(Stefano Rossi) – L’incredibile caso dell’intercettazione del 2013, tirata fuori nel 2020, dopo che l’interlocutore è deceduto, dalla quale emerge che il relatore di quella sentenza ha dichiarato che si è trattato di una sentenza pilotata, e pure dall’alto, ci induce a due pacate riflessioni.

Primo. Il livello morale e professionale della magistratura è oltre la soglia di tollerabilità! E’ inutile che il dott. Sabella ricordi il sangue e i sacrifici di molti magistrati che hanno onorato tutta la magistratura. A questo punto è solo retorica. Nessuno può cancellare la memoria dei tanti caduti e dei tanti giudici dabbene. Quello che emerge dagli ultimi fatti di cronaca ci induce a pensare che non si tratta più di poche “mele marce”, qui il marcio sta interessando tutta la cesta ed il rischio è che le poche “buone” comincino a marcire.

Secondo. Il Movimento 5 Stelle ha sul piatto d’argento l’occasione per riscattarsi e far vedere all’intero Paese di essere all’altezza di riformare la parte malata che deve essere curata. Non basta fare proposte. E’ ora di agire. La riforma del CSM non può più aspettare. Il Pd, è chiaro, frena e temporeggia. E’ parte in causa. A questo punto si deve prendere una decisione drastica: o riforma o tutti a casa.

Non credo che i piddini, abituati a stare al governo come le cozze sugli scogli, vorranno far cadere il governo e spianare la strada a Salvini e compagnia. Qui si gioca il futuro del Movimento. Ora. O mai più!