
(Giancarlo Selmi) – È un destino avverso quello che condanna Mattarella a fare “moniti” in tempi sbagliati. O meglio: a dimenticare di farne alcuni a vantaggio di altri.
Ci chiediamo tutti come sarebbe andata a finire se, all”indomani delle dimissioni di Giuseppe Conte e del suo secondo governo, che non aveva ancora ricevuto il voto avverso delle Camere, invece di dare l’inutile e tattico “mandato esplorativo” a Fico (sapeva benissimo ciò che avrebbe fatto Renzi), avesse rimandato Conte al voto del Parlamento, accompagnandolo con quel “pungente ed efficace monito” che, invece, tenne nel cassetto riservandolo a Draghi.
Avrebbe rispettato la Costituzione, della quale è custode e, forse avrebbe svolto la funzione di Presidente di tutti gli italiani e non solo di alcuni di essi, passando alla storia come uno “al di sopra delle parti”. Invece lui “delle parti” rimase sotto. La maledizione dei moniti ritardatari o assenti continua. Ci saremmo aspettata qualche parola sui massacri in Medio Oriente, ma l’attesa è stata vana.
Invece non si è fatto attendere il paragone fra i russi che persero 26 milioni di vite per fermare un pazzo scatenato, con il pazzo scatenato che avevano fermato. Non si fece attendere da lui, un cattolico dichiarato, l’ordine ai nostri aerei di partecipare ai bombardamenti di Belgrado. E il monito non giunto sul medio oriente è stato sostituito dalla totale benedizione al riarmo e all’invio di armi, anche offensive, alla Ucraina e alla presunta democrazia mediorientale. Strafottendosene di ciò che potrebbe pensare sul tema il popolo italiano. Ma è la regola della rappresentanza, direbbe qualcuno. Ma è il rispetto della Costituzione, direbbe qualcun altro.
Insomma è condannato a essere in ritardo, quando non fuori luogo. E dire che di lui si dica un gran bene. Che il pensiero unico lo accrediti come figura illuminante e illuminata. Ci accontenteremmo che, invece di illuminarci, custodisse e garantisse la Costituzione, suo vero lavoro. Dei suoi non centrati moniti, faremmo a meno, preferiremmo 100 volte che ergesse una diga per il rispetto dell’art. 11 della Costituzione, per esempio. O che rimandasse indietro più leggi, a partire da quella sulla sicurezza.
Ma, tant’è purtroppo. Però almeno in questo caso gli italiani possono dire di non averlo votato. E io di questo distinguo mi accontento. Fu imposto da Di Maio e Guerini, credo che basti. Non è il mio presidente.
L’attuale PDR ha smesso di essere il presidente degli italiani quando ha ultimato il suo settennato.
Con la fantasiosa ri-elezione (Napolitano docet) è diventato ricattabile e ora, probabilmente, si può supporre chi lo ricatta.
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Art.85:
Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.
Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati [cfr. art. 63 c.2] convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali [cfr. art. 83 c.2], per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.
Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove [cfr. art. 61 c.1]. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica.
L’Italiano è una lingua piuttosto PRECISA.
NUOVO VUOL DIRE DIVERSO DA QUELLO DI PRIMA.
Non parlano infatti di ‘nuova presidenza’ ‘nuovo settennato’ ecc, ma di una PERSONA.
E lo stesso Matty, così come prima Re Giorgio, ha ripetuto decine di volte che era impossibile un bis perché costituzionalmente non previsto.
Il che ci lascia con due opzioni:
-1 o non conosceva la costituzione che per 7 anni ha difeso (impossibile, è stata fatta per essere capita da chiunque)
-2 oppure aveva ragione e l’ha disattesa poi.
E non parliamo nemmeno di altre porcherie, come la firma del Rosatellum anti-M5S a meno di 6 mesi dalle elezioni, o della più recente autonomia differenziata largamente incostituzionale ma lui l’ha firmata ugualmente, ignorando i poteri concessi dall’art 74:
Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere [cfr. art. 87 c.2] chiedere una nuova deliberazione.
Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.
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Art.85:
Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.
Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati [cfr. art. 63 c.2] convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali [cfr. art. 83 c.2], per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.
Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove [cfr. art. 61 c.1]. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica.
L’Italiano è una lingua piuttosto PRECISA.
NUOVO VUOL DIRE DIVERSO DA QUELLO DI PRIMA.
Non parlano infatti di ‘nuova presidenza’ ‘nuovo settennato’ ecc, ma di una PERSONA.
E lo stesso Matty, così come prima Re Giorgio, ha ripetuto decine di volte che era impossibile un bis perché costituzionalmente non previsto.
Il che ci lascia con due opzioni:
-1 o non conosceva la costituzione che per 7 anni ha difeso (impossibile, è stata fatta per essere capita da chiunque)
-2 oppure aveva ragione e l’ha disattesa poi.
E non parliamo nemmeno di altre p0rcherie, come la firma del Rosatellum anti-M5S a meno di 6 mesi dalle elezioni, o della più recente autonomia differenziata largamente incostituzionale ma lui l’ha firmata ugualmente, ignorando i poteri concessi dall’art 74:
Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere [cfr. art. 87 c.2] chiedere una nuova deliberazione.
Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.
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La stragrande maggioranza (per non dire la totalità) dei costituzionalisti si è espressa a favore della legittimità della rielezione già ai tempi di Napolitano, una dozzina di anni fa, ma chi saranno mai questi professoroni che hanno passato la vita studiando, analizzando ed interpretando le norme fondamentali dello Stato, di fronte all’ultimo dei Mentecatti che sventola il suo dizionarietto dopo aver visto un video sull’internette, pensando che quello sia tutto ciò che c’è da sapere sull’argomento?
Però, se si è convinti di essere nel giusto, tale presunta incostituzionalità può sempre essere denunciata da chiunque (chiunque abbia quattro lire da regalare ad un avvocato e non abbia paura di farsi ridere dietro dal mondo intero, s’intende).
Vai Circo Togni, sei tutti noi.
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1- Non mi faccio dare del mentecatto da un nazista che applaude ai metodi da GESTAPO degli ucronazi.
2- non tutti i costituzionalisti hanno appoggiato i bis: Gaetano Azzariti: “Un rischio il bis al Colle: 14 anni tempo da regime” – Il Fatto Quotidiano
3- la Costituzione parla chiarissimo perché diretta a chiunque capace di leggere.
4- gli stessi interessati negarono la possibilità di una rielezione, in maniera più o meno esplicita:
Mattarella ostenta il grande distacco dal Quirinale. Si sposta a Palermo e mostra gli scatoloni pronti
Irritato dai partiti che “strumentalmente” lo tirano per la giacca, il presidente torna nella sua Sicilia. Da sei mesi ripete ad ogni occasione che non è disponibile al bis
Massimiliano Scafi 23 gennaio 2022 – 06:00
Seccato. Infastidito perché i partiti continuano a usare «strumentalmente» il suo nome. Irritato perché cercano metterlo dentro manovre strane, a infilarlo nelle liste segrete del toto Colle nonostante lui si sia chiamato fuori, pubblicamente, una trentina di volte. Basta, qui ci vuole in taglio, ha spiegato ai suoi consiglieri, e allora via, fuori, lontano, nella sua Sicilia. Un’ora di aereo, cinquecento chilometri, il mare in mezzo: Sergio Mattarella prende le distanze fisiche, oltre che politiche, dalla scelta del suo successore.
Il capo dello Stato infatti è arrivato stamattina a Palermo e ci resterà, fanno sapere dal Quirinale, «almeno due o tre giorni». Domani seguirà dalla sua casa panormita le operazioni di scrutinio della prima votazione e da lì si occuperà pure del trasloco nella sua nuova abitazione romana nel quartiere Salario, previsto per gli inizi di febbraio: il suo mandato scade il 3. Intanto, per rinforzare il concetto, Giovanni Grasso, consigliere per la comunicazione e direttore dell’ufficio stampa, pubblica su Twitter una foto di sacchi grigi della spazzatura e di scatoloni pieni di carte e oggetti destinati a Palazzo Giustiniani, che ospiterà il nuovo ufficio di Mattarella da senatore a vita. «Weekend di lavori pesanti», scrive.
Dunque, quando gli oltre mille grandi elettori depositeranno le loro schede per scegliere il tredicesimo presidente della Repubblica, il dodicesimo presidente non sarà in sede. Chissà, forse pensa che la prima non sarà la seduta decisiva. O magari è un modo per sottolineare ancora che quella partita non lo riguarda. Sono sei mesi che Mattarella ad ogni discorso, ad ogni uscita pubblica, ripete di non essere disponibile per un bis. I motivi sono di ordine costituzionale: sette anni sono già troppi, figuriamoci quattordici. Siamo una Repubblica, non una monarchia. E se è vero che c’è il precedente di king George Napolitano, supplicato dai partiti di entrambi gli schieramenti a restare ancora un po’ e convinto controvoglia alla ragion di Stato, è anche vero che due eccezioni diventano una nuova regola, uno stravolgimento di fatto delle corrette procedure istituzionali. Uno strappo alla Carta.
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Disse il mentecatto…
p.s. 💣 “Attentato bomba a Mosca, ucciso il generale russo Fanil Sarvarov: Usati 300 grammi di tritolo. Sospetti sui servizi ucraini”. Che la terra gli sia lieve.
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esticazzi?
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Sì si, è proprio anche il tuo, che ti piaccia o no.
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