(Tommaso Merlo) – Sono 240 i palestinesi uccisi a Gaza dall’inizio della tregua. Ogni giorno ammazzano innocenti che tra le macerie cercano disperatamente di ricominciare. Bloccano poi ancora i valichi e quindi gli aiuti umanitari mentre le violenze in Cisgiordania sono ai massimi storici. Rubano terreni e case e bruciano olivi secolari scacciando i palestinesi dei loro villaggi. Un diabolico fanatismo ideologico a stampo religioso che insanguina quella terra maledetta da oltre settant’anni. Nessuna novità, tranne che a seguito del genocidio, il sionismo è nudo. Dopo decenni in cui la lobby sionista globale ha manipolato la politica e l’informazione e quindi le opinioni pubbliche occidentali, i cittadini hanno capito dai suoi disumani frutti, la verità su cosa sia. E la reazione è stata di totale ed unanime disgusto. Ormai i difensori del sionismo sono sparute manciate di collusi accerchiati nei loro palazzi. E Netanyahu in persona ha ammesso nel suo ultimo viaggio negli Stati Uniti che è questo il loro nuovo fronte strategico. Perché senza soldi ed armi americane, il sionismo è spacciato. Israele dipende dagli Stati Uniti e dopo Gaza la maggioranza degli americani non vuole più finanziare e proteggere un regime che stermina bambini e innocenti. Un dissenso che ha raggiunto livelli inediti e pare sia anche questo ad aver convinto i sionisti a rallentare lo sterminio a Gaza. Gli americani non vogliono più staccare assegni miliardari per uno stato straniero che con quei soldi commette crimini contro l’umanità ed eroga servizi pubblici che loro si sognano. Uno stato canaglia che in decenni ha ricevuto immense risorse pubbliche e in cambio gli ha dato solo grane tra cui guerre inutili, odio globale e la chicca del maltrattamento dei cristiani. Oltre al danno, la beffa. I rivoltosi più rumorosi sono quelli di destra, con l’ex base di Trump letteralmente imbestialita per aver votato “America first” dopo decenni di costose guerre a vanvera in giro per il mondo e ritrovarsi “Israel first” e perfino complici di un genocidio. Una virata politica drammatica che secondo presunti complottisti è costata la vita a Charlie Kirk, il leader dei giovani repubblicani che prima di venire giustiziato ha rifiutano le avances milionarie di Netanyahu. Ormai siamo alla guerra mediatica negli Stati Uniti, il sionismo cerca disperatamente di riprendere le redini della manipolazione di massa senza la quale rischia di perdere la morsa vitale anche sulla politica. Sta succedendo tutto molto in fretta. Siamo passati dalle standing ovation parlamentari a quel criminale di guerra di Netanyahu a genocidio in corso, ai politicanti a cui viene chiesto malamente se prendono o meno soldi dalla lobby sionista e ai primi che li rifiutano. E da una amministrazione infarcita nelle posizioni chiave da ferventi sionisti, alla elezione di Mamdani nonostante la dura opposizione della lobby e col voto degli ebrei newyorkesi, gente perbene che col sionismo non ha nulla a che fare. Sta crollando un sistema. Prima al sionismo bastava comprare reti televisive e grandi giornali e controllare i giornalisti da prima serata e prima pagina, ma con internet è saltato tutto. Giornalisti licenziati e discriminati dalla lobby sionista perché hanno osato non ripetere come pappagalli i copioni della propaganda, hanno aperto podcast e canali social che dominano nettamente il dibattito pubblico americano. Con numeri e credibilità che i canali mainstream si sognano. E più la lobby sionista li attacca brutalmente, più crescono. I sionisti sono disperati, lo schema di infangare come antisemita chiunque osi criticarli ormai fa ridere i polli, come del resto far leva sui sensi di colpa occidentali per l’olocausto. Tattiche meschine che non solo non funzionano più, ma sono diventate un vero e proprio boomerang. Al punto che sono corsi ai ripari costringendo il governo americano a scorporare Tik Tok in modo da comprandoselo mentre su altri social censurano in massa video pro palestinesi. Vogliono imporre la censura a casa d’altri, vogliono continuare a manipolare l’opinione pubblica occidentale a loro favore in modo da continuare a perseguitare i palestinesi nella totale libertà ed impunità. E continuare a farlo rigettando come da tradizione ogni vero dibattito. I sionisti non si confrontano mai apertamente e nel merito sulla questione palestinese e sul futuro. O la pensi come loro, oppure sei un loro nemico. O stai dalla loro parte, oppure da quella dei terroristi islamici. Rifiutano cioè un dialogo non solo coi palestinesi, ma anche col resto del mondo. E questo per il semplice motivo che i loro obiettivi coloniali sono inaccettabili oggi come oggi e le loro azioni, del tutto indifendibili. E dopo Gaza, ancora meno. Il sionismmo è nudo e sta crollando un sistema perché una volta emersa la verità, è per sempre. La verità su cosa sia davvero il sionismo e sul fatto che l’unica vera soluzione per quella terra maledetta, è sradicare quell’ideologia ed aprire una nuova era ispirata al buonsenso e al realismo politico che porti finalmente al rispetto dei diritti umani per tutti, ad una vera democrazia e alla pace.