancora sotto indagine nell’inchiesta Consip. Infine, come non fosse già abbastanza, la procura di Firenze ha pensato bene di aprire un’inchiesta sui fondi della Fondazione Open, quella che la stampa ha ribattezzato da tempo “la cassaforte renziana” e lo sta indagando, insieme ai suoi fedelissimi Mariaele Boschi e Luca Lotti (quest’ultimo rinviato a giudizio sempre nell’ambito del caso Consip), perché ritiene siano stati beneficiari di un sistema di finanziamento illecito.

Ahh, dimenticavo: sotto indagine ci sono finiti anche l’ex presidente della Fondazione Alberto Bianchi e l’imprenditore, altro suo fedelissimo, Marco Carrai. Se in questi giorni vi capitasse di incontrarlo per strada, il senatore semplice di Scandicci, ditegli due parole di conforto, in questo momento più sfigato di lui c’è solo paperino.