Il solo uomo veramente libero è il morto. Non deve pagare le tasse, toccherà ad altri, ma se sarà stato sufficientemente accorto non avrà fatto soldi, non avrà comprato case, non […]

(di Massimo Fini – ilfattoquotidiano.it) – Il solo uomo veramente libero è il morto. Non deve pagare le tasse, toccherà ad altri, ma se sarà stato sufficientemente accorto non avrà fatto soldi, non avrà comprato case, non avrà acquistato croste di improbabili artisti, i suoi sopravvissuti non dovranno nemmeno pagare le tasse di successione. Beffa allo Stato padrone. “Prelati, notabili e conti Sull’uscio piangeste ben forte Chi bene condusse sua vita Male sopporterà sua morte Straccioni che senza vergogna Portaste il cilicio o la gogna Partirvene non fu fatica Perché la morte vi fu amica” (De André in una canzone titolata significativamente La morte).
Processi. Contumacia perpetua o, se si preferisce, prescrizione sine die.
Se con la tua doccia hai inondato un intero palazzo non è più affar tuo, ma dei vicini peraltro odiosi come ogni vicino (Esiodo, Le opere e i giorni). Niente periti delle Assicurazioni peraltro notoriamente ladre.
Fine del Tizio che, conoscendo i tuoi percorsi, ti aggancia davanti all’edicola per proporti sue assurde tesi complottiste mentre tu vorresti solo berti in santa pace un bicchiere di rosso. Fine dell’edicola e anche delle edicole, più defunte del morto.
Fine della lettura dei giornali, la cosa più noiosa del mondo, soprattutto di questi tempi. Se il tuo Direttore non pubblica un pezzo cui tenevi ti risparmi l’incazzatura, se lo pubblica non hai il tempo di rileggerlo e di scoprire quante inesattezze hai scritto.
Fine delle interviste in cui non sai mai che cosa dire e nemmeno hai capito la domanda. Il martire sarà un altro.
Fine dei fan che vengono a farti domande impossibili, alla Catalano, “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?” come se tu potessi saperne più di loro (Prezzolini, novantenne: “Non ne so di più di quando avevo diciassette anni”). Sei finalmente e totalmente disconnesso e quindi puoi fare a meno di buttare lo smartphone nel cesso. Peraltro i fan dovrebbero essere eliminati, in radice, quando sei ancora in vita. Sono fastidiosissimi.
Se la tua ragazza ti ha lasciato fine dei “dolori del giovane Werther”, li lasciamo a Goethe. Se l’hai lasciata tu fine del senso di colpa.
Se per acculturarti credevi di dover andare a vedere uno spettacolo, lo spettacolo è sospeso sine die.
Uno struggimento, peraltro impossibile, ci sarebbe per le partite di calcio anche se fonti bene informate vicine al Vaticano dicono che partite se ne fanno anche nei Campi Elisi fra cherubini e serafini ma Dio pretende di fare sempre il capitano e non passa mai la palla.
Fine dell’ossessione sessuale peraltro quasi sempre deludente. In vecchiaia la virilità decresce ma aumenta la libido (“La bava alla bocca”) contristandoti per la tua parziale impotenza.
Fine del dovere di alzarsi alle sei del mattino per andare a fare la cosa più stupida del mondo: lavorare.
Fine della inseparabile compagna delle nostre vite: la noia.
Fine delle interminabili code davanti a qualsiasi ufficio. Non le devi fare, sei il vero privilegiato.
Fine delle preoccupazioni per la guerra ucraina, peraltro già vinta dai russi. Fine di Trump, Putin e compagnia cantante che comunque godranno anch’essi, arbitrariamente, dell’eterno riposo.
Fine degli insopportabili dolori fisici e morali della vecchiaia. In un istante sono scomparsi.
Avevi un tumore che ti preoccupava molto. La pratica è archiviata.
Caro Max, noi ti preferiamo un po’ meno libero, ma vivo!
m. trav.
✝️💀😁🎸
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Roba vecchia: “Meglio seduti che in piedi, meglio sdraiati che seduti, meglio addormentati che sdraiati, meglio morti che addormentati” Eduardo de Filippo, dal film ” A che servono questi quattrini ?” 1942
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Anche quello ubriaco gode comunque di una certa liberta’ d’azione e di irresponsabilita’ , come l’autore del presente.
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Comunque è sempre meglio leggere i suoi creativi articoli, carissimo Dottor Fini, che tante altre schifezze. di “giornalisti” di pessimo livello… quasi tutti oramai, che io sappia. Prosegua per favore a scrivere. Aspetto sempre con entusiasmo, di leggerne dei nuovi.
Buon tutto.
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A pensarci bene è come la volpe con l’ uva…Per farsela piacere si arriva ad eloggiarla la morte , ma in realtà è proprio vero il contrario : è il timore se non il panico a nascondersi sotto quell’ ipocrita guardare agli aspetti positivi della dipartita . Se ci si potesse opporre …sarebbe tutto un altro discorso.
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Perché non si suicida, questo, invece di stressarci sempre con la stessa fissa?
Già è triste adattarsi al tempo che passa…ci manca solo lui con le sue ubbìe! 🙄
Ecchecz!
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Non è per fare l’avvocato delle cause perse… ma mi pare che non si possa confutare al povero Max che viviamo in tempi di oscurantismo davvero gigantesco; il che, unito alla sua personale oscurità visiva non porta ad aperture, anche minime, di buonumore o speranza di miglioramenti, almeno nel breve periodo.
Tanto per stare nel personale, pure io non sono un esempio di gaiezza e ottimismo, per non parlare di soddisfazione quotidiana per qualsivoglia azione necessaria allo svolgimento della mia esistenza in ambito sociale. Infatti il mio attuale stato d’animo è un mix di frustrazione, rabbia, disgusto, impotenza, smarrimento, incertezza, insicurezza, eccetera…
E non mi si venga a dire che sono pessimista, che bisogna pensare positivo, (bicchiere mezzo pieno e altre ca..te simili), che non si deve pensare alla morte… e come si fa, come si può stare tranquilli e divertirsi al pensiero del genocidio di Gaza, dei morti in Ucraina e nel resto del mondo. Fini è perculato perché descrive la realtà, che non è bella; fa schifo. Parlare di ottimismo in questo presente è da superficiali o egoisti.
Viviamo prigionieri di un sistema che ci tiene il laccio intorno al collo e ogni giorno ne inventa una per stringerlo un po’ di più. Qualunque mossa di questi governanti è fatta solo per renderci la vita più difficile; se tolgono o mettono qualcosa è solo per loro tornaconto.
Sinceramente mi manca il respiro, ma vedo, ascolto, leggo che non sono la sola. Sul blog, ogni giorno è un unico grido di dolore in varie tonalità a seconda dei settori e della gravità degli argomenti. Non ci sono facezie. Anche le vignette sono roba da grand Guignol. Non fanno ridere, solo sorridere storto e amaro.
Sono i tempi degradati di fine impero. C’è un mondo che sta finendo e non si vede ancora un guizzo di colore, c’è solo grigio e nero, perché le guerre e le morti, anche se lontane ci ricordano la nostra fragilità e abbiamo paura di noi, che non facciamo niente.
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Sacrosante parole purtroppo. Speranza che il popolo sedato si risvegli, ne ho sempre meno. Ma come si suol dire: la speranza è l’ultima a morire.
Spero sia vero.
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Anche De André, poeta enorme, prima che cantautore, anzi più propriamente cantastorie, non propriamente allegro, era molto più propenso alla mallinconia e allo sconforto nel cantare il disgusto e la difficile permanenza in questo mondo.
E, per fortuna, erano tempi stupendi a paragone di quanto stiamo vivendo oggi!
Eppure mai nessuno ha mai tacciato di pessimismo il grande menestrello, né gli ha augurato di levarsi dai piedi.
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Max, suvvia, spero si tratti sol di sottile ironia seppur che mal si sguazza in cotal monnezza pur vero sia…
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ECCO UN ESEMPIO, FRA I TANTI, DI COME SIA DIVENTATO DIFFICILE OGGI ESSERE UN ONESTO CITTADINO ITALIANO!
Luca Cellini
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Lui è Marco Lenzoni, con la sua famiglia appena usciti dalla questura con a carico una denuncia.
Cosa hanno fatto?
Niente, non hanno fatto proprio niente.
Ma cerchiamo di spiegare meglio:
La famiglia Lenzoni abitano a Pontremoli in Toscana, si sono recati due giorni a Bologna all’ospedale Sant’Orsola, hanno pagato 300 euro, più le spese per il viaggio e la permanenza nella città emiliana, per non dover aspettare 8 mesi, – grazie al sempre più efficiente servizio sanitario della Regione Toscana – per una serie di importanti visite al loro figlio più piccolo, diversamente abile.
Questa la loro testimonianza di un accaduto che sta fra il grottesco, l’ingiustizia più becera e la disumanizzazione crescente.
“Al momento della partenza – raccontano Marco Lenzoni e sua moglie – abbiamo provato a fare il biglietto, avevamo diverse persone davanti, le appoite biglietterie automatiche prese d’assalto da centinaia di persone, stavamo per perdere il treno, “fortunatamente” però il treno veniva annunciato con 20 minuti di ritardo e grazie alla gentilezza di due turiste campane che ci hanno fatto passare siamo riusciti ad arrivare in tempo alla biglietteria automatica.
Purtroppo la macchinetta automatica essendo il nostro treno in ritardo, non ci faceva fare il biglietto, il treno per il computer risultava già partito, abbiamo chiesto alla vicina responsabile di Trenitalia che gentilissima ci ha detto di fare il biglietto per il treno seguente e di usare quello facendolo presente al capotreno.
Il treno affollatissimo è partito, il capotreno non si vedeva ma a un certo punto si è visto un signore con una pettorina rossa che voleva vedere i biglietti, sulla pettorina c’era scritto “servizio clienti”.
Gli abbiamo spiegato la situazione ma niente, l’ardito del servizio clienti voleva buttarci fuori dal treno, gli ho spiegato che non poteva farlo, soprattutto perché mio figlio per dei problemi metabolici ha riconosciuta una invalidità al 100%, fortunatamente sta bene grazie alle cure e alle attenzioni che gli prestiamo, ma per la legge italiana è portatore di una grave disabilità.
Quando ho tentato di spiegare che, dovevamo rientrare in tempo a casa per l’assunzione di terapie specifiche per mio figlio, l’ardito ha chiamato la Polizia, che arrivata in forze alla stazione di Reggio Emilia, e ha portato in questura mio figlio, mia moglie e me per redarre un verbale di denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Quindi ricapitolando, nell’Italia dei delinquenti e degli assassini a piede libero (dicono non c’è abbastanza organico nelle forze dell’ordine) un treno carico di centinaia di persone viene fermato un’ora in una stazione, e tre poliziotti vengono impegnati per due ore allo scopo di buttare fuori da un treno un bambino disabile e i suoi genitori perché i biglietti sono quelli del treno dopo.
Ci hanno denunciato me e moglie, per interruzione di pubblico servizio, quindi andremo a processo, col rischio – secondo il nuovo DDL sicurezza – d’una pena di 7 anni di carcere.
Domani farò una bella denuncia, e fino a quando non avrò giustizia non ci sarà pace per nessuno.
In una riflessione seguente, Marco Lenzoni scrive:
“Alla fine tutto torna, incentivi per multare i passeggeri, il ricatto “o paghi o scendi” per multare anche chi il biglietto lo ha già pagato e ha dovuto prendere un altro treno per colpa dell’inefficienza dei servizi di Trenitalia, aggiungendo inoltre riferendosi all’addetto del servizio clienti di Trenitalia, ” l’ardito ha fatto una falsa testimonianza ai poliziotti, ha detto che sia io che mia moglie ci siamo rifiutati di dare le nostre generalità quando invece a noi nessuno ha chiesto niente. -concludendo- Se avessero potuto avrebbero denunciato anche il bambino ma evidentemente è ancora presto per fare queste cose, a loro servirebbe un DDL apposito per i bambini, del resto i nazisti si erano portati avanti, uccidevano e imprigionavano tutti, bambini compresi.
FERMIAMO LA DISUMANITÀ,
FERMIAMO I DISUMANI!”
Questo avviene nell’Italia del 2025.
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E questo in un paese dove è normale non pagare il biglietto se sei una ‘risorsa’.
Come sempre, carogne con i deboli e scalzacani con i forti.
l’ardito sarà stato menzionato per il merito, immagino.
Una roba che andrebbe seguita con tanto di scuse di quel testa di cocco di ‘ministrello’ che purtroppo ci sgoverna.
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SMS, complimenti per il ministrello… e continuando il gioco di parole, anche minestrello volendo… cmq sei sempre sul pezzo, bravo!
Il video mi ha dato un po’ di speranza che qualcosa possa cominciare a cambiare e si possa ritornare a essere meno sudditi e schiacciati!
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Grazie Massimo, avanti
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Il video per tirarci un po’ su di morale!
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Toglierci il peso di questo comitato di affari sarebbe un altro traguardo per liberarci di regole inventate solo per far arricchire i vari gates e c. aiutandoci a essere meno inca§§ati e pessimisti!
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