(Dott. Paolo Caruso) – Il palcoscenico di Comunione e Liberazione negli anni ha mantenuto la stessa linea programmatica, una kermesse che ha portato sulla passerella di Rimini diversi personaggi della politica, della cultura, del mondo cattolico, dell’ imprenditoria e della finanza, ma anche personaggi di dubbia competenza e moralità lasciando perplesso finanche lo stesso pubblico “ciellino”. Su tutti, oltre la ex Ministra Cartabia madre della sciagurata riforma, il Presidente della regione Lombardia, il “divino” Formigoni, “ciellino di razza”, ospite di rango negli anni che furono, e grande corruttore seriale, condannato in via definitiva nel 2019 dal tribunale di Milano. Al meeting ciellino di Rimini non poteva non mancare la Giorgia nazionale, la quale, “Naso Lungo” emula del burattino di Collodi, elenca la solita filastrocca di menzogne. Un discorso stucchevole che sa molto di politichese in previsione della prossima campagna per le regionali. Un terreno a Lei favorevole in assenza di un confronto. Da fine politica, la “Caciottara” della Garbatella sa fiutare l’umore dell’uditorio cui dice ciò che vuole ascoltare. La descrizione della realtà però è ben altra. Il meeting di Rimini fu la sua piazza strategica. Standing ovation. Brava affabulatrice, ha condotto la platea nel “paese di Bengodi”. Così ha dipinto l’Italia: finalmente Con lei, grazie a lei. Grande in Europa e nel Mondo. Ora sì che conta…. Conta i dollari che dovrà dare al suo ammirabile anfitrione Donald Trump, che non smette di elogiarla come nuova “pulzella d’Orleans”. Infatti i dazi per l’Italia furono ribaditi gravosi, come o peggio di altri Paesi, soprattutto per il fiore all’occhiello della nostra esportazione negli USA: l’agro-alimentare. “Quisquilie, pinzillacchere”, direbbe Totò, se paragonate al “fenomeno” che abbiamo solo noi e che tutto il mondo ci invidia: Giorgia.