Dire “no no no”: il vero talento della Ravetto

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Se anche non dovesse produrre conseguenze epocali nella politica italiana, il trasferimento di Laura Ravetto (più altri due) da Forza Italia alla Lega ha se non altro il merito di averci detto una parola definitiva sul mistero delle testoline televisive che fanno no, no, no. Leggiamo infatti sul Corriere della Sera che agli esordi sul piccolo schermo, la battagliera avvocata di Cuneo avrebbe potuto fare molto di più, secondo il giudizio inappellabile del presidente-padrone nonché suo mentore: “L’ho richiamata perché non scuote la testa quando parlano i comunisti”, l’avrebbe strigliata Berlusconi. Al che la parlamentare novella avrebbe replicato: “Non so se scuoterò la testa, perché così mi è più facile scuotere l’avversario”. Frase comprensibilmente contorta, in ogni caso meglio non contraddire il datore di lavoro. Eppure rivelatrice di come e perché l’arrembante Caimano avesse escogitato un possibile uso mediatico della testa, sostitutivo della precipua funzione per cui essa è stata creata, quella cioè di contenere il cervello. Personalmente, insieme a Ruby Rubacuori proclamata in Parlamento nipote di Mubarak con entusiasmo travolgente dalla falange forzista, ritengo lo scuotimento di capocce, “quando parlano i comunisti”, lo stigma di quel ventennio di cui oggi a sinistra qualcuno sente perfino nostalgia. Nella mia classifica di oltraggi corporali ritengo insuperabili i no, no, no sapientemente ritmati da Daniela Santanchè, mentre per restare in tema non mi convincono le smorfiette di Daniele Capezzone (ma sarebbe come paragonare Martufello a Totò).
Rimembranze apparentemente futili ma utili se servissero a dare una scossa, questa volta benefica, a quanti non ricordano, o preferiscono non ricordare la vergogna di un ventennio e dei suoi bavagli. A coloro che oggi nella maggioranza di governo, con la speranza di puntellare la maggioranza di governo, tentano di rivalutare la figura dell’ex Cavaliere come modello di mitezza e probità, rammentiamo tre nomi: Biagi, Santoro e Luttazzi. Cacciati dalla Rai con l’editto di Sofia, e del disonore. Quanto alla Ravetto ne comprendiamo la ritrosia all’ipotesi di trasformare il no, no, no in un sì, sì, sì “quando parlano i comunisti”. Massì Laura, meglio un mojito (e una candidatura sicura).
Tolleranza – Tolleranza – Tolleranza.
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ediesse5
nel senso di casa?
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Carissimo Adriano 58 SI.
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Il diavolo fa le Pentole ma il Padellaro le rettifica!
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Angelo per favore fammi da corretttore, che questo è un disastro
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E dico PENDOLE, per i più zelanti
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A Padellaro ex direttore dell’>Unità sfugge quanto siano insuperabili in scuotimento di teste (testoline?) i grillini quando interloquiscono con un avversario….
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Ex direttore dell’Unità è una medaglia sul petto, Bruna Gazelloni. Mica stai a dire ex direttore di Libero.
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Ma la testa della Ravetto è troooooppo ciondolante!
Capisc’a me
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Si si ho capito…
(con intonazione usata da Troisi in chiesa rivolto alla Sandrelli).
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Mai notato scuotimento alcuno, forse perché rallentato dalla presenza del cervello.
Nelle forziste nulla ostava il movimento. Zero ingombro.
Facilitato anche da spina dorsale inesistente e fili a braccia, gambe e bocca.
Soprattutto BOCCA.
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🤣🤣🤣
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Bruna, vaffa
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Quindi Salvini nel 2023 darà spazio prima alla Ravetto che ai suoi? Vedremo che fine farà questa, (cadrà in piedi eh, e la manterremo noi perché avrà il vitalizio, se non muore prima), ma secondo me in Parlamento lo vedrà di nuovo col binocolo.
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Cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia.
Se la cantano e se la suonano.
Poi passerà a FDI con la stessa nonchalance.
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Guardatele come sorridono queste arpie, pensando a come prendono per i fondelli milioni di Italiani che neppure se ne accorgono
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Tralasciando il giudizio sulla foro,
ma è così
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