(Giuseppe Gagliano – lafionda.org) – In Europa sono riusciti a inventarsi l’ennesimo ossimoro: la privacy controllata. Si chiama Chat Control ed è il nuovo giocattolo di Bruxelles. Funziona così: ogni messaggio che scrivi su WhatsApp, Telegram, Signal o qualunque altra app passerà al vaglio di un algoritmo che, con l’aria da grande inquisitore digitale, deciderà se sei un cittadino modello o un sospetto criminale. Dicono che lo fanno “per proteggere i minori”. L’alibi perfetto: chi osa contestare rischia di passare per complice dei pedofili. Così diciannove Stati su ventisette hanno già detto sì. Ora manca solo la Germania, che deve scegliere se fare da ultimo baluardo o da complice.

Il trucco è vecchio come il mondo: spacciare per sicurezza quello che in realtà è sorveglianza di massa. Non si tratta di indagini mirate, ma di scandagliare miliardi di messaggi al giorno, trasformando l’intelligenza artificiale in un gendarme che legge prima ancora che tu invii. Con l’effetto collaterale — nemmeno troppo collaterale — che gli innocenti rischiano di finire schedati per un errore di software, mentre i veri criminali troveranno altre vie. Perché, si sa, chi vuole aggirare la legge è sempre un passo avanti.

E non finisce qui. Entro il 2030, con la strategia ProtectEU, le autorità dovrebbero avere accesso diretto ai contenuti decrittati. Tradotto: la crittografia, quella che ti garantiva che i tuoi messaggi restavano privati, diventerà un guscio vuoto. Ma non preoccupatevi: sarà per la vostra sicurezza. Lo stesso mantra che da vent’anni accompagna guerre preventive, intercettazioni di massa, limitazioni alla libertà di parola.

Intanto, l’Unione Europea che si era riempita la bocca col GDPR e la difesa della privacy, rischia di trasformarsi nella caricatura di sé stessa. E con quali effetti collaterali? Le piattaforme digitali, per non trovarsi impantanate in regole invasive e costose, potrebbero spostare server e investimenti altrove. Risultato: meno privacy per i cittadini, meno competitività per le imprese, più potere per gli Stati che, tra un algoritmo e l’altro, possono ficcare il naso ovunque.

La Germania avrà l’ultima parola. Se voterà sì, dal 14 ottobre entreremo ufficialmente nell’era della privacy a termine: privata solo finché l’IA decide che non sei sospetto. E se oggi l’obiettivo è la pedofilia, domani chi ci assicura che non saranno passate al setaccio anche opinioni politiche, proteste sociali o contenuti “inappropriati”? Basta una direttiva in più, un voto in meno, e saremo già dentro un regime di sorveglianza preventiva.

Questa non è sicurezza, è un gigantesco cavallo di Troia. Ma a Bruxelles sembra che l’unica intelligenza che funziona davvero sia quella artificiale. Quella naturale, evidentemente, l’abbiamo lasciata ai confini dell’algoritmo.