
(di Andrea Scanzi – ilfattoquotidiano.it) – Quindi, ricapitolando. Il 16 ottobre una bomba a Pomezia distrugge l’auto di Sigfrido Ranucci e quella di sua figlia. Il 21 ottobre, in piazza Santi Apostoli, cittadini e giornalisti manifestano per la libertà di stampa. Il 22 ottobre, il meloniano Agostino Ghiglia, membro del Collegio del Garante per la Privacy, entra nella sede romana di Fratelli d’Italia ancora indeciso sul voto su Report (in quel momento era più per il no che per il sì alla maxi-sanzione); il 23 ottobre, il Garante approva la multa con tre voti favorevoli e uno contrario (dunque il voto di Ghiglia è stato decisivo). Report prima e il Fatto poi svelano la visita di Ghiglia alla sede di FdI. Perché c’è andato? Ha incontrato Arianna Meloni? Qualcuno/a gli ha fatto cambiare idea, dicendogli di votare contro Ranucci e dimostrando che la solidarietà della destra era finta e che il Garante è un’authority “indipendente” quanto può esserlo Molinari su Israele? Non si sa. Si sa però che, dopo una giornata di silenzi e imbarazzi, il mitologico Ghiglia dà la sua versione. Ed è ovviamente una versione credibilissima: “Mi sono recato in via della Scrofa, ma per incontrare il direttore del Secolo d’Italia, Italo Bocchino, in merito a una presentazione a Torino e a Roma dei nostri due nuovi libri”. Già che era lì, aggiunge, ha “incrociato Arianna Meloni, ci siamo salutati e scambiati due convenevoli perché era molto impegnata”. Una ricostruzione granitica, che sgombra il campo da qualsivoglia dubbio e dimostra inequivocabilmente che il Garante non prende ordini da Fratelli d’Italia, che Lollobrigida è Adenuaer e che Gasparri è più figo di Brad Pitt. Ciò nonostante, circolano altre ricostruzioni. Le riporto di seguito, solo per amore di verità.
Reunion dei Nirvana con Donzelli. Ghiglia è andato nella sede di Fratelli d’Italia per riunire i Nirvana, la storica band grunge di Kurt Cobain. Per l’occasione, Ghiglia suonerà il basso, Crosetto la batteria e Foti la chitarra, mentre il ruolo – non facile – di erede di Cobain sarà affidato a Donzelli, la cui resa vocale nella cover di Smells Like Teen Spirit è già stata paragonata da Mario Sechi a quella di Freddie Mercury al Live Aid del 1985.
Giocare a canasta con la Montaruli. Non tutti sanno (ed è un peccato) che Ghiglia è un grande appassionato di canasta. Ci gioca di continuo. Il 22 ottobre, nella sede di FdI c’era anche Augusta “Bau Bau” Montaruli, altra virtuosa di canasta. Ghiglia si è quindi recato lì per sfidarla. All’incontro ha partecipato anche Bignami, che di fronte a una tale esibizione di agonismo di classe e rispetto si è virilmente commosso.
La gara a chi ce l’ha più lungo (il busto). Versioni contrastanti e non verificate, sostengono invece che Ghiglia fosse lì per giocare con Ignazio La Russa alla gara su chi ha il busto (del Duce) più lungo e più grosso. Sempre secondo questa versione, Ghiglia avrebbe perso malamente la sfida, ammettendo dopo la sconfitta che in queste cose Ignazio è imbattibile.
Sfida di cervelli con Lollobrigida e Sangiuliano. No, questa è troppo grossa anche per loro, dài.
Per amore del Gozzano. Ghiglia è un fine letterato e ama molto la corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. Per questo ha un debole smodato per il Gozzano. Quella sera si è recato in via della Scrofa perché è lì che viene conservata una versione rarissima in pelle di struzzo strabico della raccolta di poesie I colloqui, anno 1911. Il Ghiglia aveva urgente bisogno di leggerla, proprio quella sera, e già che c’era ha recitato all’impronta – di fronte ai non pochi astanti – il componimento Cocotte. Quando il Ghiglia ha recitato il verso “Non amo che le rose che non colsi”, Arianna Meloni ha sospirato rapita. Per poi applaudire sei ore di fila. Le versioni più accreditate sono queste. A voi trarre le conclusioni. Resta, da parte mia, un’unica riflessione finale: ma credono davvero che siamo tutti scemi e ci beviamo qualsiasi cosa?
Ghiglia e Arianna: c’è un buco di 50 minuti nella visita a FdI
(di Thomas Mackinson – ilfattoquotidiano.it) – Nell’affaire Garante-Report c’è un buco nero di 50 minuti. E tocca capire se sono pieni di chiacchiere o di balle. Italo Bocchino, sentito dal Fatto, conferma di aver incontrato nel pomeriggio del 22 ottobre Agostino Ghiglia, il componente del Collegio del Garante immortalato da Report mentre entra in via della Scrofa 39, sede di Fratelli d’Italia, alla vigilia del voto che avrebbe inflitto al programma di Rai3 una multa da 150 mila euro. Dopo giorni di silenzio, ieri sera in un’intervista rilasciata al Corriere, Ghiglia ha spiegato che “tutto si è svolto nella massima trasparenza”: “Ho incrociato Arianna Meloni, ci siamo salutati e scambiati due convenevoli”. Ma la versione non convince. I filmati mostrano Ghiglia entrare alle 15.35 e uscire alle 16.45: un’ora e dieci minuti dentro la sede del partito. Bocchino però al Fatto dice che l’incontro “è durato pochissimo, venti minuti al massimo”. Tanto che non si ricorda neanche il titolo del libro di Ghiglia che dovrebbe presentare. E allora dove è stato Ghiglia per gli altri 50 minuti?
L’ufficio di Bocchino, direttore del Secolo d’Italia, è sullo stesso pianerottolo di quello di Arianna Meloni al secondo piano di via della Scrofa 39. “Dell’incontro di Ghiglia con Arianna io l’ho letto sui giornali di stamattina, io non li ho visti. Il mio è il penultimo ufficio in fondo a un lungo corridoio – racconta – sul lato sinistro del piano. Per andare da Arianna, Ghiglia deve attraversare tutto il palazzo e uscire sul pianerottolo”. Un dettaglio non irrilevante, visto che i due piani sono divisi a metà: una parte ospita la Fondazione, l’altra è affittata a Fratelli d’Italia.
Bocchino conosce Ghiglia da quarant’anni, dai tempi del Fuan: “Eravamo dirigenti nazionali assieme – io a Perugia, lui a Torino. Lo conosco dal 1985”. Ne parla con la franchezza di chi lo ha frequentato a lungo: “Non è uno che si fa dettare la linea. Se provi a dirgli cosa deve pensare, ti tiene un’ora per spiegarti l’esatto contrario”. Conferma che l’incontro del 22 ottobre non fu casuale: “Era fissato in agenda per le 16. Dovevamo concordare la presentazione dei nostri libri”. Esclude però che si sia parlato di Report: “Assolutamente no. Anche perché io sono noto nel nostro ambiente come l’unico amico di Ranucci”. Ma Bocchino dice anche di più, mostrando quanto la vicenda resti oscura anche in casa FdI. “Non so se la multa sia giusta o sbagliata, non mi intrometto, ma un docile ammonimento sarebbe bastato. Lo scontro non era la strada giusta e se poi c’è stata una discriminazione ai danni di Ranucci, me ne dolgo e la ritengo ingiusta. Sarebbe inaccettabile”. Un giudizio che – a quanto risulta al Fatto – coincideva con quanto Ghiglia aveva in mente prima di varcare quel portone. Il giorno dopo, però, voterà per la multa. E ora getta altra benzina sul fuoco: “Sono pronto a denunciare chi mi ha pedinato”. A un membro del Garante che non risponde ai giornalisti ma li minaccia, tocca anche ricordare che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni preventive né a censure” (art. 21 Cost.).
GHIGLIA ….IL GARANTE DI TELEMELONI.
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Ah Ccaino!🤔
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