(Tommaso Merlo) – Se vivessimo un’era di galantuomini, i responsabili del disastro ucraino ne trarrebbero le conseguenze levandosi dai piedi, ma viviamo un’era di arrivisti senza scrupoli che stanno disperatamente trovando il modo di uscirne indenni e riciclarsi. A partire dai principali colpevoli, i politicanti europei che hanno sostenuto per anni una guerra suicida per tutto il continente. Roba da dimissioni di massa in quel di Bruxelles. Questo modello di Europa tecnocratica non è solo inutile, è pericoloso perché aggrava la mafia lobbistica che sottrae sovranità democratica ai cittadini per darla a classi dirigenti indecenti e affaristi da corridoio. Il progetto politico continentale ha storicamente senso, l’attuale baraccone burocratico brussellese non ne ha. E se l’Europa va rifondata, la Nato va smantellata per sempre in quanto principale minaccia alla nostra sicurezza. Ma le colpe del disastro ucraino ricadono anche sui governi europei che hanno cocciutamente boicottato ogni soluzione diplomatica puntando tutto su una guerra persa in partenza e contro la volontà di pace dei loro popoli. Hanno sottratto miliardi alla povera gente nel bel mezzo di una crisi permanente e li hanno versati nelle tasche della lobby della guerra e del corrotto governo di Kiev farcito di neonazisti intenti in deliri politici da secolo scorso oltre che in un attualissimo arraffare. Miliardi in armi mentre sanità e scuola vanno a pezzi e la qualità della vita crolla. Un suicidio politico perché ha interrotto il più lungo periodo di pace in Europa e tradendo la sua missione originaria, l’ha ridotta in macerie. Ed un suicidio economico perché ha rovinato i legami con la Russia, nostra fonte energetica principale nonché partner fondamentale. Il tutto per una guerra senza prospettive strategiche se non l’autodistruzione nucleare. Davvero una follia suicida. Roba da dimissioni di massa, ma i galantuomini sono stati rimpiazzati da arrivisti senza scrupoli. Molti politicanti europei tenteranno di scaricare tutto su Trump che sta giocando tutt’altra partita. Trasformare la resa ucraina in accordo di pace e prendersi tutti i meriti nella speranza di strappare il Nobel mentre ammazza venezuelani ed arma i carnefici dei palestinesi. Per i più benigni Trump vuole la pace per mettersi a fare affari coi russi, per i più maligni Putin ha nel cassetto le prove dei suoi vizietti proibiti. Quello che ha frenato Trump fino ad oggi, è la sua debolezza ed incapacità oltre che lo stato profondo americano tradizionalmente russofobo. Ma che voglia ostinatamente la pace con la Russia rimane una buona notizia, con Biden saremmo già all’escalation mondiale. A sbloccare la situazione saranno le notizie dal fronte. Zelensky deve sventolare quella maledetta bandiera bianca e scappare in esilio finché è in tempo. Altrimenti lui ed i suoi soci rischiano di non godersi le villone con piscina e le fuoriserie comprate coi soldi dei contribuenti occidentali. Zelensky passerà alla storia come colui che ha distrutto l’Ucraina con la complicità dei suoi amichetti europei. Quanto al domani, se in Europa non vi sarà un terremoto politico a seguito della disfatta, queste classi dirigenti insisteranno col riamo e la militarizzazione sociale in vista di uno scontro diretto con la Russia o di un anacronistico scenario da guerra fredda. Accetteranno inizialmente controvoglia un congelamento del conflitto e appena pronti gli eserciti, si inventeranno le solite scuse per una nuova escalation col rischio di scatenare la terza guerra mondiale. Quanto agli americani, bisognerà vedere in che condizioni Trump lascerà l’impero, ma più procede il crollo, più si dovranno chiudere in loro stessi per riuscire a ricostruire. E in tale fase, averci separato dalla Russia gli fa molto comodo. L’Europa non è mai stata così isolata e detestata anche dai suoi stessi cittadini. L’unica speranza è un terremoto politico e pure di potente magnitudo che porti ad un cambiamento radicale. Quella in Ucraina non è solo una sconfitta militare e politica, ma anche democratica per colpa di classi dirigenti che danno più retta alla mafia lobbistica che ai loro popoli. Ed una sconfitta culturale perché ci eravamo illusi di essere oltre certi deliri bellici. Dopo secoli di guerre sanguinarie tra di noi, dopo decenni di guerre a vanvera in giro per il mondo, siamo ripiombati nella paura di perdere i nostri figli ed i nostri nipoti per le bizze di qualche insulso politicante. Tra declino economico e culturale, tra spopolamento e nuovi paradigmi, la vecchia Europa è destinata a svanire se non reagisce. L’unica speranza è nella ribellione delle nuove generazioni, una ribellione che fermi la folle spirale guerrafondaia e ritrovi l’entusiasmo di credere in una democrazia vera, in una società sana e nel bene supremo della pace.