(Tommaso Merlo) – Salvini protesta contro la fase 2. Dall’alto delle sue conoscenze epidemiologiche, vorrebbe riaprire tutto e subito. Non ha proprio imparato nulla da mesi di errori politici ed insiste cocciutamente a speculare sull’emergenza. Una fine che ricorda molto quella di Renzi che crollò a seguito di una lunga serie di errori che ignorò sistematicamente. Tra gli errori di Salvini, quello sulla pandemia è certamente il più clamoroso e rischia di rivelarsi il più letale. Salvini non ha capito la gravità e la complessità della pandemia. Non ha capito che si tratta di un fenomeno inedito, globale, ancora nel vivo e destinato a trascinarsi fino ad un vaccino o a delle cure. Per questo specula e lo fa senza rendersi conto di come gli si sta ritorcendo tutto contro. La grande maggioranza di cittadini sono molto responsabili e prudenti essendoci in gioco la loro vita e quella dei loro cari e mal digeriscono certi colpi di testa e certe sceneggiate propagandistiche. Ma l’ex Ministro dell’Interno non coglie e minaccia di violare il lockdown e di portare i suoi followers superstiti in piazza il primo maggio. A sentire Salvini il restare a casa non sarebbe più un atto di responsabilità verso gli altri e verso chi sta lottato per noi in prima linea, ma una violazione della nostra libertà personale. Farnetica di piano di ricostruzione nazionale ed invoca la rivolta al grido di “fateci uscire, guadagnare, lavorare” come se di colpo i soldi venissero prima della salute e come se il governo godesse a ridurre i cittadini in povertà. Non manca una strizzatina d’occhio alla Cei in nome di una libertà di culto tanto cara ai veri cristiani come lui. Chiacchiere al vento, propaganda spicciola mentre fuori imperversa una drammatica realtà. Migliaia di morti, migliaia di problemi, migliaia di dubbi. E mentre Salvini colleziona figuracce, la strategia di contenimento del governo sta funzionando, il gradimento di Conte è ai massimi e buttar via settimane di sacrifici collettivi sarebbe una follia. Serve prudenza, serve dar retta alla scienza e a tutti coloro che hanno a cuore la vita dei cittadini e non il “guadagno”. Ma Salvini insiste, cocciutamente. Acciecato dall’odio verso Conte che gli ha strappato i pieni poteri. Convinto che un’opposizione responsabile sia roba da perdenti. Illuso dal proprio ego di essere infallibile dopo anni di consensi alle stelle. Bei tempi. Oggi i sondaggi lo danno in caduta libera e la sua leadership appare sempre più appannata. Per questo Salvini ha fretta che salti questo clima di unità nazionale, ha fretta di tornare su qualche palco, come se il suo tramonto dipendesse dall’assenza dalle piazze e da qualche nuovo tour elettorale. Proprio come Renzi che fino alla fine le provò tutte, perfino col treno. Ma non funziona così. La credibilità non si conquista con la propaganda, ma coi fatti e i comportamenti. E una volta perduta e quasi impossibile riconquistarla. Salvini con questa pandemia ha dato una prova politica penosa e gli italiani lo stanno punendo voltandogli le spalle. Se non riuscirà a capirlo e a cambiare drasticamente rotta, lo attenderà presto la fine di Renzi.