(Dott. Paolo Caruso) – Ora che gli strali del cannoneggiamento mediatico a favore del No sono cessati vista anche la superba vittoria dei SI, i cosiddetti “giornaloni”, unico ceppo informativo riconducibile alle stesse proprietà editoriali, hanno creduto di potere trasportare l’informazione nell’agone politico perdendo così ulteriormente obiettività e credibilità, e evidenziando ancora una volta quanto grande sia il loro il servilismo nei confronti di certa politica e delle lobby. Del resto non è una novità  che dietro il mondo dell’informazione ci siano i poteri forti a tutela dei propri interessi e a discapito di una libera e corretta  informazione. Basta risalire ai gruppi editoriali e alle proprietà dei giornali  come “Il sole 24 ore” (confindustria), “Il gruppo di Repubblica, la Stampa, l’Espresso, Huffington Post”, (Agnelli-FCA), “Il Giornale” (Berlusconi), “Il Messaggero”, “Il Mattino” e “il Gazzettino” (Caltagirone), il neonato “Domani”  (De Benedetti), infine  “Libero” (Angelucci, noto politico immobiliarista e imprenditore della sanità privata), per capire realmente  quali siano le condizioni del giornalismo italiano. Tali condizioni sono ormai così radicati nella società che nessuno o pochi riflettono su quel dato estremamente negativo  quale è l’accentramento dell’informazione in pochi gruppi editoriali in perenne conflitto di interessi. Così il potere finanziario e la politica elargendo  ingenti somme di denaro pubblico la fanno da padrone, sottomettendo gli interessi collettivi  a logiche di bottega e imponendo agli addetti ai lavori obbedienza, fedeltà e assoluto conformismo. Il quadro risulta veramente sconfortante con una crisi ormai irreversibile dell’editoria che soffoca con i suoi diktat  sempre più la libera informazione, rimanendo così l’Italia maglia nera nell’apposita classifica internazionale.