
(Tommaso Merlo) – Non doveva succedere mai più a nessuno ed invece eccoci all’ennesimo sterminio di un popolo colpevole di dar fastidio ad una ideologia politica. Perché è questa la sostanza, oggi come allora. Politicanti e regimi che si mettono in testa qualche idea e per imporla arrivano al genocidio di esseri umani innocenti. Che succeda oggi è ancora più grave perché nel frattempo ci siamo dotati di istituzioni e regole anche internazionali per evitare certe catastrofi. Ed invece nessuno è riuscito a fermare la furia sionista ed anzi, molti dei paesi hanno addirittura armato i carnefici. Paesi democratici occidentali che per anni hanno basato il loro complesso di superiorità sui diritti umani ma che davanti al genocidio nel secolo o non hanno mosso un dito o sono addirittura complici. Davvero deprimente, ma per uscirne bisogna guardarsi allo specchio. Se i palestinesi fossero biondi e cristiani non saremmo arrivati a questo punto. C’è anche tanto razzismo dietro a Gazaushwitz e una strisciante islamofobia. Chiunque critica il criminale governo israeliano viene accusato a vanvera di antisemitismo, ma nessuno parla dei pregiudizi e addirittura dell’odio verso arabi e musulmani che aleggia dietro alla carneficina di Gaza e a decenni di stragi. Solo se consideri i palestinesi come bestiame puoi del resto arrivare a commettere certe atrocità o girare la testa dall’altra parte. E alla fine non c’è nulla di nuovo sotto il sole, la pulizia etnica dura da decenni come del resto la nostra complicità. L’Occidente ha lanciato il fallimentare e sanguinario progetto coloniale israeliano e lo ha sempre sostenuto. Le armi gliele abbiamo sempre fornite noi e abbiamo sempre chiuso occhi e orecchie permettendo ad Israele di calpestare le risoluzioni dell’ONU e la legge internazionale ed agire in piena impunità anche davanti a crimini conclamati. Coi politicanti occidentali ridotti a fare un penoso tifo con frasette preconfezionate tra un massacro e l’altro. Complicità materiale ma anche politica, se il sionismo è arrivato fino a questi livelli indecenti, la responsabilità è delle nostre ipocrisie. Abbiamo permesso al sionismo di farla sempre franca e quindi di fortificarsi fino arrivare all’orrore di questi mesi. L’Occidente aveva ed ha il potere per obbligare israeliani e palestinesi a sedersi attorno ad un tavolo e trovare una soluzione pacifica, ma non lo ha mai fatto. Abbiamo continuato a fare affari con Tel Aviv e li abbiamo riempiti di armi all’inverosimile considerandoli una democrazia modello come le nostre ed abboccando alla loro diabolica propaganda. Un embargo economico e militare per obbligare Israele a dialogare doveva essere imposto decenni fa, per costringerli ad applicare perlomeno gli accordi del 67. Ma i meriti di questa deriva vanno anche dati anche alla lobby sionista che è riuscita a conquistare nel tempo un potere abnorme a Washington e di conseguenza in tutte le colonie europee, decidendo di fatto la politica estera occidentale in Medioriente. Un’operazione lobbistica globale davvero impressionante con ramificazioni ai più alti vertici politici e mediatici. Ma anche questo glielo abbiamo permesso noi che siamo il regno della mafia lobbistica dove qualunque potentato danaroso si impone sulla volontà popolare. Già, dobbiamo guardarci allo specchio. Siamo tutti complici del genocidio del secolo perché abbiamo permesso un tale degrado democratico con classi dirigenti davvero imbarazzanti ed un conformismo a matrice carrieristica da voltastomaco. C’è poi un problema grosso a livello di comunità internazionale dove ancora persistono i ridicoli equilibri del dopoguerra e feticci giurassici come il potere di veto all’ONU che ha consentito agli Stati Uniti di coprire le spalle agli israeliani a prescindere. Non è vero che vi sono regole comuni e valori condivisi, le singole nazioni hanno il potere di calpestare le istituzioni e le leggi internazionali a seconda del vento politico che tira e del tornaconto. Ed eccoci qui, all’ennesimo sterminio di un popolo colpevole di dar fastidio ad una ideologia politica. Eccoci a Gazaushwitz che non deve cessare col fuoco, ma deve essere una grande opportunità di crescita. Sotto le macerie di Gaza c’è finita l’ipocrisia occidentale e un sistema internazionale fallito. Bisogna tornare a dirsi che certe tragedie non devono succedere mai più a nessuno e chiedersi come riuscirci, bisogna ritrovare la speranza e dar vita ad un mondo migliore.
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AMARCORD – I PRIMI GENOCIDI DEL GIOVANE PUTIN – In CECENIA E’GENOCIDIO?
Il 20% della popolazione uccisa, il 50% profuga. Un terrorismo di Stato circondato dal silenzio di una stampa imbavagliata. La disperazione dei ceceni. L’indifferenza colpevole dell’Europa. Intervista a Olivier Dupuis.
Olivier Dupuis, sociologo, eletto segretario del Partito radicale transnazionale nel 1995, membro del parlamento europeo, lo scorso gennaio ha intrapreso uno sciopero della fame affinché la questione del genocidio ceceno sia finalmente affrontata con determinazione, dal punto di vista politico e umanitario, dalle autorità dell’Unione Europea e degli Stati membri.
Si può parlare di genocidio in Cecenia?
E’ evidente che questo genocidio prende forme diverse da quelle che conosciamo: non ci sono le camere a gas, non ci sono le forze armate, come nel caso armeno, che massacrano durante qualcosa che assomiglia più o meno a un conflitto. In Cecenia è una cosa diversa, intanto parliamo di una guerra che si protrae da almeno dieci anni (la prima guerra russo-cecena va dal ’94 al ’96, ripresa poi dal ’99 fino ad oggi) e questo è un elemento importante per valutare la natura e l’ampiezza del fenomeno in atto. Ricordiamoci poi che stiamo parlando di una popolazione di circa un milione di abitanti, dei quali si stima ne siano morti tra i 150.000 e i 250.000, il 20% circa, nell’arco di dieci anni.
A questi vanno aggiunti il numero dei feriti e soprattutto di coloro che sono rimasti invalidi, combattenti ma spesso anche civili, bambini, donne, anziani, ecc., e anche qui parliamo di decine di migliaia di persone. Inoltre bisogna considerare un numero altissimo di rifugiati; qui le stime variano, è difficile fare un censimento, ma anche in questo caso si parla di 250.000-300.000 rifugiati interni (cioè ceceni che sono rimasti in Cecenia ma che sono stati costretti ad abbandonare la propria casa perché distrutta o perché la città in cui vivevano era diventata troppo pericolosa) e di oltre 200.000 rifugiati al di fuori della Cecenia. Molti si trovavano in Inguscezia, ma da un anno a questa parte le autorità russe hanno messo in atto una politica di espulsione, chiudendo questi campi profughi e innescando una serie di manovre e di logiche che hanno costretto questi rifugiati a tornare in Cecenia. Di questi, una parte oggi è entrata a far parte del numero dei rifugiati interni, un’altra è fuggita all’estero; una decina di migliaia probabilmente è andata in Azerbaijan, alcune migliaia in Georgia, parecchi in Russia, e sempre di più nell’Unione Europea. Oggi poi molti si stanno dirigendo anche verso i paesi confinanti con la Russia che ora fanno parte dell’Unione Europea, come la Polonia ad esempio, ma anche verso l’Ucraina e altre ex repubbliche sovietiche. In particolare c’è un grosso flusso verso il Kazakistan, che fu il loro paese di “accoglienza” durante la deportazione in Asia Centrale del popolo ceceno e di altri popoli del Caucaso, messa in atto da Stalin nel ’44. Avendo sempre mantenuto contatti con quel paese, e in mancanza di soldi per rifugiarsi nell’Unione Europea, che è sempre la via più ambita ma anche più costosa, il Kazakistan -o anche l’Uzbekistan- diventano paesi rifugio accettabili pur di fuggire dalla Cecenia, ma anche dalla Russia.
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AMARCORD – I PRIMI GENOCIDI DEL GIOVANE PUTIN – BIS ( Internazionale )Le stragi in Siria segnano la fine del diritto umanitario
Catherine Cornet, giornalista e ricercatrice
23 febbraio 2018 – L’assedio di Aleppo è finito in un bagno di sangue solo un anno fa, nel dicembre del 2016. Oggi assistiamo nella Ghuta orientale al lancio delle stesse bombe per mano dal regime e del suo alleato, la Russia. Si tratta delle barrel bombs, che vengono lanciate dagli aerei sulle città causando danni inimmaginabili.
“Assistiamo sempre alla solita storia”, scrive il quotidiano panarabo Al Araby. “Decine di testimoni rischiano la vita per mostrarci le immagini sconvolgenti dei corpi tra le macerie, le urla delle donne e degli uomini feriti, i bambini terrorizzati in mezzo alle rovine. La stessa scena si ripete, cambia solo la data”.
“Sterminio”, “genocidio”, gli osservatori sul campo sono unanimi: oltre 400mila persone sono intrappolate alla periferia di Damasco e vengono bombardate senza via di uscita. Il regime di Assad prima ha affamato la popolazione della Ghuta orientale: in una delle zone più agricole della Siria, gli abitanti erano finiti a mangiare erba. Già nel 2013 aveva ucciso circa 1.700 persone lanciando gas sarin sulla regione, fatto così sconvolgente che aveva quasi spinto l’allora presidente statunitense Barack Obama a intervenire. Ora il regime sta prendendo di mira, come già in precedenza, gli ospedali della zona.
In cinque giorni gli aerei di Assad e quelli russi hanno sganciato bombe ogni minuto o due, i civili non possono uscire dall’enclave e aspettano solo la morte, come i 400 – di cui almeno novanta bambini – uccisi finora. Il corrispondente di Al Araby afferma che sembra la fine del mondo. Simon Tisdall scrive sul quotidiano britannico The Guardian che stiamo assistendo a una nuova Srebrenica e stiamo di nuovo voltando lo sguardo dall’altra parte: “Oggi nella Ghuta orientale, come a Srebrenica nel 1995, vengono commessi crimini che potrebbero costituire un genocidio. A novembre, Ratko Mladić è finalmente stato condannato per genocidio all’Aja. Ci sono voluti 22 anni. Quanti bambini moriranno prima che giustizia sia fatta in Siria?”.
Il corrispondente di Enab Baladi, un giornale dell’opposizione, è certo di quello che sta avvenendo nella Ghuta: stiamo assistendo a una “guerra di sterminio contro la popolazione civile”, preparata a tavolino prima di passare all’assalto terrestre.
Assad sta violando tutte le regole del diritto internazionale umanitario, esattamente come l’organizzazione Stato islamico
Di fatto, con i crimini di guerra ripetuti in Siria dall’inizio della guerra e senza nessuna risposta concreta della comunità internazionale, siamo davanti alla fine di un mondo, quello in cui le relazioni internazionali, dalla seconda guerra mondiale in poi, erano bene o male gestite in modo multilaterale dalle Nazioni Unite.
La dichiarazione delle Nazioni Unite del 2005 sulla responsabilità di proteggere dice: “Ogni stato ha la responsabilità di proteggere la sua popolazione da genocidio, pulizia etnica e crimini contro l’umanità. (…) La comunità internazionale deve essere pronta a incoraggiare e aiutare gli stati a esercitare questa responsabilità e attraverso le Nazioni Unite ha anche la responsabilità di prendere un’azione collettiva destinata a proteggere queste popolazioni, in conformità con la carta delle Nazioni Unite”.
La comunità internazionale ha quindi deciso di scrivere delle regole per la guerra per impedire ai tiranni di massacrare il proprio popolo. Che succede ora con Bashar al Assad? Sta violando tutte le regole del diritto internazionale umanitario esattamente come l’organizzazione Stato islamico, ma le potenze occidentali sembrano assolutamente incapaci di reagire. Davanti alla mancanza di interlocutori nell’opposizione siriana, si pensa che si dovrà comunque parlare con Assad, forte del sostegno russo. Al contrario, in una lettera pubblica diretta al presidente francese Emmanuel Macron, l’universitario ed ex diplomatico in Siria Jean Pierre Filiu richiama alla necessità di una posizione morale contro il falso realismo che non sta portando da nessuna parte: “La morale è un’arma strategica davanti alla barbarie”.
Le giustificazioni del regime
La Ghuta orientale è una delle regioni da cui è partita la rivoluzione contro Assad. Negli anni si sono anche infiltrati nella zona varie forze jihadiste, come Jebhat al Nusra, che la settimana scorsa ha attaccato Damasco. L’agenzia di stampa ufficiale del regime, Sana, giustifica l’attacco nella Ghuta orientale in questi termini: “Una fonte del commando della polizia a Damasco ha fatto notare che uomini armati si stanno nascondendo a Ghuta e hanno preso di mira con lanci di missili la zona di Bab al Salam, nella città vecchia di Damasco, ferendo alcuni civili e causando alcuni danni”.
Assad non può tollerare che questa zona così vicina a Damasco sia in mano ai ribelli. Il massacro della Ghuta ricorda quello di Aleppo, che a sua volta ricorda Douma, oppure Homs. In queste zone ribelli che resistono ancora dopo sette anni di guerra, l’isteria del bombardamento dimostra che il regime sta pensando a una soluzione finale: radere tutto al suolo.
Davanti ai nostri occhi il regime di Bashar al Assad sta svuotando la Siria della sua popolazione. Sui 17 milioni di siriani, 13,5 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria, sei milioni sono sfollati internamente, cinque milioni hanno lasciato il paese. Con i massacri ripetuti ad Aleppo, Hama e ora la Ghuta orientale, continuerà inesorabilmente l’esodo. In Europa, che si può raggiungere in barca, gli sfollati di Assad sono ormai parte dei dibattiti politici nazionali.
La comunità internazionale, identificata come “occidente”, è largamente screditata dalle operazioni statunitensi in Afghanistan e in Iraq, ma anche in Libia. Questo rende la responsabilità di proteggere molto problematica. E, così, quelli che sono sul campo non hanno più speranza.
Il giornalista siriano Rami Jarrah dice: “Noi siriani non vediamo più oggi alcuna soluzione per mettere fine a questa guerra”.
Anche le organizzazioni umanitarie sono ammutolite, come l’eloquente messaggio dell’Unicef, un comunicato bianco con una nota: “Non abbiamo più parole per descrivere la sofferenza dei bambini e il nostro sdegno. Quelli che stanno infliggendo queste sofferenze hanno ancora parole per giustificare i loro atti barbarici?”
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ED, non mi costringere a leggere questi tuoi due lunghi commenti, fammene una sintesi: sei dalla parte del ReArm, e quindi di Ursula Guerrafonderleyen & Merdz o dalla parte di quella metà Pd che si schiera (ma ancora non lo dice) contro?? O di qua o di là!
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Pro o contro Israele??
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Non voto PD, penso che Israele se non di genocidio sia colpevole di sterminio premeditato e continuato di civili, vorrei che l’Europa avesse una politica comune e quindi un esercito comune.
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“… sei dalla parte del ReArm, e quindi di Ursula Guerrafonderleyen & Merdz o dalla parte di quella metà Pd che si schiera (ma ancora non lo dice) contro??”.
Scusa ED se m’intrometto e rispondo io a Gae. Ma resto in tema Amarcord eh.
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L’arte contro la fisiologia. Non c’è paragone… vince l’ARTE!
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Bisogna che tu ti decida, se ogni attacco a civili, assedio, bombardamento, e’ un genocidio e non un atto di guerra, allora l’ assedio a San Pietroburgo, al tempo Leningrado, e’ stato un genocidio, le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki sono state un genocidio, il bombardamento Nato su Belgrado e sull’ Irak sono stati un genocidio, la gassazione dall’ alto in Etiopia da parte dei fascisti italiani e’ stato un genocidio, ogni altra azione in questi termini, indipendentemente se compiuta da americani, europei, NATO, russi, israeliani, e’ un genocidio e non guerra, come hai recentemente definito l’ assedio a Gaza! Non si tratta di essere pro o contro, si tratta che è riprovevole, meschino , ipocrita, vedere colpe/crimini di chi non ci piace, ed assolvere gli altri derubricando gli stessi crimini ad effetti collaterali di guerra! Israele è colpevole di sterminio premeditato? Altrimenti detto genocidio…..o abbiamo altre definizioni? E mi pare che nel tuo commento passato tu scrivessi di un Netanyahu vincente, in grado di avanzare per vincere la guerra, quindi a Gaza c’è una guerra per te, non uno sterminio premeditato e continuato di civili……ecco mantieni questo parametro di valutazione per tutti, perché di atti barbarici da far ammutolire sono stati compiuti da tutti nella storia, passata e recente, e chi fa distinzioni strumentali e faziose, e’ parte del problema e non la risoluzione, anche se non vota PD…..se sei così doppiopesista naturalmente, senza alibi di appartenenza, politica o partitica, e’ pure peggio! A me chi massacra il proprio popolo o popoli altri, fa schifo, indipendentemente da nazionalità, religione, etnia, struttura politica democratica, oligarchica, dittatoriale, da lingua o partito….non voto PD eppure sono esattamente all’ opposto dei tuoi parametri di valutazione di crimini e criminali, ed un’ Europa armata per commetterli, come fatto in passato, nell’Europa fascista , nazista e franchista , o assoggettata ai crimini dí chicchessia , americano, russo, ucraino, turco o israeliano, non la voglio! L’ unica politica europea auspicabile è quella di condannare chiunque commetta crimini, in nome del proprio pregresso storico , da colpevole criminale , che ha imparato la lezione!
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Ma infatti.
Era meglio lasciare la Cecenia in mano ai fascioislamisti, come c’é stato il gravissimo rischio che fosse specialmente nel secondo conflitto.
Per quanto atroce il conflitto (anzi le guerre) di Cecenia alla fine non hanno affatto genocidato il popolo.
Come del resto non l’hanno genocidato le bombe del conflitto di Corea dove anche lì morì forse il 20% degli abitanti.
Adesso la Cecenia è ricostruita, e i ceceni sono alleati di Mosca.
Mentre in Siria abbiamo i tagliagole islamisti al potere che stranamente se la intendono di gomito con i sionisti e pure gli americani.
Bel progresso, complimenti.
Lo sterminio di alawiti e cristiani in Siria DOPO la fine di Assad non è genocidio, ovviamente.
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Capito la tua logica (?) avvoltoio, e’ semplice: tutto quello che fanno i tuoi connazionali e’ fondamentalmente corretto e pienamente doveroso e giustificabile. Dove passano i russonazi lasciano prati fioriti e popolazioni felici . Che bello!
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1- io sono italiano e
2- se ti sembra che con i tagliagole di Al Nousra la Siria stia meglio fattici un giro e spacciati per alawita.
Lo so che sei un segaiolo della peggio specie, per cui non aspettavi altro.
Dopo mesi e mesi di mazzate, la notizia di qualche azione terrorista dei tuoi amici naziucraini ti ha ringalluzzito.
Ma non farti illusioni. Di quel che è successo oggi è una disgrazia per tutti.
Fosse solo per te, sarebbe stato solo un piacere.
Ma non è collegato solo a te purtroppo.
Riguarda tutti anche chi la guerra non la vuole (salvo essere accusato dai cialtr0ni come te di volerla).
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Qualsiasi riferimento al genocidio ucraino od al genocidio palestinese, non e’ puramente casuale.
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ALLA FINE GLI SQUALI DEL MERCATO SI SBRANERANNO DA SOLI
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Mi chiedo sempre a cosa servono questi video. Quale risultato positivo hanno sulle cause che sostiene?
Secondo me peggiora, col suo piccolo contributo che si unirà a tanti piccoli contributi nel mondo, le cause che sostiene.
Non bastavano le fesserie #sontuttiuguali e #fantuttischifo, mo’ c’è pure #soloadesso.
Concetti che implicitamente sono propaganda pro astensione senza se e senza ma. Prendendo per veri quegli hashtag, che sono i dogmi della stragrande maggioranza di chi si è scelto il mestiere del controinformatore, non solo in Italia, l’unica conclusione a cui si può arrivare è che recarsi alle urne per votare sia cosa da decerebrati o senzienti aguzzini; invece i buoni che “hanno capito” non votano.
Non c’è un’altra conclusione a cui si possa arrivare prendendo per veri quei concetti ESPLICITAMENTE affermati in più occasioni.
Poi mi chiedo se sia moralmente giusto CENSURARE con la peggiore delle CENSURE, ovvero far finta che non esistano tutti quei presunti “uguali” che, almeno sull’argomento trattato e NON DA OGGI, la pensano come lei o quasi.
Io non ci riuscirei mai.
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Allora, secondo te, sarebbe forse meglio tacere e andare a votare (in solitudine)?? Oppure è più saggio andarci (in compagnia) dopo aver dato spunti di riflessione e stimoli proprio a chi avrebbe intenzione di astenersi?? La critica a volte è intrisa di nichilismo (pars destruens), ma in questo caso è dichiarato ed esplicito. Mentre quando è alternativa (pars costruens) incoraggia l’indignazione ma pure la voglia di cambiare le cose. Come? ANDANDO ALLA MANIFESTAZIONE (anche con lo spirito) PRIMA, E A VOTARE DOPO (a partire dai referendum). Chi ha già deciso di astenersi, non fa né l’una né l’altra cosa.
Il problema semmai è per chi votare. Ma su questo i ragionamenti sono tanti e vari che non c’è che l’imbarazzo della scelta. Vince sempre chi è più razionale e più convincente di altri attraverso le reali e realistiche intenzioni programmatiche.
Guarda… voglio essere generoso facendoti un esempio concreto: tu lo voteresti un partito Giano bifronte come il PD, che dice pace ma subito dopo accetta il ReArm??
La mia massima aspirazione è… finalmente uscir dall’incubo della notte che non conosce mattino per… riveder le stelle brillar, sul far dell’alba!
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AI Overview dice:
La “fallacia della falsa dicotomia” (o “falso dilemma”) è un errore logico che consiste nel presentare una situazione come se avesse solo due possibili soluzioni, quando in realtà ne esistono molte altre.
Non esiste nessuna divinità che ci obbliga a scegliere tra “tacere” o mentire col #sontuttiuguali.
Una bugia rimane una bugia, con o senza nichilismo.
Chi non è consapevole che trattasi di una bugia non avrà nessuno “spunto di riflessione” che lo conduca alle urne, unico modo per PROVARE a MIGLIORARE qualcosa, ma anzi viene rassicurato di essere “quello che ha capito”, “l’evoluto” dei racconti di “merli parlanti”.
Quello che pensi te, sull’utilità che avrebbero questi video, purtroppo non è quello che pensano gli altri followers. Al 99,99% saranno tutti “evoluti” in cerca di conferme sul proprio “altissimo stato evolutivo”.
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X Ladis Slavi:
Capisco che ti roda che Pubble non faccia differenza con Conte e gli altri politicanti italiani (e infatti nemmeno io sono d’accordo).
Detto questo, avresti rotto le 00 pure te.
Se non ti garba Pubble non guardarla, non ti preoccupare, nessuno sentirà la mancanza dei tuoi preziosi commenti.
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x smsparviero
A me non rode niente perchè la mia vita non cambia più di tanto se al Governo di qualsiasi Paese ci va tizio o caio.
Non ci vivo io sotto le bombe. Non ci vado io a mangiare alla mensa dei poveri.
Potrei fare cose molto più divertenti che stare qui a commentare e criticare i commenti e i video che vengono proposti. Ma se lo faccio è perchè ho una coscienza che mi impone anche di spiegare perchè sia sbagliata e controproducente la becera falsa retorica qualunquista del #sontuttiuguali, indipendentemente da chi la fa e perchè.
Se tu non ce l’hai questa coscienza è un problema tuo che io non posso risolvere.
Troppo comodo uscirsene con “anch’io non sono d’accordo” e far finta che sia una cosa normale e accettabile aver fatto diventare invisibili gli “uguali”.
La BUGIA del #sontuttiuguali è una delle cause che impedisce un cambiamento, piccolo o grande che sia, in positivo.
Ora, mi raccomando, fai finta di non capirlo.
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“…La BUGIA del #sontuttiuguali…”:
ben, sì, è una BUGIA, infatti sono uno peggio dell’altro.
Non escluso il tuo cocco, il masticabrodo di Voltagabbana Appula.
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@ Ladis Savi: credo che ci sia un grosso equivoco.
La causa che sostiene Pubble, che poi è identica a quella dei mille altri acchiappagonzi di cui il web trabocca (specialmente dal Covid a questa parte), e da cui quotidianamente si abbeverano i depensanti drammaticamente a corto di senso critico, non è quella controinformativa/palestinese/russa/eccetera: è una causa ben più terra-terra, ovvero quella del suo stesso portafogli.
Se la vedi in quest’ottica, diventa oltremodo evidente come questi video abbiano il risultato positivo di aumentare le visualizzazioni, raccontando ai fessi quello che gli piace tanto sentirsi dire, in cambio di qualche miserabile clic (i maggiori contribuenti, i più irrecuperabili, sono quelli che postano e ripostano ossessivamente lo stesso video).
Si tratta di veri e propri spacciatori di indignazione a basso costo (condita da abbondante qualunquismo, che si porta sempre su tutto): una categoria vecchia quanto il mondo, che per lungo tempo ha vissuto relegata ai margini dei banconi delle osterie, e che per trasformarsi in una sottospecie di mestiere ha dovuto attendere la monetizzazione resa possibile da un sito americano, ospitato su server americani su un medium inventato dagli americani, dal quale possono finalmente vomitare tutto il loro becero antiamericanismo (di facciata, ça va sans dire: pecunia non olet), di cui i gonzi di cui sopra vanno particolarmente ghiotti.
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X Ladis Savi:
Ripeto: non sei obbligato a vedere i suddetti video.
E io non sono un fan apprescindere di Pubble ma preferisco ascoltarla piuttosto che fare la comare stizzita come te.
X JD:
Se tu non fossi quel che sei, sapresti che Pubble se la passerebbe molto meglio se evitasse certi argomenti che tra le altre cose, espongono a demonetizzazione, shadow-ban e rischio in casi estremi di chiusura del canale.
Ma lei ha una coscienza, che secondo te è il portafoglio.
Tu hai ancora il pugno meccanico infilato per il qulo con grave nocumento per la libera circolazione delle idee tra i due neuroni (uno per chiappa) e dei trenini Lima che fanno da tramite alle stesse 😀
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@ Mentecatto: confermo anche le virgole.
Se gli acchiappacitrulli come lei evitassero certi argomenti, i pitocchi che pendono dalle loro labbra non saprebbero nemmeno della loro esistenza: di conseguenza niente visualizzazioni, e niente più dollari sonanti (non a caso, quello qua sopra è un video per lamentarsi della concorrenza, ed ha perfettamente senso, visto che rischia di eroderne i già magri compensi: accà, nisciuno è fesso).
La cosa incredibile è che, incidentalmente, l’hai appena confermato tu stesso: se davvero non pubblicasse per soldi, ma perché “ha una coscienza”, il canale non dovrebbe nemmeno essere monetizzato, pertanto dell’eventuale demonetizzazione non gliene potrebbe fregar di meno, e invece…
Ma è come tentare di spiegare ai clienti di Wanna Marchi che sono stati truffati: piuttosto che ammetterlo, sono disposti a continuare a credere alla truffa anche dopo che è stata dimostrata.
Ma tutto ciò non sono che delle miserabili quisquilie: al posto tuo, mi preoccuperei molto, ma mooolto di più per questa ossessione continua per le mie chiappe, alle quali vedo che continui a dedicare un pensierino quotidiano anche quando il sottoscritto non scrive nulla da giorni.
Mi dispiace per te, ma bisognerà che qualcuno te lo dica: il tuo sogno è destinato a rimanere proibito.
Anche se ci passasse un trenino Lima, seguito da un incrociatore stellare, seguito da tutto l’universo conosciuto, l’amara verità con cui prima o poi sarai costretto a fare i conti è sempre e soltanto una: tu… non puoi… passare!
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