La risoluzione Sardone (Carroccio): “Nessuna vuol mettersi un sacco dell’immondizia con questo caldo”. E Aya Ashour insultata sui social perchè lo indossa

(di Tomaso Montanari – ilfattoquotidiano.it) – “Il velo islamico non rappresenta in alcun modo un ‘valore europeo’. In Europa le donne si sono liberate, dopo secoli di battaglie, da simboli di sottomissione come questi e non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alle nostre conquiste in nome del politicamente corretto caro alla sinistra”. Era il luglio 2022 quando Giorgia Meloni postava queste parole. Evidentemente, il velo delle donne islamiche è adattissimo alle campagne estive di semina dell’odio: attività cui oggi si dedica la Lega, che presenta (a firma dei deputati Rossano Sasso e Silvia Sardone) in Commissione Cultura della Camera una risoluzione con cui impegna il governo a “vigilare su iniziative scolastiche legate alla religione islamica”: fino ad adombrare il divieto del velo nelle scuole. Sardone spiega perché, con la consueta finezza leghista: “Per la mia opinione personale tutti i veli islamici sono simboli di sottomissione. Perché io non credo che una donna libera, con la temperatura che abbiamo in questi giorni, abbia voglia di andare in giro con un sacco dell’immondizia addosso. Per non urtare i musulmani ci stiamo annullando. L’islamizzazione non avviene da un giorno all’altro, ma se non mettiamo dei paletti sarà un epilogo certo”. Parole capaci di attizzare incendi, specie in ambienti tossici come il social X di Elon Musk, dove, per esempio, la giovane ricercatrice di Gaza Aya Ashour (ben nota ai lettori del Fatto) è stata linciata perché nelle sue prime immagini italiane indossa il velo. “Non riesco davvero a capire”, ha scritto: è molto triste doverle spiegarle che l’Italia è anche questo. Triste, ma istruttivo: perché ci costringe a vedere meglio le caratteristiche fondamentali di questa schifosa campagna. La prima è la totale strumentalità: delle libertà e della dignità delle donne a costoro non importa ovviamente un fico secco, come dimostrano le posizioni su aborto e natalità. Non risulta che i nostri fascistoidi si siano mai scagliati contro il velo delle monache e delle suore cattoliche, o delle ‘donne modeste’ delle comunità ebraiche degli haredim, in Israele. Né che abbiano fatto polemica contro il protocollo vaticano, che imporrebbe (almeno in teoria) il velo nero alle donne ricevute dai pontefici. Ad essere simboli di sottomissione sarebbero soli i veli “islamici”, non quelli imposti alle donne da altre religioni: il punto non è l’emancipazione delle donne, ma l’odio verso l’Islam. E questo ci porta alla questione di fondo: l’“epilogo certo” dell’islamizzazione dell’Italia, dell’Europa, dell’Occidente. Bisogna essere chiari: non sono solo i due improbabili leghisti a pensarla così. Nell’imbarazzante monologo che Giorgia Meloni ha pronunciato davanti a un genuflesso Alessandro Sallusti (La versione di Giorgia, Rizzoli 2023), la (anzi, il: a proposito di emancipazione delle donne) presidente del Consiglio ribadisce la sua convinzione sull’esistenza di un complotto delle “grandi concentrazioni economiche” per favorire una immigrazione africana e islamica “funzionale al disegno del cosiddetto melting pot, cioè di mescolare il più possibile per diluire” l’identità occidentale, europea, italiana. Lo scopo scientemente perseguito sarebbe quello (parole di Meloni) di “snaturare l’identità delle nazioni” europee (cioè bianche e cristiane). Coerentemente, Meloni difende il cognato ministro Lollobrigida, che giudica incomprensibilmente attaccato per aver parlato di ‘sostituzione etnica’, un’espressione per lei da evitare solo per il bollo d’infamia che la sinistra sarebbe riuscita ad imprimerle, ma giusta ed esatta nella sostanza: “È l’altra faccia della medaglia buonista – dice Meloni – una faccia mostruosa: famiglia, sesso biologico, appartenenza nazionale, fede religiosa, ogni ambito identitario è diventato improvvisamente e velocemente un problema. Tutto ciò che ti definisce, che dice chi sei, è un nemico da abbattere, viceversa tutto ciò che diluisce viene sbandierato come fosse la nuova frontiera del progresso”. Sono le parole d’ordine che uniscono il fronte mondiale delle estreme destre: dai più violenti neonazisti (anche quelli che sparano, come il leghista Luca Traini) fino a Orbán, e Trump. È bene ricordarlo a chi ciancia di una Meloni moderata, ma circondata da trogloditi e scalmanati: una versione ripetuta usque ad nauseam per Mussolini stesso. Ebbene, no: chiamare il velo islamico “sacco di immondizia” significa solo esplicitare le idee continuamente ripetute da Meloni in persona. E infine c’è un terzo punto: il disprezzo per la Costituzione antifascista, e per le sue libertà, tra le quali c’è anche quella di vestirsi come si vuole, e di non essere discriminati per la propria religione. Non c’è alcun dubbio che ci sia molta strada da fare perché tutte le donne siano libere (nell’islam, nel cristianesimo, nel consumismo capitalista…) di fare davvero ciò che vogliono del loro corpo: ma è una strada decisamente diversa da quella percorsa dal razzismo, dall’islamofobia, dal suprematismo bianco.
ottimo ,grazie Montanari.
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Checcosa c’entri il velo imposto alle suore dalla Regola alla quale esse decidono liberamente di aderire con il velo, ma soprattutto il burqa (o magari anche l infibulazione) imposto a qualunque donna, lo voglia o meno, pena punizioni corporali quando non la condanna a morte, lo sa solo il signor Montanari.
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Come mai non sei riuscito a capire quel che hai letto lo sai solo tu
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L’articolo è sul FQ. Qui è ripreso identico anche nel titolo e, lì, sotto il titolo c’è la firma di Montanari. Quindi, ciò che il titolo esprime dobbiamo considerarlo espressione del Montanari pensiero o, comunque, che gli stia bene (il che non vi viene difficile, visto che è un mangiapreti) altrimenti, conoscendolo, lo avrebbe contestato.
Sullo stile espressivo attribuibile ai due politici citati non ho niente altro da dire se non che i buzzurri sono molto lontani dal mio modo d’intendere, di ragionare e parlare.
Sui contenuti forse non sarebbe male qualche distinguo in più, che vada oltre l’opinabile modo di esprimersi, dato che non mancano episodi nei quali scuole e altre istituzioni si sono dimostrate prone ad un modo d’intendere l’integrazione che in pratica significa: fate quello che vi pare anche se siete a casa nostra.
per esempio, riguardo la religione, non è integrazione levare i propri simboli, non fare il presepe o non festeggiare il Natale come tanti montanarini farebbero (a volte fanno) senza pensarci su due volte. Semmai lo è aggiungere quelli degli altri, nel rispetto e riconoscimento reciproco. Altrimenti ha buon gioco chi parla di islamizzazione (d’altra parte, son cose che noi conosciamo bene: non abbiamo forse “cattolicizzato” il mondo intero a suo tempo ? ).
Ma per tornare al titolo che poi riassume non tutto, ma una parte significativa del senso dell’articolo, ripeto: che c’entra la libera scelta della suora, anche di accettare il significato “religioso” del velo, con l’obbligo che patiscono, per esempio in Iran, almeno 45 milioni di donne (circa la metà di quel popolo, vista la distribuzione dei sessi in natura)?
E’ vero che una parte di esse accetta la cultura; ma potrebbe fare diversamente? Oppure, conosce quello che vi è al di fuori, lo ha mai visto per farci un paragone e “scegliere”? Perché se il tuo perimetro è una gabbia, la gabbia è la tua realtà. Quindi, che “scelta” può mai essere? Se questo discorso vale per la Chiesa dei secoli passati che permeava la vita delle persone ovunque, perché non vale per una società come quella, permeata da un’altra religione, per giunta caratterizzata, non sempre, ma nemmeno troppo di rado, da fanatismo?
Ancora una volta, dunque: che c’entra la suora con le donne sottoposte alla cultura islamica? Un bel nulla c’entra se non nel senso d’essere funzionale in questo caso alla visione di una persona che vede fascisti dappertutto e usa ogni occasione per rivoltare le cose orientandole sul suo punto di vista.
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GABRIEL RUFIÁN – PARLAMENTO SPAGNOLO
A un certo punto, ieri, il portavoce di ERC (Sinistra Repubblicana di Catalogna) si è alzato in piedi nel parlamento spagnolo, ed ha demolito pezzo per pezzo l’ipocrisia della destra contro l’aborto, contro i migranti, contro la corruzione e su Israele.
Prima si è rivolto al leader di Vox Santiago Abascal, epigono dello svalvolato, che vorrebbe deportare 8 milioni di migranti, compresi i figli nati in Spagna:
“Voi dite che espellerete 8 milioni di migranti in questo Paese e anche i loro figli. Anche il calciatore Lamine Yamal, no? Anche il calciatore Nico Williams, no? Non credo.
A parte la battuta, mi mandate in confusione: non volete gli indipendentisti perché non vogliono essere spagnoli, ma poi non volete nemmeno i migranti perché vogliono essere spagnoli.
Allora, chi volete voi? Non volete nessuno. Ma vi dico una cosa: voi non espellerete nessuno. Nessuno. E tantomeno 8 milioni di persone in questo Paese. Primo, perché se espellete così tanta gente alla fine dovrà lavorare perfino Santiago Abascal. (Salvini è stato colpito da acufene).
E secondo, perché voi non rappresentate quei migranti. Voi rappresentate gli imprenditori che li sfruttano. Ripeto, voi rappresentate gli imprenditori che li sfruttano. E se gli imprenditori che li sfruttano si accorgono di quello che state facendo, vi divoreranno. Vi divoreranno”.
Poi, a proposito dei casi di corruzione nel Partito Socialista spagnolo, ha ricordato la differenza morale tra destra e sinistra:
“La sinistra non può rubare, signori del PSOE. Noi non possiamo, quelli di destra sì. Questo non significa che la sinistra non rubi: significa che non può e non deve farlo. Perché la penalizzazione per noi è estremamente maggiore: quando la sinistra ruba, la nostra gente piange. Quando la destra ruba, la sua gente si mette in fila e vota”.
E infine, ha disintegrato l’ipocrisia della destra sull’aborto citando i bambini ammazzati a Gaza:
“Chi qui è contro l’aborto? Alzi la mano. Dai, siate coraggiosi, come quando andate a molestare le donne davanti alle cliniche abortive.
Siate coraggiosi. Chi è qui contro l’aborto? Alzate la mano. Forza, alzate la mano, non è una trappola. Beh, un pò sì, ma alzate la mano.
Va bene, qualcuno con la testa mi fa segno di sì.
La domanda che vi faccio, signori e signore, è: com’è possibile che crediate di difendere la vita di uno zigote di 15 giorni e, invece, applaudiate per l’assassinio di 15.000 bambini a Gaza, 800 dei quali hanno meno di un anno, che sì, sono vivi, che sì, hanno il cuore che batte?
Com’è possibile che andiate davanti alle cliniche abortive a molestare donne per uno zigote di 15 giorni e, invece, applaudiate per l’uccisione quotidiana di bambini a Gaza?
Com’è possibile? Com’è possibile? Ve lo dico io. Perché non avete vergogna. Fate morire di fame bambini e bambine, persone, ma insomma, dite che mantenete i valori.
Ma quali valori occidentali? Bruciare bambini nelle tende dei campi profughi, assediare un intero popolo, assassinare, far morire di fame.
Questi sono i valori occidentali? Io non li voglio, anche se li chiamate così.
E ancora, signori e signore, come si chiama il credersi un popolo eletto? Come si chiama l’assediare un altro popolo? Come si chiama l’usare la propaganda come arma di guerra? Come si chiama assassinare, bombardare e uccidere civili, donne e bambini? Come si chiama?
L’unica differenza, ripeto, tra Auschwitz e Gaza è che lo stiamo vivendo adesso e che possiamo ancora fermarlo.
Questa è l’unica differenza”.
Giovanni Cizza – Rino Girimonte
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Grazie per il post. Discorso esemplare, averne gente così nel nostro Parlamento!
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La mia religione, il Birillesimo, mi impone di andare in giro con il birillo di fuori. Non voglio essere discriminato
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San Paolo,,Prima lettera ai Corinzi,:
“di ogni uomo capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo. Ogni donna che prega senza velo manca di rispetto al proprio capo. L’uomo è gloria di Dio, la donna gloria dell’uomo. Per questo deve portare sulla testa un segno della sua dipendenza”.
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