(Dott. Paolo Caruso) – “I maiali di Biden”, così Putin ha apostrofato gli europei, minacciandoli in caso di attacco alla Russia di essere pronti a scatenare una guerra atomica, con missili già piazzati in Bielorussia e puntati sulle nostre città. Chi avrebbe immaginato fino a che punto potesse spingersi la diplomazia o meglio la sua mancanza? Intanto a Bruxelles anche se molti Paesi della UE erano d’accordo a fare propri gli asset russi, pari a 210 milardi di euro in titoli di Stato, obbligazioni, quote societarie, riserve monetarie, crediti russi custoditi per buona parte nella banca belga, è prevalso il buon senso cioè quello di evitare di ” rapinare ” il malloppo russo creando dei precedenti avversi al diritto internazionale. Una scelta pericolosa che avrebbe potuto provocare ritorsioni a catena da parte di Mosca sul sistema bancario e imprenditoriale europeo e che per l’ Italia avrebbe riguardato Unicredit, Banca Intesa, e aziende come Ferrero, Barilla ecc. Ungheria e Slovacchia vicini agli interessi dello “Zar” hanno posto da subito il veto. L’ Italia ha scelto la linea moderata, e c’era da aspettarselo. Infatti Salvini e la lega hanno incalzato la Premier Meloni minacciando la tenuta del governo. Si è così preferito evitare l’ appropriazione degli asset russi come danni di guerra e le conseguenze legali, approvando a tale scopo un debito comune europeo di 90 miliardi di euro. Putin infatti riconosce il “diritto internazionale” e vi si appella solo quando gli conviene. Del resto come affermato anche dal democratico Ministro Tajani tale diritto vale fino a un certo punto. C’è proprio da stare tranquilli! Ma “il sangue” minacciato dalla Russia per un domani e citato dalla Polonia, a che cosa espone i Paesi europei? Siamo entrati in un vortice dal quale non ci è facile uscire e ci si può aspettare il peggio. Intanto l’ inaffidabile Trump, ancora una volta, non dà segnali di resipiscenza. Sta a cantare le sue glorie, le sue otto vittorie come, dal balcone del suo palazzo, faceva l’imperatore Nerone, accompagnandosi con la cetra, davanti allo spettacolo di Roma in fiamme. Cosa possiamo ancora aspettarci da questa Europa soffocata da una economia di guerra se non un ulteriore impoverimento dei suoi popoli? Nessun negoziato di pace, nessun orgoglio di Unità europea, ma solo un comportamento servile nei confronti dell’ ex alleato americano. Finendo così per essere schiacciata come un vaso di terracotta tra due vasi di ferro, di memoria manzoniana.
Cosa possiamo aspettarci invece noi Paese Italia da questo Natale 2025 ? Oltre una situazione di precarietà del mondo del lavoro e l’ emigrazione di tanti giovani laureati verso Paesi esteri, un ulteriore declino morale legato alla corruzione, una diminuzione degli spazi di libertà, una intolleranza della politica meloniana nei confronti della magistratura, della Stampa e di tutti gli organi di controllo, e che portano nel primo caso al calo demografico e all’ impoverimento socio economico, e nel secondo caso ad una democratura di stampo ungherese.