Secondo non poche autorevoli testate, l’unico che fa opposizione vera in Italia è Matteo Renzi. Poiché tale affermazione è sostenuta non solo da vedovi inconsolabili del renzismo (e dunque […]

(di Andrea Scanzi – ilfattoquotidiano.it) – Secondo non poche autorevoli testate, l’unico che fa opposizione vera in Italia è Matteo Renzi. Poiché tale affermazione è sostenuta non solo da vedovi inconsolabili del renzismo (e dunque del tutto privi di credibilità), ma pure da professionisti intelligenti, merita alcune considerazioni.
Quella di Renzi “vero leader anti-Meloni” è un’illusione ottica immane, che dipende da alcuni fattori. In primo luogo, non pochi giornalisti e opinionisti continuano a provare una sorta di tremebonda stima perversa nei confronti della Diversamente Lince di Rignano: Renzi è il politico più detestato d’Italia, ma nei giornali e talk show continua spesso a godere di un trattamento insopportabilmente compiacente. Renzi sembra poi un oppositore implacabile perché, quando è a favore di telecamera, si prepara il discorsetto a effetto, butta là qualche battutina da Bagaglino contro Lollobrigida e qualcuno in tivù (mai nel paese reale) gli fa i complimenti e lo rilancia. Da qui la vulgata mediatica secondo cui l’unica opposizione a Meloni è Renzi, che è un po’ come dire che l’unica alternativa al troppo alcol è l’alcolismo. Renzi non fa opposizione a Meloni: fa il rosicone senza talento che attacca chi (nella sua testa) gli ha rubato il posto a Palazzo Chigi. La sua è una tecnica banalotta e stanca per attirare l’attenzione e far credere al Pd che lui è tornato quello di un tempo (?), accogliendolo con ciò nel cosiddetto “campo largo”. Sarebbe un suicidio, perché se la lotta finale si riducesse a una lotta tra Meloni e Renzi, tanto varrebbe bruciare (metaforicamente eh) la tessera elettorale una volta per tutte. Peraltro, nelle vicende chiave, Renzi è vicinissimo a Meloni: sulla giustizia, sull’Ucraina, sul riarmo Von der Leyen, sul no al salario minimo e sul fastidio per il Reddito di cittadinanza. Ma chi sono allora i veri oppositori alla Meloni? Breve ricognizione.
Conte. Ha girato a vuoto i primi mesi della nuova legislatura, per poi ritrovare slancio dal caso Almasri in poi. Fa tutto quello che può, purtroppo per lui non basta.
Fratoianni. Idem come sopra. I suoi interventi sono efficaci e pugnaci, appassionati e circostanziati.
Bonelli. Ha colpe passate non perdonabili, come avere appoggiato Renzi nel 2018 e avere ostacolato in ogni modo un eventuale dialogo Avs-M5S nel 2022. Ha il carisma dei pioppi depressi, in Parlamento tende al colpo a effetto caricaturale e pare ostaggio di un narcisismo che (ove effettivamente presente) farebbe parecchio ridere i polli. Ogni tanto dice delle cose anche giuste, tipo su Gaza, ma non sposta mezzo voto (casomai lo fa scappare), lo conoscono (temo per lui) in sei e con gente come Bonelli la Meloni può governare fino al 2059. Davvero nei Verdi non c’è niente di meglio?
Schlein. È zavorrata da un partito elefantiaco, più centrista che di sinistra, ma ancora malato di renzismo purulento. Pecca di coraggio, ma se salta lei arriva gente molto meno di sinistra di lei, quindi farle la guerra (se non si è di destra) è un po’ bizzarro.
Renzi. A quanto scritto sopra, aggiungo che se Renzi entrasse nel campo largo, forse porterebbe pure il suo (ipotetico) 2% all’alleanza, ma al tempo stesso scaccerebbe i voti di M5S e Avs. In politica 2+2 non fa sempre 4, e con lui farebbe -12.
Calenda. Rispetto a Renzi ha il merito di dire apertamente che non vuole allearsi coi grillini (che Renzi prima accetterebbe e poi accoltellerebbe), ma è un altro che ha piu fan nei talk show che voti. E le sue idee sono perfette per rifondare Forza Italia, non certo per costruire un’alternativa al centrodestra.
Magi. Non so chi sia. Forse è quello che sull’Ucraina sembra Cerasa e che ogni tanto, per sentirsi ancora radicale, si veste da fantasma. Ma – appunto – non so chi sia.
Concludendo. O Conte, Schlein e Fratoianni (e Bersani of course) fanno squadra e riconquistano gli astenuti, o ciao core proprio.
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Se già ieri sera hai seguito anche solo di striscio le calde esortazioni scaturite da uno dei luoghi che ha la il merito e la fortuna di ospitarti qualche volta nell’ immediato dopocena, ti sarai senz’altro reso conto che alcuni esaltanti esiti elettorali, ottenuti imbarcando c.&p., sono stati accolti con orgasmico entusiasmo e (secondo i convenuti), auspicabilmente replicabili. Capito l’ antifona?
Per quel poco che ho seguito riguardante il dopo voto nessun riferimento al disastroso dato della astensione nelle grandi città: Genova recupera circa sette punti ma rimane poco sopra il 51% (era al 44); Ravenna non raggiunge il 50% ; Matera, pur vantando un 65% perde il 5% ( era al 70/71%) e Taranto è al 56% (e recupera sui quattro punti).
Dopo le prove fornite in due anni e mezzo dalla destra che è al governo e pur allestendo coalizioni XXXL (dove presenti) mi pare che la reazione da parte dell’ elettorato sia tiepida. Però in certi ambientini le accozzaglie piacciono parecchio. Bon. Avanti così!
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A Genova, a Ravenna e a Taranto il M5S ha ottenuto risultati migliori rispetto alla volta scorsa.
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Non ho ancora dato una occhiata ai risultati definitivi dei singoli partiti. Nell’ immediato post voto ho sentito cose che meritano di essere approfondite.
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Beh, a me non sembrano dati così disastrosi misurati con gli ultimi lustri di elezioni.
Per le regionali hanno fatto peggio l’anno scorso, per esempio.
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I numeri son lì . Io li leggo in questo modo: per la nascita di un nuovo partito/movimento dotato di sana e robusta Costituzione esistono praterie sconfinate. Le condizioni affinché ciò avvenga si stanno mettendo tutte in fila, è solo questione di tempo.
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ogni volta che sento o leggo il suo nome l’effetto è meglio della Dolce Euchessina
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E’ fantastica questa insistenza nel voler mettere insieme – a tutti i costi – personaggi e programmi INCONCILIABILI.
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Si vabbè ma ho paura che molti PiDDioti lo rivogliono.
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l obiettivo dei rondoliniani è che non si voti, o meglio che non votando l erede di Bucci vincesse e governasse Genova. Magari per farsi due selfie con Grillo al Salone Nautico.
Alle Regionali gli è andata meglio. I selfie con Bucci possono continuare a farli. Sono soddisfazioni. No, è il loro luogo politico.
A Taranto l accozzaglia dentro tutti non c’era, comunque.
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ho dimenticato Bolzano. Niente accozzaglia. Al secondo turno, votanti ben sotto il 50%, la dx ha strappato la città alla sx conquistando 700 voti in più.
il M5s ha preso 800 voti. Da solo. Avrebbe fatto perdere la dx, se accozzagliato. Il.paradiso dei rondoliniani.
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Il fatto stesso che, ancora oggi, si parli di Renzi politico da’ la dimensione di quanto le macerie di questo Paese non siano un esteso cumulo di rovine di uno o più palazzi crollati, bensì MORALI. Un 🤡, ipocrita seriale che riuscì persino a far prendere al suo partito il 41% di preferenze.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!”
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La voglia di bruciare la tessera elettorale è sempre grande.
Meglio un governicchio PD-M5S-AVS o un secondo governo pessimo FDI-Lega-FI con premierato e autonomia allegati?
siamo arrivati a questo punto.
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Se il migliore oppositore è stato determinante per l’ elezione di La Russa alla seconda carica dello stato , allora stiamo proprio messi male .E chi è la seconda posizionata la Picierno?
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“Conte. Ha girato a vuoto i primi mesi della nuova legislatura, per poi ritrovare slancio dal caso Almasri in poi. Fa tutto quello che può, purtroppo per lui non basta”.
Cosa vuol dire ha girato a vuoto? Boh! Comunque, aggiungerei l’opposizione a leggi contro la Giustizia e a favore degli evasori, a provvedimenti liberticidi e all’uso dei soldi per le armi. Di più non si può fare.
“Calenda. Rispetto a Renzi ha il merito di dire apertamente che non vuole allearsi coi grillini…”.
Veramente ha già cambiato idea: “Giusto candidato mi farà digerire anche M5s e Avs” https://www.alanews.it/senza-categoria/milano-calenda-giusto-candidato-mi-fara-digerire-anche-m5s-e-avs/
“Concludendo. O Conte, Schlein e Fratoianni (e Bersani of course) fanno squadra e riconquistano gli astenuti, o ciao core proprio”.
Pare che Conte li stia riconquistando senza fare squadra con altri leader. Secondo tutti gli istituti demoscopici il M5S è in costante crescita. L’ultimo sondaggio di Pagnoncelli rileva una ripresa della partecipazione al voto: l’area grigia degli astensionisti e degli incerti si riduce di 3 punti. E’ probabile, quindi, che il M5S stia recuperando ex elettori andati nell’astensione.
Concludo dicendo che il cosiddetto “campo largo” che abbiamo visto a Genova non è replicabile a livello nazionale. A livello nazionale esistono tematiche che dividono il M5S dal PD e dagli altri partiti della coalizione. E’ già complicato stringere un’alleanza con il PD, figuriamoci con Calenda e Renzi che hanno idee diametralmente opposte a quelle del Movimento. L’alleanza sarà possibile solo con PD e AVS, ma solo se convergeranno sulle idee e sulle proposte del M5S, altrimenti ognuno andrà per la sua strada.
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Ma scusate renzie è quello che affermava che se avesse perso il referendum nel 2016 lasciava la politica? Oppure ha un fratello gemello?
2 dicembre 2016 (Politeama di Palermo)
“Non sono io in discussione, io posso lasciare domattina”.
“Tutti questi retroscena fantapolitici non li prendo nemmeno in considerazione…Io non vado a elezioni anticipate perché non dipende dal presidente del Consiglio ma dal Presidente della Repubblica e dal Parlamento”.
1 dicembre 2016
“Se vince il No, il Pd deciderà le mosse nelle sedi competenti”.
30 novembre 2016 (Matrix)
“Io non ci sto se non mi fanno cambiare il Paese. Rispetterei gli italiani, ma non possono pensare a un governo tecnico. Sono un boy scout, non voglio diventare come gli altri, il mio lavoro è per cambiare il paese. Se vogliono un bel inciucione lo fanno da soli”.
22 novembre 2016 (Piombino – campagna elettorale referendum)
“Mancano undici giorni alla fine della campagna elettorale. Io vi devo confessare che mi sto divertendo. Rischio di andar via? Sì. Ho 41 anni, sono un boy scout della provincia di Firenze. Sono rimasto uguale, con tutti i pregi e i difetti. Se devo star qui per cambiare l’Italia sto qui anche per 25 ore al giorno, ma se bisogna tornare ad un sistema di inciuci allora vengan loro, amici come prima. Io non sto aggrappato alla sedia”.
21 novembre 2016 (Diretta Facebook – #matteorisponde)
“Io ho 41 anni, tutte le mattine mi sveglio in questo palazzo e dico grazie. Ma sto qui se posso cambiare le cose. Non sto qui aggrappato al mantenimento di una carriera. Non ho niente da aggiungere al curriculum vitae”.
Continua…. https://www.agi.it/politica/referendum/news/2016-12-05/renzi-blob_le_4_volte_in_cui_disse_che_col_no_lasciava_la_politica-1295428/
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