(Giancarlo Selmi) – Proni a Trump e alle industrie di armi americane che, se Trump smette di comprare, a qualcuno dovranno pur venderle. O no? Proni alla consapevolezza americana che con quel debito e con la montagna di dollari stampati, senza copertura, che girano per il mondo, in presenza di qualche cambio nell’architettura mondiale degli scambi commerciali, gli USA cadrebbero in un abisso senza fine prevista e prevedibile.

In quel abisso cadremmo anche noi, è logico, ma è totalmente colpa nostra e dei governi che hanno martoriato questo Paese, totalmente a 90 gradi rispetto al paese d’oltre Atlantico. Tutti i governi, tranne quello di Giuseppe Conte che il pericolo lo ha intuito da sempre, ma che proprio per quello è stato dileggiato, avversato, infine defenestrato. Ricordate la “via della seta” e la visione di un mondo “multipolare”? Minaccia autentica per i nostri “alleati”, quindi “Zac”!

Era una visione, invece, che privilegiava l’interesse supremo del nostro Paese, la ricerca della garanzia del mantenimento del nostro stile di vita, della salute delle nostre aziende, ma per chi decide, occulto oppure no, con la sua batteria nucleare di giornali e televisioni al seguito, era minaccioso. E la stupidità di una parte preponderante degli italiani, ha creduto. Il voto, insieme al non voto, insieme alla complicità di Letta e dei suoi complici, ha consegnato il paese alla destra più filoamericana e accomodante possibile.

La vaselina è diventata prescrivibile e regalata a un esercito di tonti, con i pochi neuroni popolanti i loro cervelli, che lavorano in base a refrain, frasi fatte e che ripetono sui social e in coda alle poste ciò che sentono in televisione. E, adesso, cosa c’è meglio della minaccia della guerra, di una guerra prevista solo da loro e praticamente impossibile, a meno che ad attaccare non siamo noi, a mettere le cose a posto? Una bella economia di guerra sarebbe, è, un toccasana.

E così inventano droni russi sulla Polonia. Inesistenti sconfinamenti aerei nel Mar di Finlandia. Pubblicano l’orrore e la minaccia in prima pagina, aprono i TG, poi smentiscono dopo qualche giorno in pagina venti con un trafiletto o alla quindicesima notizia del TG con tre parole tre. L’obiettivo è raggiunto e il tonto si sente minacciato. Parlano di minacce vere, di guerra alle porte. Così i tonti si abituano al pensiero e la guerra diventa uno scenario possibile.

Mussolini entrò in guerra e mandò i giovani italiani a morire in suolo russo con le scarpe di cartone. Noi ci stiamo preparando alla guerra regalando miliardi alle industrie delle armi, sottraendoli alla vita delle persone. Da Giuseppe Conte agli altri, siamo passati dalla ricerca del miglioramento della qualità della vita degli italiani, dalle difesa e tutela delle fragilità, al riempimento degli arsenali.

Con un Paese in cui i treni partono ma non si sa quando arrivano e, soprattutto, nell’era nucleare, gli arsenali servono a nulla. Quella guerra tanto anelata da Crosetto & c., durerebbe in Italia tre centesimi di secondo, dopo dei quali saremo tutti evaporati. Altro che “dobbiamo prepararci”. Se Crosetto e gli altri aspirano a qualche evaporazione, lo facciano pure, si facciano evaporare. Ma lascino in pace il mio culo.