
(di MICHELE SERRA – repubblica.it) – Non ricordo un solo allenatore di calcio che, quando la sua squadra perde, scarichi la colpa sul predecessore. Sarà fairplay, sarà ipocrisia, sarà spirito di corporazione, fatto sta che non accade. E anzi: capita spesso che l’allenatore in carica, davanti ai microfoni, faccia riferimento “al buon lavoro di chi mi ha preceduto”.
In politica accade l’esatto contrario: è sempre più frequente sentire leader che scaricano ogni responsabilità sui governi precedenti. Tendenza antica quanto mendace, come tutti i falsi alibi: “Io sto facendo bene anzi benissimo, non ne sbaglio una, ma purtroppo ho ereditato un disastro dagli imbecilli e dai corrotti che hanno governato prima di me”. È il rovesciamento storico di “dopo di me il diluvio”, la frase attribuita a Luigi XV di Francia. Meglio dire “prima di me il diluvio”.
Eccellono in questa pratica al tempo stesso ignobile e puerile i boss sovranisti, ovviamente Trump su tutti. Perché per quanto questo sputare sul nemico sconfitto risulti disgustoso ai cittadini dotati di raziocinio e di buona educazione, è una pratica perfettamente funzionale al racconto del mondo che fanno i populisti di destra: il mondo stava andando a rotoli perché la democrazia è decadente, con le sue regolette noiose e inefficienti. Ora finalmente il popolo, destandosi dal suo letargo, mi ha incoronato, e se il presente non è ancora radioso è solo per colpa di chi, immeritatamente, ha governato prima di me.
Comodo, no? Se questa Amaca dovesse contenere una corbelleria, o un errore di sintassi, la colpa non è mia. È di chi ha scritto sui giornali prima di me, rovinando il giornalismo.
Io invece non ricordo nessun allenatore di calcio che dopo aver perso sonoramente la partita pretende per la propria squadra i 3 punti . Ciò vi ricorda qualche evento bellico in corso ?
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