(Giuseppe Di Maio) – Non so chi sia il manipolo di persone che decide sugli articoli del Blog delle stelle, né la netiquette a guardia della linea. Le regole un po’ ondivaghe fondate sulla fiducia cominciano a fare acqua da tutte le parti. IL Blog, almeno questo è scritto chiaramente, dà spazio agli organi del Movimento, a tutti quelli che hanno un ruolo politico e/o amministrativo. Questa pagina d’informazione è un vero e proprio organo di partito, qualcosa che potrebbe ricordare, e senza il ghigno che faccia distorcere il muso, ciò che è stato l’Unità per il PCI, o la Pravda per il PCUS.

Il M5S ha festeggiato il suo compleanno, e San Francesco, patrono d’Italia, ha fatto da padrino anche al Movimento. A molti ieri è saltato in mente di scrivere due parole sull’anniversario, e siccome non abbiamo giornali cartacei e televisioni, ognuno di noi se l’è scritto sulla sua pagina social, sperando che qualcuno sbirciasse per dare un’occhiata. Casaleggio Junior no. Lui ci ha pensato, e ha deciso di spiegare il suo pensiero sull’organo ufficiale del Movimento. Sia chiaro: non ha scritto solo due parole per commemorare il 4 ottobre, per celebrare la storia di quest’avventura politica. Lui, ispirato da una più che legittima pietà filiale, ha tracciato a modo suo gli ideali del M5S passato, e finanche quello futuro.

Ognuno di noi, semplici iscritti come Casaleggio J, non avrebbe accesso al Blog delle stelle per dire la propria. Ognuno di noi ha donato qualche lira e un po’ del suo tempo alla politica del M5S. Ho dato e non rinnego, anche se non stiamo qui a calcolare se 100 sia uguale a 1, perché dovrebbe essere sufficiente il senso della gratuità del dono. Ognuno di noi per dire la propria deve aspettare il tempo degli incontri istituzionali, a breve si spera quello degli Stati Generali. Oppure, può scrivere quello che pensa sulla sua pagina social, come qualunque altro cittadino. Ma se volesse far suonare la sua voce più forte di quella di qualsiasi altro iscritto non lo potrebbe fare. Pure se sono il figlio di Casaleggio? Il fondatore del Movimento, e ho il dovere di ricordare a tutti ciò che mio padre voleva, e temeva per la sua creatura? Non ho forse il dovere di ricordare il sogno di cittadinanza che si realizza attraverso la democrazia digitale? E magari anche fare la voce grossa?

No, Davide, non puoi: fatti una pagina fb. Dettare come hai fatto la linea del Movimento, e obbligarlo a non diventare partito, è un intervento di incontestabile sapore padronale, qualsivoglia siano le idee che lo hanno ispirato. Sono anni che con la mia voce afona ho sperato che Rousseau diventasse finalmente proprietà del Movimento, e domani del popolo italiano. E devo dire che ci avevo visto giusto. Sono anni che ho sperato che il Movimento diventasse partito per selezionare con più rigore una classe dirigente, e per creare dei nuclei territoriali in cui si elaborasse il mandato politico, e ci avevo visto giusto. Avere dei portavoce senza “voce” da portare, ed essere soggetti a una cosa impalpabile, a un’organizzazione digitale il cui webmaster può dettare la linea, è una cosa che non possiamo più sopportare.

La tua bocciatura di ogni inevitabile evoluzione, con l’ammonizione che la trasformazione in partito possa generare interesse privato, è appunto un’idea privata, che non deve avere una voce più forte delle altre. E’ mia convinzione invece che l’interesse che si cela nell’animo umano possa essere meglio controllato con la struttura partito e la capillarità territoriale, e non con l’inconsistenza irresponsabile di un click. Solo che qualunque cosa pensiamo io e te dev’essere uno dei tanti contributi alla discussione, pur se commisurata al valore e alla popolarità di chi l’ha pensata. La comunità degli iscritti (anche dandoti atto che è stato merito di tuo padre aver facilitato la costituzione di questa assemblea) è l’unico padrone, ed è anche l’unico padrone delle decisioni presenti e future.