È difficile interpretare la reazione di rigetto nei confronti di Elly Schlein, sia nei media sia nel suo partito. Le opinioni della segretaria sono tutt’altro che radicali (parlare di diritti è “conservatore” rispetto all’ordine costituzionale vigente) e sono in linea con quelle del suo partito, di centro-sinistra. Perché tanta resistenza?

(Nadia Urbinati – editorialedomani.it) – È difficile interpretare la reazione di rigetto nei confronti di Elly Schlein, sia nei media sia nel suo partito. Le opinioni della segretaria sono tutt’altro che radicali (parlare di diritti è “conservatore” rispetto all’ordine costituzionale vigente) e sono in linea con quelle del suo partito, di centro-sinistra. Perché tanta resistenza? Seguendo la letteratura scientifica sui comportamenti politici, si riscontra un filone di studi interessante per il nostro caso: quello della ricompattazione dell’establishment in un clima polarizzato.
Gli psicologi e gli scienziati sociali non sono in grado di stabilire con certezza la ragione del comportamento di adattamento alle idee della maggioranza. Nel mondo delle opinioni morali, l’ipocrisia virtuosa è la boa alla quale si aggrappano gli individui per galleggiare nella società. Ora, se per le opinioni morali la strategia del conformismo è comprensibile, anzi vitale, sembrerebbe controintuitivo pensare lo stesso per le idee politiche. Dopo tutto, la democrazia dipende dalla diversità delle proposte politiche, e il disaccordo e l’eterogeneità sono la sua linfa vitale. Ma questa condizione teorica non spiega i comportamenti pratici.
Spinta ad adeguarsi
Si parte da questo fatto: la classe politica di opposizione sente di non essere al centro della scena. Rincorre i media per cercare ascolto; non è rincorsa. L’osservazione e le ricerche sperimentali mostrano come gli attori politici tendano a riformulare le proprie idee, aspettandosi una buona accoglienza – anche chi si trova all’opposizione vuole sentire di stare nell’alone della maggioranza.
I punti di vista diversi non devono essere impersonati né esposti in modo da apparire troppo distanti. Certo, il clima del tempo non cambia i principi di fondo, ma ne modifica la rappresentazione. E se il clima del tempo è di destra, molte idee del Pd possono apparire troppo radicali. Creare una minoranza a misura di maggioranza e avviare una conformità relazionale costituiscono un forte impulso.
Nulla di nuovo si dirà. La sfera della comunicazione pubblica assomiglia a un ristorante self-service, in cui tutti i piatti hanno un sapore simile. La classe politica non è estranea a questa logica. La conformità all’ambiente non comporta un cambiamento radicale delle idee ma un’autocensura, una spinta ad adeguarsi. Non si cambia la propria preferenza elettorale, ma la si condisce con la salsa in voga.
Camaleonti sociali
Uno studio sperimentale condotto da Taylor N. Carlson e Jaime E. Settle mostra come gli individui si comportino come camaleonti per ragioni diverse. Un fattore prominente è il bisogno di certezza, soprattutto in chi dispone di informazioni limitate: accettare come plausibile ciò che attrae i molti.
Per ragioni diverse, lo stesso capita ai politici, soprattutto nelle democrazie polarizzate, dove l’adesione di parte (la partigianeria) non diventa un’identità saliente se non perché chi la condivide non vuole diventare marginale. E allora, ci si adatta per resistere all’onda d’urto della posizione della maggioranza.
Esiste quindi una tendenza, tra gli attori appartenenti a gruppi politici di opposizione, a evitare una forte identificazione e a calibrare il proprio orientamento per trovarsi in una posizione favorevole al dialogo con chi governa. La maggioranza politica e l’opinione che la circonda sono la forza motrice che spinge coloro che si trovano dall’altra parte a conformarsi in qualche modo. Questa è, del resto, la molla che forma la classe politica, l’establishment: indipendentemente dalle diverse posizioni interne, tutti coloro che ne fanno parte si relazionano e si riconoscono; sono in qualche modo simili.
Ricerca di sicurezza
Sembra di poter dire, quindi, che all’origine della reazione sconsiderata (perché priva di ragioni sostanziali) contro Elly Schlein vi sia una ricerca di sicurezza da parte di diversi leader del Pd, ovvero di conformità all’ambiente di destra, nel quale, a parlare di condizione di povertà, di disagio sociale, di disuguaglianza, sembra estremo. Poiché quelle aree marginali della società sono esterne alla rappresentanza maggioritaria, meglio lasciarle fuori dal discorso: chi non lo fa, viene declassato a radicale.
Insomma, l’opinione di destra condiziona la postura dell’opposizione. La ricerca di leader mediani, quasi indistinguibili, è alla base di gran parte dell’opposizione a Schlein. Parte del Pd e dei media pensa che il partito debba essere pronto a trattare su ciò che la destra impone e, per questo, avere un leader adatto. A costo di accettare scelte politiche (e costituzionali) sconsiderate, l’establishment cerca di ricompattarsi e adattarsi al nuovo clima. La contrapposizione nel Pd è tra chi cerca la conformità al nuovo corso e chi vuol fare il gioco democratico a tutto campo. La stabilità dell’ordine costituzionale esistente dipende in gran parte dal Pd.
IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE: PLURALISMO- Viviana Vivarelli
Il concetto di pluralismo è fortemente connesso col significato della democrazia.
La democrazia è l’esercizio della sovranità attuato dal popolo, ma poiché il popolo è formato da opinioni diverse ci deve essere un modo per permettere ad ognuno di esprimersi nel modo migliore per concorrere tutti al bene comune.
Lo Stato dove la democrazia viene esercitata nel modo più diretto rispettando il pluralismo è la Svizzera, Paese che si presenta col massimo della varietà ma dove nessun partito esercita il monopolio del potere.
La Svizzera è formata da 26 Cantoni, vi si parlano 4 lingue e si praticano 3 religioni. Non c’è un Presidente della Repubblica né un capo del Governo e le leggi sono fatte secondo le richieste dei cittadini e con la partecipazione di tutti i partiti.
Nessuno si permetterebbe di mettere il servizio televisivo pubblico interamente nelle mani di una sola parte politica, oscurando le altre e soprattutto estromettendo il partito di maggioranza relativa.
Però la parola democrazia da sola non basta. Ci possono essere democrazie molto liberali rette da una buona Costituzione che dà il massimo di potere deliberativo ai cittadini e rispetta i loro diritti, come possono esserci democrazia dispotiche, dove ai cittadini è dato solo il diritto di voto e raramente anche quello viene rispettato (vedi referendum), dove i diritti civili e sociali esistono solo sulla carta, ci sono molte forme di costrizione o di censura per cui solo uno o una casta comanda e ha più potere di tutti gli altri.
Il M5S è nato per aumentare la sovranità popolare. Ha poi avuto una svolta in senso partitico, rientrando nei ranghi della casta politica.
Là dove si impone un pensiero unico (per esempio attraverso i media) la democrazia tende a sparire e al suo posto si allarga la massificazione del pensiero, il conformismo, l’atrofia mentale, il servilismo, l’ostracismo del pensiero diverso. Meno diritti significa meno libertà.
Kenneth Minogue contrapponeva alla mente liberale la mente servile. Diceva che ” Il fondamento della libertà occidentale moderna e contemporanea è l’individuo indipendente”. “I governanti sono teoricamente i “nostri” rappresentanti, ma in pratica tentano di trasformarci negli strumenti dei progetti che essi hanno in mente”.
Il meglio per uno Stato deve essere ricercato attraverso il proprio autonomo sforzo riflessivo e mediante la discussione e il confronto. Questo presuppone la tolleranza e la consapevolezza che ciascuno deve avere la libertà di pensare in modo autonomamente discordante.
La democrazia non è qualcosa che è fissato una volta per tutte, ma un work in progress, un compito in cammino che deve svilupparsi attraverso un confronto costruttivo basato sul rispetto reciproco, sportivamente. Ma dove si elimina una o qualcuna delle parti in causa per riportare il pluralismo delle idee alla coazione del pensiero unico, là è morta la democrazia assieme alla libertà.
«Civiltà vuol dire, innanzi tutto, volontà di convivenza» (Ortega y Gasset). Per cui i cittadini di buona volontà dovrebbero operare al massimo per allontanarsi da una democrazia conformizzata e autoritaria per avvicinarsi quanto più possibile a una pluralità di idee basata sul mutuo rispetto.
Ovviamente quanto detto sulla volontà di convivenza democratica dovrebbe valere non solo all’interno delle Nazioni ma per le Nazioni tra loro.
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il m5s avrebbe avuto una svolta in senso partitico, RIENTRANDO NEI RANGHI DELLA CASTA POLITICA.
Di chi sta parlando? Di Grillo, che casta lo è sempre stato, o di Di Maio, che casta lo è diventato? Se parla di Conte, quando lui sarebbe diventato organico alla casta? E la forma movimento dei 5s attuali in che misura ha corrisposto ad una svolta in senso partitico? Un movimento prima strutturato a mo’ di setta, più che di partito? E comunque, perché partito sarebbe una cosa esecrabile?
La leggo sempre con interesse. Quando non capisco chiedo. Grazie
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Più che di camaleonti il partito di Shlein è formato da dinosauri appartenenti al Main stream che non ha nessuna voglia di lasciare il posto a nuove leve . La loro partita la vogliono giocare su vecchie schermaglie obsolete tipo fascisti contro antifascisti ma senza credere assolutamente a nulla di quelli che furono i valori della resistenza ma solo bandierine da agitare all’ occorrenza . Preferiscono perdere anche di brutto e per decenni purché non fare male ai loro sponsor dem americani inneggianti ai valori decadenti della borghesia pasciuta .
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Non si tratta di camaleonti si tratta di opportunisti..e in questo un certo Casini fa scuola non solo in politica e nella vita sociale.
Quale è il problema di fondo dei camaleonti o opportunisti?
Il potere!
Il potere = poltrona = denaro= privilegi.
Ora se togli il denaro e i privilegi ecco che la poltrona non ha più significato di potere ma diventa invece un ideale,come diceva Gaber, cioè PARTECIPAZIONE.
Se poi il POTERE è pure compenetrato da organizzazioni poco lecite ecco che lo stesso diventa consociativismo che la Politica stessa dovrebbe combattere (colletti bianchi) invece di assecondare.(vedi partecipazione esterna alle mafie).
Quindi il potere che diventa corruzzione e che legifera pure peri autoassolversi e per perdurare nel tempo (abuso d’ufficio e riforma della Magistratura).
Ormai siamo al punto critico … del non ritorno!
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hahahaha
povera Urbinati finge di cadere dal pero.
I piddini sono da sempre così, anche quando si chiamavano Ulivo, il loro idolo perituro sarà sempre il CAZZARO ROSA,
fare politica per cercare di arricchirsi, quindi il fine giustifica tutti i mezzi.
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io sono sempre un po’ prevenuto contro la figura e il giornale di de benedetti, ma questo articolo ha ccentrato in pieno il problema del PD! E farci su dell’ironia da quattro soldi come succede in questa chat non aiuta nè il PD né i cinque stelle né il centro sinistra!
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