
(Giancarlo Selmi) – Nella logica armamentista risiede praticamente tutta l’attuale politica italiana. Escludendo il Movimento 5 Stelle con il suo leader Giuseppe Conte e poche altre eccezioni, tutti sono concordi nel ritenere urgente e necessario il riarmo. Il nostro ministro della difesa ha cominciato a parlare di “leva” volontaria, distruggendo il significato della parola leva, non perché non ne conosca il significato, ma con l’intento di abituare la gente all’eventualità della guerra.
Tutto avviene poco a poco, come si inserisce una supposta di grandi dimensioni. Scusate la volgare metafora, ma è l’unica che mi viene in mente. Il ministro della difesa fino a tre anni fa rappresentava le industrie delle armi, era un piazzista, un venditore di armi, oggi le compra lui stesso con i soldi dello stato. Lui stesso firma le commesse. È accompagnato, nella sua campagna subliminale e di marketing, a giustificazione degli acquisti, dalla intera informazione televisiva e stampata (con l’eccezione di Travaglio e delle illuminanti analisi di Caracciolo e di Orsini).
Con l’intervento di conclamati guerrafondai, di diffusori seriali di minchiate atomiche, di opinionisti al soldo dei produttori di morte. Come definire la Signora Tocci, presidente o direttore di un centro studi di geopolitica, che svolge la sua opera intellettuale a supporto della necessità e ineludibilità del riatmo, in tutte le televisioni? Visto che il centro che le paga lo stipendio ha come principale finanziatore un’industria delle armi che si chiama Leonardo? Non è la sola, purtroppo.
Sono stato chiamato integralista perché ho scritto che Giuseppe Conte è oggetto di una ostile, massiva e aggressiva campagna di stampa. Da parte, soprattutto, delle penne, degli opinionisti e perfino di chi fa satira, che hanno come area di riferimento quella della destra PD. Ho chiesto di confutare le mie affermazioni, non lo hanno fatto. Per un motivo: non lo possono fare perché è vero. Conte costituisce un baluardo per chi ripudia la guerra e per l’articolo 11 della nostra Costituzione che si sta oltraggiando.
Ed è un riferimento per chi pensa che sia prioritario difendere il potere di acquisto dei salari, il diritto alla salute e la qualità della sanità pubblica, il diritto alla educazione e la qualità della scuola. Che sia prioritario, insomma, difendere la qualità della vita degli italiani, la competitività delle nostre imprese e non mandare tutti in guerra contro nemici immaginari o nemici che dispongono della miseria di 6.000 testate atomiche. Perché quando i soldi per le armi si trovano, è assolutamente logico pensare che si possano trovare per il resto.
E nel resto ci sono anziani che non si curano più, fragilità varie, disabili e tanta, troppa gente che non mette insieme il pranzo con la cena. Invece di votarli, i guerrafondai, a cominciare da quelli al governo, mandateli tutti al fronte.
Purtroppo il M5S e Conte sono altamente urticanti e screditarli è una pratica molto diffusa! Siamo ancora contro il sistema e dobbiamo essere distrutti per questo! I martiri purtroppo esistono quando non si adattano allo schifo! Bell’articolo👏👏👏
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Conte è una brava persona e sarebbe un buon capo governo (lo ha già dimostrato) ma paga gli errori del passato, quasi tutti fatti da sltri. Poi, non è in grado di bucare lo schermo e arrivare alla pancia degli elettori. Lui va alla testa, ma sono troppo pochi quelli che la usano o la vogliono usare! Quelli fetente di Grillo lo sapeva fare ma si è screditato e venduto!!!
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Concordo. Però… ci sarebbe un certo Dibba che però pare si sia dedicato anima & corpo all’ionformazione ‘alternativa’ con la quale, si vede, ritiene di viver meglio. Personalmente lo andrei a prendere a casa e lo sbatterei a calcioni nel Q-lo di nuovo nel M5S. Ma a ‘sto punto (veramente lo penso da anni, ma vabè) inizio davvero a sospettare che ci sia un qualche accordo ‘segreto’ per tenerlo lontano: non sia mai che poi il M5S diventasse il partito politico veramente più votato in Italia, sai dopo che casino spiegarlo a Washington e a Bruxelles? Ma soprattutto, sai dopo spiegarlo agli italioti come mai il loro voto finisce nel cesso (perché Washington e Bruxelles vincono sempre e comunque!)…?
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Dirò di più, cara Mokj.
E’ ora – nelle prossime settimane, non fra un mese! – di indire una manifestazione oceanica (senza bandiere) contro questo disgustoso dibattito strisciante e insistente che vuole farci ingoiare l’inevitabilità della guerra con annesso riarmo, invio di micidiali pacchetti bellici, progetto di leva ecc. ecc., con tuuutte le conseguenze finanziarie e ricadute sul welfare (in aprile sono stato operato a un occhio e la visita di controllo me l’hanno stabilita per maggio ’26).
Ci hanno già francamente sminuzzato gli zebedei! E’ giunto il momento di smettere di parlare e andare in piazza in misura addirittura maggiore dell’ultima “chiamata pacifica alle armi” VS tutti coloro che stanno apparecchiando il futuro di guerra di un intero continente.
E l’organizzatore capofila dell’evento deve essere il M5S. In attesa che aderiscano, per cominciare, la miriade di sigle della società civile e poi anche partiti che lo vogliano, magari smettendo di discutere su falsi problemi di antisemitismo di ritorno (ogni riferimento al Pd è chiaramente voluto).
Non possiamo stare a guardare! Tutti gli organismi dirigenti di periferia del MoV si attivino per tempestare la direzione generale con richieste esplicite di mobilitazione nazionale. ORA! NON FRA UN MESE!
Eccheccaxxo!!!
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assolutamente siiiiii!!! Inoltro la tua proposta e tutti noi dobbiamo cercare di inoltrare ai vari gruppi territoriali più saremo e più possibilità avremo che ci ascoltino!
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“Io non imbraccerò il fucile”: così chiamerei una manifestazione senza bandiere cercando di far leva sui giovani. In Ucraina e in Russia quelli che sono morti sono soprattutto giovani, tempo fa Biden o uno dei suoi aveva insistito affinché la leva includesse già i sedicenni!
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Difficile, la gente è distratta, presa da cose irrilevanti: social, aperitivi, serie TV e campionati vari. Si appassiona alla cronaca nera, alle veline e ha la mente frammentata, non è in grado di collegare cose semplici e vota, chi lo fa, in base a principi elementari spesso senza o senza più senso: destra-sinistra, immigrazione, e ha imparato a tollerare i ricchi che rubano ed a odiare i poveri che lo fanno.
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Diciamo che mr b ha fatto un gran bel lavoro rin..glio…do gli italiani, riempiendo le loro insignificanti testine di azzate mostruose, futili e pericolose difatti il risultato è un popolo quasi tutto in balia di uno sgoverno farabutto che si beve tutto e sono pure contenti e mazziati! 🤬🤬🤬🤬
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Lui ha fatto sicuramente un gran lavoro ma, basta vedere cosa succede negli altri paesi UE per capire che questi mutamenti sociali sono di una portata molto maggiore e non dipendono da singoli personaggi.
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Condivido il “pensiero” di Giancarlo Selmi…punto Pero’ poi bisogna che ci si renda conto che al nostro M5S, come ho gia’ scritto piu’ volte nei miei precedenti commenti, manca quello che parla alla “pancia” dei Cittadini…e questo è un limite che ci deve far riflettere…Ho voluto sentire Santoro, condivisibili o meno le sue analisi, ieri sera…….poi DiBa l’ altra sera…che ha messo alle “corde” Rampini……. il loro modo di parlare con grinta…ma anche un pochino il loro gesticolare….penso che sia quel valore aggiunto che necessiterebbe al nostro M5S….!!! e poi vogliamo costituirlo questo benedetto Comitato per il…NO…..o vogliamo affidarci solo al dott. Grosso….???
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Io chiedo a Conte di essere più radicale a tale proposito e di sposare le tesi di Travaglio e orsini : sciogliete la Nato e mandare via gli americani con le loro basi ,aprire i rapporti commerciali con Russia e Cina .
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Oggi l’Ucraina è diventata vittima sacrificale di un’Europa che è fallita
di Alessandro Orsini
L’Europa, che avrebbe dovuto isolare la Russia, si ritrova isolata. La guerra in Ucraina spiega un fenomeno che Wilhelm Wundt ha chiamato “legge dell’eterogenesi dei fini”. Secondo Wundt, può capitare che gli uomini si dirigano verso fini diversi da quelli che perseguono consapevolmente, a causa degli effetti secondari o delle conseguenze non previste delle loro azioni. In altre parole, gli uomini si uniscono per raggiungere un obiettivo, ma poi devono fare i conti con il contrasto delle volontà umane (quella di Putin) e con le condizioni oggettive (mancanza di armi). La conseguenza è che le istituzioni deviano spesso dai loro scopi originari, sviluppando nuove motivazioni che, talvolta, rappresentano un tradimento degli ideali di partenza. Robert Michels ha messo a fuoco questo fenomeno, studiando il Partito socialdemocratico tedesco che, nato per difendere la democrazia, diventa un’oligarchia.
Secondo Michels, la forza dei lavoratori è nell’organizzazione. I deboli possono sperare di battere i forti soltanto unendosi. I forti possono combattere in pochi perché hanno le risorse, mentre i deboli devono combattere in tanti perché hanno il numero. Dunque, i lavoratori hanno bisogno di un apparato di funzionari che coordini le proteste contro i capitalisti in virtù delle sue competenze tecniche. Il risultato è che tutti i poteri decisori della massa vengono trasferiti ai dirigenti, rendendo illusorio l’esercizio democratico. Si verifica così un fenomeno paradossale: se aumenta il potere dell’organizzazione, aumenta anche il potere dei capi sindacali e di partito, i quali si distaccano dai luoghi produttivi e dalle masse, abituandosi a una vita di privilegi. Michels ha riassunto la sua “legge ferrea dell’oligarchia” nel suo capolavoro, La sociologia del partito politico nella democrazia moderna (1911): “Chi dice organizzazione dice tendenza all’oligarchia. È insito nella natura stessa dell’organizzazione un elemento profondamente aristocratico. Il meccanismo dell’organizzazione, mentre crea una solida struttura, provoca nella massa organizzata mutamenti notevoli, quali il totale capovolgimento del rapporto del dirigente con la massa e la divisione di ogni partito o sindacato in due parti: una minoranza che ha il compito di dirigere ed una maggioranza diretta dalla prima”. Simmel ha messo a fuoco lo stesso fenomeno, citando il caso del diritto. I bisogni della vita creano il diritto per codificare certi comportamenti, ma poi il diritto sviluppa una logica interna indipendente dai bisogni della vita, secondo il motto fiat iustitia, pereat mundus (sia fatta la giustizia e perisca pure il mondo).
Parlare di eterogenesi dei fini per chiarire il fallimento dell’Unione europea è un po’ assolutorio giacché ciò che sta accadendo in Ucraina era prevedibile. Scoppiata la guerra, questa rubrica invocava una trattativa con Putin sulla base di tre previsioni: 1) La Russia sovrasterà l’Ucraina; 2) gli Stati Uniti e la Russia si metteranno d’accordo scavalcando l’Europa; 3) L’Italia riceverà soltanto danni. Davanti a questo fallimento smisurato, la strategia annunciata da Kaja Kallas nel discorso del 22 gennaio 2025 assume un senso: operare affinché l’Ucraina combatta il più a lungo possibile così da dare all’Unione europea il tempo di riarmarsi. Gli effetti secondari dell’agire hanno modificato gli scopi originari: l’Unione europea si era lanciata nella guerra per salvare l’Ucraina, ma adesso lavora alla sua distruzione prolungando la guerra a tutti i costi, anche per non ammettere la sconfitta. Povera Ucraina, vittima sacrificale di un’Europa fallita.
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Formidabile ! Bacio accademico e lode continuata !
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MARCO TRAVAGLIO – CHI È CAUSA DEL SUO MAL – IFQ- 9 dicembre 2025
O tempora, o mores! Signora mia, ma ha sentito cosa dice di noi bravi europei quel cattivone di Trump? E quel Musk, mamma mia che impressione! Dove andremo a finire! E giù insulti, improperi, anatemi, macumbe, bandierine europee sui social e nuove marcette col Manifesto di Ventotene usato come ventaglio.
Ecco: se le classi dirigenti e intellettuali europee pensano di affrontare la sfida lanciata dagli Usa non sabato, ma 30 anni fa, con la strategia della lagna, consolandosi con le scomuniche all’amico che finalmente si scopre nemico per evitare l’autocritica, hanno già perso.
Se invece vogliono ottenere qualche risultato, cioè fare eccezionalmente gli interessi dei cittadini europei, dovrebbero partire dalla brutale realtà: i danni che gli Usa potranno farci in futuro non sono niente al confronto di quelli che ci hanno già fatto col nostro consenso.
Il paradosso è che il presidente Usa ci cazzia per aver sempre obbedito agli Usa. Bisognerebbe prenderlo in parola e piantarla, anziché seguitare a farlo con lui.
Gli diciamo no quando dovremmo dirgli sì perché ci conviene: sul piano di pace per l’Ucraina, continuando a finanziare e ad armare un regime terrorista che ci ha fatto saltare i gasdotti Nord Stream con la complicità di Usa e Polonia e fa di tutto per trascinarci nella terza guerra mondiale. E gli diciamo sì quando dovremmo dirgli no perché non ci conviene: abbiamo sostituto il gas russo col Gnl americano che costa il quintuplo; abbiamo subìto i dazi Usa al 15% anziché rivolgerci a mercati in espansione che non vedono l’ora di fare affari con noi, tipo Cina, India e gli altri Brics; promettiamo il 5% del Pil alla Nato e compriamo armi Usa per regalarle a Kiev e aiutarla a perdere altri uomini e territori, distruggendo la nostra economia; e – contro lo stesso volere degli Usa – mettiamo a repentaglio l’euro con piani illegali di rapina degli asset russi, che dovremo poi restituire e pagare pure i danni.
Nel nuovo (si fa per dire) mondo dominato dalla legge del più forte, la regola di ogni negoziato dovrebbe essere quella di Pertini: “A brigante, brigante e mezzo”. Trump ci bullizza? Noi dovremmo essere altrettanto bulli: riprendere a comprare gas russo, aprirci ai mercati Brics, disdettare l’accordo sul 5% di Pil alla Nato, lavorare a un vero esercito europeo (che costerebbe meno delle già eccessive spese militari attuali: altro che riarmo) e chiudere tutte le basi Usa in Italia e nel resto d’Europa.
Il vecchio Carlo Donat-Cattin, diccì anomalo, diceva: “Prima di trattare con Agnelli bisogna dargli un calcio nei coglioni”. I nostri sgovernanti, prima di trattare con Trump, i coglioni se li martellano da soli e poi, giunti a debita distanza, corrono a dare la colpa a lui.
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Travaglio ha ragione al 101%.
Per riuscire in questa impresa è necessario abbattere la attuale classe dirigente €uropea.
Mi rendo perfettamente conto della enormità dell’ obiettivo e credo che l’unico tentativo possibile per raggiungere lo scopo deve partire dal basso.
Io vedo due metodi: se i dirigenti di una forza politica sinceramente progressista hanno capito la gravità della situazione, devono mettere OGGI come pre condizione per qualsiasi alleanza politica in Italia il fare mancare i voti in €uropa. O così o da soli. Dubito che tale richiesta venga accolta, ma ritengo che creerà lo scompiglio necessario in seno ai guerrafondai impenitenti che si professano progressisti. Se il pd è una polveriera, serve uno zolfanello per farla esplodere.
Poi ritengo sia arrivato il momento di creare una rete europea pacifista e con visioni a lunga scadenza, dato che si vive alla giornata. Serve una rivoluzione pacifica ma ferma nei propositi. Da OGGI!
Servono soluzioni radicali e dal basso!
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Il PD se vuole sopravvivere nel tempo, dovrà necessariamente pensare ad una SERIA scrematura, che consenta un’alleanza più solida al M5S. Viceversa il PD, è destinato all’autodistruzione, a mio modesto parere.
Se non provvederanno ad un’accurata selezione, di buon senso, per il bene della gente comune, saremo costretti a proseguire “governati” dall’attuale accozzaglia.
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Grazie VV.
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Grazie Viviana
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Grazie Selmi, ottimo articolo come sempre. E’ proprio vero, e non è necessario essere dei grandi osservatori per capire che tutta l’informazione a libro paga è schierata a fianco dell’establishment e quindi contro Conte.
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Lo striscione di apertura vedrei bene un passaggio del discorso d’ insediamento fatto da Sandro Pertini
Si svuotino gli arsenali, si colmino i granai
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