(Tommaso Merlo) – Feltri conferma come la sottocultura razzista contro i meridionali sopravviva ancora sotto la cenere. Che i meridionali siano inferiori non lo pensa solo Feltri ma tutto il sottobosco politico leghista. Ieri come oggi. La novità è che egli ultimi anni sono sbarcati i negri al nord e così i terroni sono diventati il male minore. La Lega è stata fondata da Bossi che col tricolore si puliva il deretano. Salvini lo ha osannato per anni combattendo in prima linea per l’Indipendenza della Padania. Fatti, non chiacchiere da comizio. Poi però è successo qualcosa di epocale. Tra le nebbiose strade della Padania ha cominciato a girare gentaglia ancora peggiore dei terroni. Baluba africani neri come il carbone, musi gialli, bangladesh, latini di ogni risma. Di tutto. Roba che in confronto un siciliano sembra uno svedese. Uno shock tremendo. Nasce da qui la grottesca svolta leghista da partito secessionista a partito nazionalista. Nuove paure, nuova politica. Nuovo nemico, nuovo partito. Dalla Padania alla patria, dai fazzoletti verdi al tricolore, dall’odio versi i meridionali a quello verso gli immigrati. Dalla coerenza al marketing elettorale. Con Salvini in tour elettorale permanente da Roma in giù, ad elemosinare voti in quella terra che fino a qualche anno prima definiva Africa. Con cittadini del sud che ci cascano pure. Illusi che il razzismo verso di loro sia finito mentre è stato solo messo da parte per convenienza politica. E un domani – quando la fobia dell’invasione dei baluba cesserà – potrebbero riemerge anche le mire secessioniste che negli ultimi anni si son camuffate da “autonomia regionale”. A pensarla come Feltri sono ancora in molti in Padania. Quello che è rivoltante è che gli facciano dire certe porcherie in televisione e sui giornali. Su quegli organi d’informazione che dovrebbero difenderci dall’odio e dalle fake news, quel giornalismo “professionale e di qualità” che dovremmo preferire a quel letamaio che gira in rete. Feltri viene definito un “maestro” dai suoi colleghi. Viene lodato, viene invitato nei talk-show da decenni e gli viene data corda tra gli sghignazzamenti dei presenti. E Feltri è solo uno dei tanti personaggi che monopolizzano il dibattito pubblico e che compongono un vero e proprio regime moribondo e che si sostiene a vicenda. Un regime che dalla disperazione di stare a galla si è fatto sempre più volgare ed aggressivo, puntando sulla spazzatura invece che alla qualità. Per far parlare di sé, per raccattar pubblico a buon mercato. Giornali, televisioni, politica. Provocazioni, risse, scandali. Una competizione a chi la spara più grossa e che spesso li porta a superare il limite della decenza. Come ammettendo in televisione il proprio razzismo di matrice leghista e la convinzione che i meridionali siano inferiori.