(di Massimo Gramellini – corriere.it) – Pagare il dovuto a tempo debito è un reato di dabbenaggine severamente punito dalla legge. Mancava però ancora una norma che estendesse questo principio alle assemblee di condominio. Il Ddl targato AC 2692, appena sfornato dalla maggioranza, prevede che il creditore di uno stabile potrà rivalersi sui condòmini che hanno regolarmente versato le loro quote e si troveranno così costretti a coprire anche i debiti dei morosi. Siamo alla consacrazione definitiva della figura del Solito Fesso. Vi appartengono coloro che pagano le multe, le bollette e le tasse entro la scadenza, anziché lasciarle fermentare nel cassetto in attesa del condono.

Poiché, nonostante tutti gli sforzi fatti, lo Stato non era ancora riuscito a distogliere il Solito Fesso dalla brutta abitudine di saldare i conti, ecco profilarsi questa riforma che si basa sulla sacrosanta esigenza di tutelare chi non viene pagato, ma soprattutto chi pensa che a pagare debba essere sempre qualcun altro: il Solito Fesso, appunto. A costui viene magnanimamente concessa la possibilità di riavere indietro i soldi dai condòmini più attendisti tendendo loro un agguato sulle scale, dal momento che l’alternativa — pretendere un decreto ingiuntivo — è stata resa ancora più lenta e difficile, anche per armonizzarla con i tempi dei tribunali, dove l’unica certezza del diritto riguarda la durata dei processi: la stessa di un thriller di Stephen King, ma con meno colpi di scena, perché tanto si sa già chi è il colpevole. Il Solito Fesso.