L’ultimo caso è scoppiato in Lombardia, ma Sicilia e Puglia sono focolai. Gli errori su Ghiglia. Il partito, sotto la guida della sorella della premier, è una polveriera. E lei andrà in parlamento

(Giulia Merlo – editorialedomani.it) – La fedeltà assoluta al capo è requisito fondamentale per essere nel cerchio ristretto di Giorgia Meloni, ma la stessa premier si sta rendendo conto che non è anche garanzia di capacità politica. Per quanto la buona fede della sorella non sia mai stata messa in discussione, la leader di Fratelli d’Italia si è accorta – a spese sue e del partito – che sotto la guida di Arianna i ranghi sono sempre più litigiosi e indisciplinati, sia internamente che nel rapporto con gli alleati.
L’ultimo caso in ordine ti tempo esploso a via della Scrofa arriva dalla Lombardia. Il colpo basso è arrivato in Consiglio regionale, dove a scrutinio segreto è stata approvata la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione nei confronti della sottosegretaria allo Sport di FdI Federica Picchi, che era subentrata nella giunta lombarda al posto di Lara Magon eletta alle europee. Picchi – considerata molto vicina ad Arianna Meloni – era finita al centro di polemiche per aver rilanciato sui suoi social alcune teorie No Vax sulla correlazione tra autismo e vaccini.
A impallinarla è stato anche il fuoco amico (fonti lombarde ricordano il suo carattere poco accomodante e scontri privati con alcuni consiglieri di maggioranza) e a nulla è servito l’incontro con tutti i consiglieri di FdI di Arianna Meloni e Giovanni Donzelli, appena il giorno prima del voto. Uno scorno difficile da mandare giù: «Siamo leali e ci aspettiamo reciprocità», ha detto il coordinatore lombardo Carlo Maccari, quando però ormai il pasticcio è stato fatto.
Anche in Sicilia il clima è surriscaldato, con l’ex deputato di FdI vicinissimo alle Meloni e ora uscito dal partito, Manlio Messina, che ha parlato con Report scoperchiando il vaso di Pandora della gestione dei fondi per la promozione del turismo siciliano, su cui ora è in corso una indagine in cui lui non è indagato. Il rischio è che il partito locale finisca travolto, con Messina pronto a correre da solo a presidente della Regione.
I focolai regionali
Non solo: focolai di scontro sono esplosi in Toscana, con la faida interna (finita sempre in procura) con lettere anonime e foto compromettenti ai danni di Tommaso Cocci, consigliere comunale in ascesa che si è ritirato dalle elezioni regionali. Altri guai ancora sono emersi in Trentino, con la messa ai margini della deputata Alessia Ambrosi, di fatto impossibilitata a candidarsi per la segreteria a causa di una sospensione di 15 giorni a ridosso del congresso, e la fuoriuscita di ben due consiglieri provinciali.
Nemmeno in Puglia sono rose e fiori, dove sotto accusa dei militanti locali c’è il coordinatore e sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. Accusato di aver fatto fuori dalle liste per le regionali la consigliera comunale di Bari Raffaella Casamassima, vicina a Raffaele Fico, il timore dei meloniani pugliesi è che le elezioni siano un flop clamoroso per FdI, che finirà dietro Forza Italia per colpa della gestione Gemmato. Una gestione, è l’interpretazione di un dirigente di peso, «legittimata solo dalla sua vicinanza alle sorelle Meloni», che da due anni passano le vacanze estive in Puglia in compagnia di Gemmato. Una caratteristica, questa, che viene considerata stonata rispetto alla retorica del merito sempre propugnata dalla premier per scegliere chi premiare.
L’ultimo vero passo falso di Arianna Meloni, però, è stato quello che ha riguardato il caso di Agostino Ghiglia, membro dell’Autorità garante per la privacy che ha comminato 150mila euro di multa a Report, il quale è stato filmato mentre usciva dalla sede di FdI. Secondo fonti della trasmissione di Sifrido Ranucci, Ghiglia – che è tra i fondatori di FdI – si sarebbe recato nell’ufficio di Arianna Meloni il giorno prima della decisione sulla multa. A prova di questo, Report ha pubblicato un messaggio della chat dell’ufficio di Ghiglia in cui lui avverte della sua visita al partito dicendo «Vado da Arianna».
I timori
In altre parole, ovunque Arianna Meloni si muove il pasticcio sembra essere dietro l’angolo: non certo la gestione in cui la premier sperava. Il partito grazie a lei continua a veleggiare intorno al 30 per cento e avrebbe bisogno di una più solida gestione interna per permetterle di dedicarsi ai dossier che considera più impellenti, ovvero quelli internazionali, e che la portano sempre più spesso lontano dall’Italia.
Invece, tra le file di FdI serpeggia la sensazione che qualcosa, senza l’occhio attento della leader, sia sfuggito di mano: sui territori si consumano le faide tra correnti (le truppe di Lollobrigida contro quelle di Rampelli nel Lazio e di Urso in Veneto, i fedelissimi di Donzelli contro quelli dei fratelli La Russa in Lombardia, solo per citarne alcune) e il rischio è che al sud FdI ceda il primato a Forza Italia in tutte le grandi regioni: dalla Puglia alla Calabria, dalla Campania alla Sicilia.
Parallelamente, si moltiplicano le voci – già emerse anche sulla stampa – di una Arianna Meloni sempre più proiettata verso il grande salto alle prossime elezioni politiche: l’Aula la attira dopo trent’anni di militanza dietro le quinte, e sembra superata anche la proverbiale timidezza grazie alle molte apparizioni in giro per l’Italia per le regionali. Intanto, però, la casa della fiamma è precipitata nel caos e le ultime mosse della persona più vicina alla premier hanno alimentato invece che spegnere l’incendio.
Il familismo è una “garanzia”…ma l’ incapacita’ è il loro valore aggiunto…il loro emblema distintivo…..alla “faccia” dei sondaggi….!!!!
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(le truppe di Lollobrigida contro quelle di Rampelli nel Lazio e di Urso in Veneto, i fedelissimi di Donzelli contro quelli dei fratelli La Russa in Lombardia, solo per citarne alcune)
Io vorrei proprio vederli ‘sti scontri. Donzelli vs Larussa. Mamma mia, altro che Celebrity Death Match.
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Saranno gli strascichi della lunga vicinanza con Lollo capotreno nazionale perché prima forse era underdog come la sorella🤔
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