
(Andrea Zhok) – In questi giorni tre petroliere ed un cargo con esportazioni dalla Russia sono stati colpiti in acque internazionali.
Qualche settimana fa l’ammiraglio Cavo Dragone ha affermato che la Nato sta prendendo in considerazione l’idea di essere “più proattiva” contro la Russia:
“Stiamo studiando tutto… Sulla cybersicurezza, siamo un po’ reattivi. Essere più aggressivi, o essere proattivi invece che reattivi, è una cosa a cui stiamo pensando.”
Lo stesso ammiraglio ha lamentato che “abbiamo molti più limiti delle nostre controparti, per ragioni etiche, legali e di giurisdizione. È un problema. Non voglio dire che è una posizione perdente, ma è una posizione più difficile di quella delle nostre controparti”.
Il punto sarebbe che la posizione della Nato è troppo passiva. Servirebbe invece più deterrenza, e “Come si ottiene la deterrenza – con la rappresaglia, con un attacco preventivo – è qualcosa che dobbiamo analizzare in profondità, perché in futuro ci potrebbe essere ancora più pressione su questo”.
Ora, la guerra ibrida a molti sembra una trovata per farci su un film di spionaggio, ma è l’orizzonte primario della guerra moderna, soprattutto tra avversari dotati di armamenti nucleari, dove una guerra frontale genera una prospettiva di Mutually Assured Destruction.
Il problema della guerra ibrida è che essa è raramente discernibile con certezza come “aggressione”. Eventi come Maidan nel 2014 a Kiev, descritti dall’Occidente come rivoluzioni spontanee, sono state identificate da Mosca come eventi di guerra ibrida, volte a mettere l’Ucraina in rotta di collisione con la Russia. Eventi come la pandemia Covid è stata letta inizialmente dalla Cina come un attacco di guerra ibrida.
Oggi abbiamo molte prove che la “Rivoluzione di Maidan” era teleguidata e che il Covid è nato in laboratorio, ma ciò che conta capire va al di là dell’interpretazione della realtà delle responsabilità.
Il punto è che in una dimensione di guerra ibrida cresce esponenzialmente la paranoia. Eventi accidentali o irrelati possono essere letti come attacchi di guerra ibrida e possono condurre a “risposte” che dalla controparte vengono lette come “attacchi immotivati”.
La dinamica dell’escalation è strutturalmente implicita nella guerra ibrida. E la sue prime conseguenze sono sul piano interno di ciascun paese, dove ogni parola o pensiero non allineato inizia ad essere percepito come “al soldo del nemico”. La fase di restrizione censoria che stiamo esperendo in Europa da 5 anni a questa parte è già parte di un’allerta legata alla percezione di una guerra ibrida in corso.
Io sono abbastanza tranquillo intorno al fatto che pochi italiani andranno a offrire il petto alle baionette russe per difendere la cofana laccata della von der Leyen e il SUV di Calenda.
Ma non basta, non basta perché comunque questo orizzonte di guerra non dichiarata può metterci tutti letteralmente in catene, può depredare ciò che resta del nostro stato sociale, può confiscare i nostri beni e diritti, può metterci a tacere, può incarcerarci con una scusa, può piegarci e distruggerci con molteplici forme di minaccia.
Tutto ciò, beninteso, sta già accadendo.
Le capacità di autodifesa democratica e di autoorganizzazione sono minate con una molteplicità di processi dall’alto, processi di controllo centralizzato, di creazione di ostacoli burocratici, e soprattutto di disgregazione orizzontale della società, che si vuole ridotta ad una sommatoria di atomi o guppetti lobbistici in perenne lotta intestina.
Bisogna cominciare a pensare ad un utilizzo degli scampoli di democrazia formale che ancora ci restano almeno per cacciare l’attuale classe politica, di destra come di sinistra, integralmente compromessa.
In quest’ottica anche iniziative populiste devono essere accolte con favore, perché la priorità al momento non è “rivoluzionaria”, non è la sostituzione di una classe dirigente con una nuova classe dirigente capace di fornire una rotta coerentemente alternativa. Questo è un ideale normativo da perseguire, ma l’attuale urgenza è rimuovere dalle stanze dei bottoni gli attuali “monopolisti della violenza” che si alternano al governo.
In questo momento, di fronte ad una minaccia terminale per la democrazia, il ricambio della classe politica, la rimozione dell’attuale ceto politico asserragliato nelle istituzioni e che tiene in ostaggio il paese senza rappresentare più nessuno, questo è più importante di ogni cosa.
Unirsi per rimuoverli dev’essere la priorità.
La corda e gl’impiccati
Il Fatto Quotidiano · 04 dic 2025 · 1 · Marco Travaglio
“I capitalisti ci venderanno la corda con cui li impiccheremo”. Alla profezia attribuita a Lenin basta sostituire “capitalisti” con “europei” per avere il miglior ritratto delle classi dirigenti Ue
e Nato (al netto degli Usa). I portavoce di Putin, per tenere alto il consenso al regime e alla guerra, devono dimostrare ogni giorno che sono Ue e Nato a voler attaccare la Russia, non viceversa.
Ma possono andare serenamente in ferie e lasciar parlare gli euro-nani. Trump concorda con Mosca un piano di pace in 28 punti: Kiev rinuncia a ciò che ha già perso (Crimea,Lugansk, 90% del Donetsk, 76% dell’oblast di Kherson e 80% di quello di Zaporizhzhia) e a un fazzoletto di terra che sta per perdere dopo la caduta di Pokrovsk (il 10% del Donetsk); in cambio. Mosca rinuncia ai territori che occupa nelle regioni di Sumy, Kharkiv, Dnipropetrovsk e accetta la confisca di 100 miliardi di suoi beni congelati (su 290) per ricostruire l’ucraina sconfitta.
L’UE si oppone al piano, sostenendo che l’ ha scritto Putin (in un allarmante attacco di autolesionismo, visti i sacrifici che si infligge), i confini non si toccano (salvo per la Nato in Kosovo e
per Israele in Palestina, Libano e Siria) e urge “preparare la guerra alla Russia” che vuole attaccarci. Putin replica che “è ridicolo anche pensarlo, ma, se ci tengono, metto per iscritto
che non li attaccheremo”. Gli inviati di Trump volano a Mosca per fargli ingoiare il piano di 19 punti che accontenta l’ue rimuovendo i 9 decisivi. In tempo reale, il militare Nato più alto in grado, Cavo Dragone, minaccia “attacchi ibridi preventivi alla Russia”. Cioè: mentre la Russiandice che non ci attaccherà, la Nato dice che attaccheremo la Russia. La Zakharova se la ride: “Visto?”. Putin ripete: “Ho detto cento volte che non abbiamo intenzione di combattere con l’europa. Ma, se l’europa vuole combattere con noi, siamo pronti”. Corriere: “Putin minaccia l’ue: pronti alla guerra”. Rep, Stampa, Messaggero e Domani: “Putin minaccia l’europa”. Messaggero: “Putin minaccia di colpire l’ue”. Intanto a Kiev beccano tutti gli uomini del presidente con 100 milioni di dollari in mazzette, ville e cessi d’oro: ma la notizia per i nostri media non è che Zelensky si circonda di ladri, bensì che “Zakharova e i sovranisti esultano”, quindi dietro l’anticorruzione ucraina c’è Putin (o la Cia, che ormai è la stessa cosa). In Ue beccano dirigenti e deputati che truccano appalti o lavorano per Stati esteri in cambio di favori o valigie di banconote: ma la notizia per i nostri media non è che l’ue è piena di corrotti e lobbisti, bensì che “Zakharova e i sovranisti esultano”, dunque dietro la Procura europea c’è Putin. Se questi geni non lavorano già per lui, Putin dovrebbe assumerli: sono ancora meglio della
Zakharova.
La corda e gl’impiccati
Il Fatto Quotidiano · 04 dic 2025 · 1 · Marco Travaglio
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Nell’attesa della modifica del testo perchè in colonna… mi spiace non ho visto il tuo…ciaooo!
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LA CORDA E GLI IMPICCATI8 mARCO tRAVAGLIO)
I capitalisti ci venderanno la corda con cui li impiccheremo”. Alla profezia attribuita a Lenin basta sostituire “capitalisti”con “europei”per avere il miglior ritratto delle classi dirigenti Ue e Nato (al netto degli Usa). I portavoce di Putin, per tenere alto il consenso al regime e alla guerra, devono dimostrare ogni giorno che sono Ue e Nato a voler attaccare la Russia, non viceversa. Ma possono andare serenamente in ferie e lasciar parlare gli euro nani. Trump concorda con Mosca un piano di pace in 28punti: Kiev rinuncia a ciò che ha già perso (Crimea, Lugansk , 90%del Donetsk, 76% dell’oblast di Kherson e 80% di quello di Zaporizhzhia) e a un fazzoletto di terra che sta per perdere dopo la caduta di Pokrovsk (il 10% del Donetsk);in cambio. Mosca rinuncia ai territori che occupa nelle regioni di Sumy, Kharkiv, Dnipropetrovsk e accetta la confisca di 100 miliardi di suoi beni congelati (su 290) per ricostruire l’Ucraina sconfitta. L’Ue si oppone al piano, sostenendo che l’ha scritto Putin (in un allarmante attacco di autolesionismo, visti i sacrifici che si infligge), i confini non si toccano (salvo per la Nato in Kosovo e per Israele in Palestina, Libano e Siria) e urge “preparare la guerra alla Russia”che vuole attaccarci. Putin replica che “è ridicolo anche pensarlo, ma, se ci tengono, metto per iscritto che non li attaccheremo”.Gli inviati di Trump volano a Mosca per fargli ingoiare il piano di19 punti che accontenta l’Ue rimuovendo i 9 decisivi. In tempo reale, il militare Nato più alto in grado, Cavo Dragone, minaccia“attacchi ibridi preventivi alla Russia”. Cioè: mentre la Russia dice che non ci attaccherà, la Nato dice che attaccheremo la Russia. La Zakharova se la ride: “Visto?”.Putin ripete: “Ho detto cento volte che non abbiamo intenzione di combattere con l’Europa. Ma, se l’Europa vuole combattere con noi, siamo pronti”.Corriere :“Putin minaccia l’Ue: pronti alla guerra ”.Rep, Stampa, Messaggero e Domani:“Putin minaccia l’Europa “ .Messaggero:“Putin minaccia di colpire l’Ue ”. Intanto a Kiev beccano tutti gli uomini del presidente con 100 milioni di dollari in mazzette, ville e cessi d’oro: ma la notizia per i nostri media non è che Zelensky si circonda di ladri, bensì che “Zakharova e i sovranisti esultano”, quindi dietro l’Anticorruzione ucraina c’è Putin (o la Cia, che ormai è la stessa cosa). In Ue beccano dirigenti e deputati che truccano appalti o lavorano per Stati esteri in cambio di favori o valigie di banconote: ma la notizia per i nostri media non è che l’Ue è piena di corrotti e lobbisti, bensì che“Zakharova e i sovranisti esultano”, dunque dietro la Procura europea c’è Putin. Se questi geni non lavorano già per lui, Putin dovrebbe assumerli: sono ancora meglio della Zakharova.
spero sia gradito l’editoriale doi MT mancante oggi!
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Ieri Elenuccia ha chiamato,oggi Zhokettone risponde.
Bene unitevi,fate le primarie e partorite un Marco Rizzo.
Lodevoli propositi, ma la credibilità non è roba per tutti: ce la si ritrova,senza pretenderla o cercarla,evitando di sproloquiare verità che piacciono a tutti,senza infervorare le folle con il peperoncino,senza spaventare in maniera oculata modello peste manzoniana.
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Con agganciato Alè-magno!
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Non esiste la guerra ibrida perché in guerra esistono solo tutti gli atti manifestamente ostili che possono essere riversati sul nemico, in tempo di guerra o per scatenarla. Non esistono difese proattiva perché la guerra non è uno yogurt i cui fermenti devono essere tenuti vivi, né tantomeno può mai valere ancora l’infausta frase di un condottiero di sciagure, per cui la “migliore difesa è l’attacco”. E, soprattutto, non esiste la deterrenza, perché se uno stato vuole fare una guerra, la fa, anche perché non si sa mai come potrebbe andare a finire (una guerra vera, non come quelle delle Falkland o in Iraq, dove la differenza tra le forze in campo era abissale). Una guerra nucleare, sebbene distruttiva, avrebbe infatti per i militari alla Gen. Ripper – quasi tutti – sempre degli zombi vincitori. Se Cavo Dragone, il bidello più gallonato della NATO, ritiene che la Russia abbia perpetrato atti ostili, li esponga riservatamente a chi di dovere (non al FT che si occupa di finanza, quindi anche della florida industria degli armamenti, dove la sua dichiarazione può apparire solo un redazionale per incensare tale comparto, tanto caro a Corsetto, una marchetta insomma)) e ci faccia il piacere di obbedire tacendo. Se invece è stufo di rispettare le ragioni etiche, legali e di giurisdizione contemplate, purtroppo per lui, nella Costituzione della Repubblica che gli ha conferito i galloni, può sempre congedarsi e fondare una compagnia di ventura fuori dai confini nazionali e vendere i suoi preziosi uffici a chi vuole.
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Rimuoverli? E chi li schioda da lì? Se anche una forza politica reale riuscisse, superando i vari fossati e barriere del castello, a farsi strada verso il vertice, verrebbe prontamente fermata e normalizzata, come è stato fatto col M5S per intenderci.
Se hai una montagna di soldi, i servizi segreti e i media a disposizione puoi corrompere o ricattare chiunque (chi non ha un’amante, una multa non pagata, un abuso edilizio, una macchiolina sul curriculum, un’evasione fiscale, un commento o una foto discutibile, una barca, o anche solo dei calzini azzurri?).
Prima ti ignorano, poi ti ridicolizzano, poi ti combattono, poi ti normalizzano.
Il fatto che per esempio in Europa, dove ci sono decine di stati e popoli diversi, nessuno sia riuscito a ripulirsi testimonia l’estrema difficoltà a riuscirci.
La base di questa impossibilità è il soffocante controllo dell’informazione (e non gli basta mai, aggiungono sempre nuove censure). No libertà di informazione, no democracy.
Quindi kit 72 ore, sacchi di sabbia, pillole allo iodio … perchè la guerra sta arrivando, e non siamo in grado di fermarla. L’unica cosa che può fermarla è che i padroni dell’Uccidente decidano di non farla per interessi alternativi. Aspetta e spera.
“Due terzi dei miei concittadini leggono questa razza di giornali, leggono mattina e sera queste parole, vengono lavorati ogni giorno, esortati, aizzati, resi cattivi e malcontenti, e la fine di tutto ciò sarà di nuovo la guerra, la guerra futura che sarà probabilmente più orrenda di quella passata. Tutto ciò è semplice, limpido, tutti potrebbero capire e arrivare in un’ora di riflessione al medesimo risultato. Ma nessuno vuol riflettere, nessuno vuole evitare la prossima guerra, nessuno vuol risparmiare a sé e ai propri figli il prossimo macello di milioni d’individui. Rifletterci un’ora, chiedersi un momento fino a qual punto ognuno è partecipe e colpevole del disordine e della cattiveria del mondo: vedi, nessuno vuol farlo. E così si andrà avanti e la prossima guerra è preparata giorno per giorno con ardore da molte migliaia di uomini.”
Hermann Hesse, Il lupo della steppa, 1927.
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“Io sono abbastanza tranquillo intorno al fatto che pochi italiani andranno a offrire il petto alle baionette russe per difendere la cofana laccata della von der Leyen e il SUV di Calenda.”
Questa mi pare la frase chiave.
Dalla quale ne consegue che non ci sarà mai una guerra targata UE.
Mica sono fessi, Mogherini&Friends.
Mandare tutto il meraviglioso apparato UE in vacca per una guerra assurda che nessuno gli combatterebbe e che quindi porrebbe fine all’istante a quella serie infinita di istituzioni piene di eurocrati strapagati per le loro competenze inarrivabili?
Naaa…
Al massimo si cavodragoneggia un po’ di attacchi preventivi così a cacchio. Ma proprio al massimo!
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Non esiste la guerra ibrida. Esiste la guerra. Qualcuno muore e non torna più. Chi vuol essere il primo o il secondo oppure il terzo ? L’ammiraglio, il giornalista, il politico, il banchiere ?
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E per non dimenticare Gaza:
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