
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Se rinasco, voglio fare il membro della Commissione Paesaggio di Milano: quella scelta da Sala, il sindaco dalle mani pulite, per approvare grattacieli travestiti da capannoni o bocciarli se sono di uno fuori dal giro. Funziona così: al bando del Comune partecipano 50 architetti, ingegneri, geometri, gente del mestiere. Il sindaco dice: sono tutti bravi, quindi gli 11 fortunati li […]
La faccia come il Sala
Se rinasco, voglio fare il membro della Commissione Paesaggio di Milano: quella scelta da Sala, il sindaco dalle mani pulite, per approvare grattacieli travestiti da capannoni o bocciarli se sono di uno fuori dal giro. Funziona così: al bando del Comune partecipano 50 architetti, ingegneri, geometri, gente del mestiere. Il sindaco dice: sono tutti bravi, quindi gli 11 fortunati li scelgo io. “Io” si fa per dire, perché se li fa indicare un po’ dai partiti, un po’ dall’Ordine degli Architetti, di cui è segretario l’ex vicepresidente Oggioni, che quando scade si sceglie il successore col presidente dell’Ordine per tener fuori i rompiscatole: tipo l’architetta fissata col “paesaggio nannané nannanà” e l’urbanista che denunciò i magheggi di Boeri sulla Biblioteca europea e “sta stracciando l’anima”: “di passare alle discussioni con ’sti due qua non ci ho proprio voglia”. L’hanno arrestato a marzo. Gli altri posti se li spartiscono i partiti, senza sottilizzare fra maggioranza e opposizione: lo racconta Marco Cerri, che fu raccomandato al sindaco di centrosinistra da FI al posto di un forzista morto (la carica ovviamente è ereditaria).
La Commissione, con i suoi pareri non vincolanti per legge, ha poteri di vita e di morte su tutti i progetti. E pure sulle norme urbanistiche. Voi direte: sarà almeno vietato l’ingresso a chi lavora per i palazzinari. Ingenui: fino ai primi arresti di marzo, il sindaco dalle mani pulite aveva preteso che solo la metà più uno dei commissari non avesse incarichi di libera professione a Milano; gli altri – la metà meno uno – potevano serenamente ricevere incarichi e soldi dai costruttori che dovevano controllare. La famosa modica quantità di conflitti d’interessi per uso personale. Che poi li avevano quasi tutti: bastava non dichiararli. L’ex presidente Marinoni li collezionava, anche su pressione dell’assessore Tancredi. Infatti si vantava del suo “Prg ombra” e attendeva con ansia il decreto Salva-Milano. “Sennò salta tutto”, conveniva un manager “controllato”. Il mio idolo è l’architetto Alessandro Scandurra, altro arbitro-giocatore della Commissione: mentre giudicava mega-progetti urbanistici incassava 3,3 milioni per consulenze dai costruttori interessati, senza dichiararle né astenersi. Una volta bocciò il grattacielo di un concorrente, poi cambiò casacca, diventò il progettista e la commissione approvò entusiasta, consentendogli persino il beau geste di astenersi. Intervistato dalla Stampa, s’è detto “tranquillo”, malgrado la “gogna mediatica”, perché “ho sempre agito nella massima trasparenza”. Come Sala, che non parla dei conflitti d’interessi perché non li vede. Ecco, nella prossima vita voglio essere come loro. Possibilmente senza il trapianto del lato B sul lato A.
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Un GRAZIE alla Redazione di Infosannio……
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ma questi vengono difesi a destra e sinistra, perchè sono innocenti, perchè a New York i grattacieli li costruiscono (letto nei giornaloni) quindi anche a Milano si può e si deve.
Se sono così innocenti perchè hanno chiamato “Decreto Salva Milano” retrodatato per legalizzare gli imbrogli?
La legge è uguale per tutti, ma per noi e gli amici è in deroga.
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Da ragazzo ascoltavo Celentano che cantava Il ragazzo della via Gluck e poi l’ albero di trenta piani ,poi c’era Gaber con Com’è bella la Città e entrambi ,guarda un po’,erano milanesi . Avevano avuto entrambi una premonizione su come sarebbe finita la loro città , ma non si sarebbero aspettati che a combinarla così non sarebbero stati quelli vicini agli imprenditori e speculatori edilizi e gente devota al capitale ma quelli del PCI emigrati ed “evolutisi” nel PD accompagnati da ecologi e sensibili di sinistra .
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Giunto a metà editoriale mi sono convinto che questo sindaco, anche se innocente, andrebbe arrestato subito.
Credo, infatti, che sia molto meglio avere un Giuseppe Sala innocente dentro, che cento malfattori fuori.
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La procura afferma a chiare lettere “vorticosa corruzione”. Suppongo abbia le carte per dirlo. Il sindaco ha dichiarato di avere le mani pulite, ed è possibile che sia vero. Infatti non ci sono più i passaggi di valigette di contanti come a tangentopoli. Tutto il malloppo viaggia sul filo delle consulenze, consentite dalla legge, agli amici degli amici. Sono 74 gli indagati, e già questo fa pensare a giri lunghi e sofisticati nei pagamenti. Si conoscono i nomi di costoro?? E poi: quali sono i partiti coinvolti?? O forse si fa prima ad individuare quelli non invischiati nella vicenda. Non più di due!
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Qui va veramente tutto a p….ne. Parlano di una nuova Tangentopoli arricciando il naso per lo schifo , perché un manipolo di valorosi magistrati cercò, anche commettendo qualche errore che fu ingigantito dal regime delinquenziale che venne dopo, di porre un freno alla corruzione dilagante.
Ma magari i magistrati che si occupano di questi illeciti cui il sistema istituzionale non ha saputo opporsi ed anzi si è fatto complice prendano esempio dai Borrelli, Davigo, D’Ambrosio, Di Pietro, Colombo, Bocassini ed altri che riportarono un poco di legalità nel sistema!
Purtroppo, anche volendolo, hanno armi spuntate. La Casta e i suoi complici sono riusciti, con una violenta reazione alla breve parentesi di legalità dei governi a 5 stelle, ad andare oltre i sogni più ambiziosi del delinquente di Arcore. E nessuno andrà in galera e neppure restituirà ai cittadini un Euro del maltolto. Vedere per credere.
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💩
La faccina come il sala
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Altro che campo largo…per il comitato d’affari della Pseudo Destra ci vorrebbe un bel campo minato!
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Cio’ che sta succedendo a Milano e’ di una tristezza senza fine.
La vicenda giudiziaria pone in luce solo una parte del problema.
Le analogie con Mani Pulite sono ovvie, ma si tratta pur sempre di analogie e non di identita’.In 30 anni tante cose sono cambiate: la casta ha sviluppato gli anticorpi che non consistono solo nelle tangenti camuffate da consulenze, ma anche in tutte quelle “riforme della giustizia” che permettono a chi e’ nel giro di farla franca ( prescrizioni, abolizioni di reati, Cartabie varie): quelli che sopravvivono all’antibiotico ne diventano resistenti; ci vorrebbe una cura piu’ drastica e sistematica: il patibolo.
Ma non e’ la vicenda giudiziaria ad essere l’unica nota dolente; ai tempi di mani pulite il sistema corruttivo riguardo’ la politica e l’apparato industriale; oggi, al posto dell’industria, c’e’ il terziario arretrato dei palazzinari; differenza tutt’altro che trascurabile.
Fondi di investimento che speculano nel breve periodo, che creano bolle tanto evidenti quanto disastrose.
Si costruiscono tanti appartamenti per pochi ricchi che non solo nojn vivono la citta’, ma che contribuiscono a desertificarla.
Si costruiscono studentati extralusso per pochi e si allontanano i giovani talenti che non possono sostenere i costi di locazione degli appartamenti.
Una citta’ che ha fatto un contratto di swap tra turisti e riccastri da un lato e la gente che lavora dall’altro; edificando una sorta di Dubai dell’Europa; scintillante in apparenza e vuota dentro.
L’illusione del nulla che vive e celebra un mito in via di disfacimento.
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ALESSANDRO VOLPI
La vicenda urbanistica milanese ha molto a che fare con la finanza e non si tratta solo di un fenomeno limitato alla metropoli lombarda. Provo a spiegarmi meglio. Nelle grandi città una buona parte del finanziamento dell’attività di costruzione e ristrutturazione di immobili avviene con risorse finanziarie provenienti da società di risparmio gestito. Le tre più grandi in Italia per risorse raccolte sono Generali Real Estate Sgr, i cui principali azionisti sono Delfin, Caltagirone e Benetton, DeA Capital Real Estate Sgr, con azionisti De Agostini e l’oscura Ksiazek hollding, e Coima Sir di Manfredi Catella. Queste tre società rastrellano risparmi che indirizzano nell’attività immobiliare detenendo, di fatto, una liquidità tale da battere ogni ipotesi di concorrenza. Possono quindi intervenire in qualsiasi operazione urbanistica ma hanno però un vincolo strutturale: operando con capitale altrui devono garantirgli una remunerazione assai competitiva e a breve termine. In altre parole le Sgr immobiliari vendono prodotti finanziari legati appunto al settore immobiliare che, come tutti i prodotti finanziari, devono garantire remunerazioni alte e immediate per mantenere la clientela altrimenti solerte, soprattuto nel caso di fondi aperti, ad abbandonare le stesse Sgr, destinate in tal caso a trovarsi in estrema difficoltà. Dunque, le Sgr immobiliari devono fare di tutto per raggiungere simili rendimenti: diventa fondamentale allora che gli oneri di urbanizzazione da pagare ai Comuni siano ridotti all’osso perché costituirebbero un costo in grado di limare i profitti – o le aspettative di profitti, secondo la logica finanziaria – devono fare in modo che il prezzo a metro quadro delle aree oggetto dei prodotti finanziari venduti sia altissimo, evitando accuratamente la presenza in tale aree di quote di edilizia popolare, che abbasserebbero tale prezzo, devono avere la certezza delle autorizzazioni ai progetti urbanistici necessari per quei prodotti, con una costante tensione alla “semplificazione” burocratica, e politica, devono accorciare i tempi di costruzione degli immobili, puntando ad un’alta “intensità” di lavoro. In estrema sintesi, è chiaro che la finanziarizzazione dell’urbanista comporta, in maniera quasi inevitabile, la riduzione dei benefici per i Comuni, che non incassano gli oneri necessari per realizzare opere di reale interesse comune, a cominciare da scuole e altri presidi pubblici, l’altrettanto inevitabile tendenza a spostare l’edilizia popolare, e in generale l’edilizia residenziale “povera”, in aree di estrema periferia, e una ineluttabile pressione verso il ricorso a strumenti urbanisti con procedure ridotte all’osso e spesso limitate ad una autocertificazione. Alla luce di ciò la finanziarizzazione urbanistica trasforma le città in un gigantesco prodotto finanziario che separa nettamente gli interessi della cittadinanza da quello degli investitori/risparmiatori e degli azionisti delle Sgr.
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“mentre giudicava mega-progetti urbanistici incassava 3,3 milioni per consulenze dai costruttori interessati”
Ecco, se si trasferisce tutto il sistema di simpatiche consulenze ai favolosi 800 miliardi per il riarmo forse si capisce perché i russi hanno armi migliori delle nostre spendendo un decimo.
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Non commento nemmeno quello che hai scritto.
Hai una vaga idea di quello che scrivi?
Come si fa a banalizzare le cose in modo così sconvolgente?
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Gianni Barbacetto ha scritto da poco il libro, CONTRO MILANO, in cui già denunciava lo scandalo dei palazzinari a Milano, un sistema che è andato bene al centrodestra come al centrosinistra che ora attacca Sala solo perché è stato messo su dal Pd di Renzi come dal Pd di Letta (opposto a Renzi), “Ascesa e caduta di un modello di città”.
Milano da alcuni decenni ha adottato un modello di sviluppo in cui attira miliardi dai fondi speculativi di tutto il mondo. Milano è la prima città in Europa che attira capitali (la seconda è Monaco di Baviera) riducendo gli oneri di urbanizzazione. Per andare a costruire a Monaco bisogna rendere alla città dal 20 al 30 % del valore città, a Milano solo l’8 %. Ne consegue che Milano non ha soldi per le sue piscine o i suoi ambulatori ecc., perché il Comune non prende i soldi che servono ai cittadini, attira un sacco di soldi ma non ne trae frutti per i cittadini di Milano, almeno due miliardi, per fare servizi, case popolari, piscine ecc. I costruttori si sono arricchiti con l’edilizia selvaggia ma non hanno dato quasi nulla alla città. Milano ha rinunciato agli utili per i servizi pubblici, permettendo lauti arricchimenti agli speculatori edilizi. La destra aveva iniziato questo scandalo, Sala ha proseguito in perfetta continuità. Milano è diventata una città per supericchi dove poveri e classe media non possono più vivere. In questi anni 400.000 cittadini sono stati espulsi dalla città, una vera sostituzione etnica di tipo sociale, che ha attratto a Milano i super ricchi espellendo gli altri e penalizzando il milione e mezzo di Milanesi che dovrebbero viverci. Albertini prima e poi la Moratti, poi Pisapia, ora Sala. Da destra a sinistra l’affarismo è stato lo stesso. E così in tutta Italia. L’Expo è stata significativa con i suoi conflitti di interessi e abusi. Sala è diventato sindaco di Milano grazie al Pd. Pisapia ha vinto e ha cercato di ridurre i danni senza riuscirci, mentre la sua vice era in perfetta continuità con questo mondo di affari. A Milano sono arrivati i grandi fondi internazionali, come Black Rock, invitata da Sala che prima ha fatto il city manager per la Moratti, poi è diventato sindaco grazie a Renzi contro Pisapia, che aveva tentato di proporre una sua candidata. Il modello Milano (super ricchi, disuguaglianze, espulsione dei meno ricchi, carenza di servizi, crollo sociale) a un certo punto si è trasformato in sistema. Per attrarre capitali devi azzerare le regole, le norme urbanistiche, dai il via libera alle costruzioni irregolari, si crea un sistema un sistema dove un centinaio di persone si impossessano della cosa pubblica che decide tutto, sostituendo le istituzioni del Comune e fregandosene del bene comune. Le figure chiave perché intermedie sono i progettisti, che rivestono il doppio ruolo di controllori dello Stato e poi di architetti che riscuotono soldi neri per le concessioni che hanno permesso. La Commissione ediliaia a Milano ha dei super poteri. Il progettista decide cosa costruire e cosa no, dovrebbe farlo per il bene comunque, poi torna a fare l’architetto. Il costruttore a cui ha permesso di realizzare il progetto lo alimenta con cosulenze, che sono comunque delle tangenti. Tu fai approvare un progetto, il costruttore ti remunera in consulenze milionarie, gettoni per conferenze strapagate ecc. Il conflitto di interessi è legato a una forma nuova di corruzione. Non ci sono più i peracottari che prendevano la busta con le mazzette, oggi i corrotti si fanno pagare con consulenze legittime. Black Rock gestisce 9.000 miliardi di dollari e fa un terzo dei suoi guadagni in Europa depositandoli in paradisi fiscali, e Black Rock si arricchisce col riarmo, con le guerre, con Gaza, con l’Ucraina con i vaccini, con i farmaceutici. Ma se oggi è la Meloni ad accordarsi con Black Rock, ieri era Letta o Renzi. Il sistema non cambia. Sala ha governato Milano imponendo al Pd tutti i suoi diktat. Il Pd è imbarazzato ma lo sostiene. La destra sembra che attacchi Sala, in realtà vuole essere lei al suo posto e gestire i suoi affari. Per questo il Pd dice che Sala se ne deve andare perché non sa gestire la sicurezza. Così è cresciuto tutto uno storyitelling sulla grande Milano ma chi ci vive non ci crede più, perché mancano gli infermieri, i servizi peggiorano, non ci sono piscine, non funzionano le fogne, gli affitti sono impossibili, non si trova casa, il modello non funziona così cresce una ribellione contro questo sistema da parte di chi non vuole una Milano che è diventata un Luna Park dell’immobiliare ma non è più vivibile per la gente comune.
Oggi abbiamo sei richieste di arresto.
Sono state violate sistematicamente le regole dell’Anas, che fu il vanto di Renzi, con errori gravi, per es, Expo ordina una consulenza obbligatoria che demolisce l’attività di Expo perché era tutto irregolare, Sala faceva appalti senza gara, come Farinetti, amico di Renzi, che gestiva lui tutti i ristoratori ecc. ma Renzi, malgrado un elenco infinito di violazioni, appoggia Sala lo stesso.
La Commissione Paesaggio agiva in modo arbitrario; se un progetto era presentato da X, era bocciato, se lo stesso identico progetto era presentato da Y, in una settimana era approvato. Privatizzazione assoluta delle decisioni di come amministrare la città non per il bene comune ma per guadagni privati. Il modello Milano diventa il sistema Milano, con una arroganza senza fine e media che insistono ad elogiarlo. Ma che senso ha parlare di sviluppo di una città se si arricchiscono dieci persone e soffrono tutti gli altri? Col sistema Milano abbiamo un’altra faccia della corruzione, in cui centrodestra e centrosinistra sono dentro allo stesso titolo.
Come disse Edoardo Galeano: “Lo sviluppo è un viaggio che lascia più naufraghi che navigranti”
La Schlein intanto continua a sostenere Sala,
Vedi su youtube “Cosa sta accendo a Milano.- Di Battista. Barbacetto.
https://www.facebook.com/share/v/1Z2JcXzoMc/
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