Se vogliamo davvero liberarci da Trump, serve la geopolitica ma serve soprattutto un lavoro culturale. Su noi stessi, sull’Europa, su chi oggi vogliamo, e insieme forse dobbiamo, essere

(Elisabetta Ambrosi – ilfattoquotidiano.it) – In questo momento geopolitico convulso e tragico, c’è qualcosa che potremmo iniziare a fare per la nostra salute mentale e quella del pianeta: decolonizzare il nostro immaginario legato agli Stati Uniti, con il quale siamo cresciuti, una sorta di controcanto ideale alla nostra totale dipendenza sul piano militare.
E forse bisognerebbe cominciare proprio dalla storia. Nei nostri film, nelle nostre menti torna spesso l’immagine dei carri armati statunitensi che sfilavano per le strade italiane, nelle settimane e mesi della liberazione, lanciando sigarette e dolciumi. Li abbiamo così classificati come nostri salvatori, dimenticando però la guerra contro il nazismo è stata vinta soprattutto grazie alla Russia e al suo tributo di ben oltre venti milioni di morti. Insomma se dovessimo trovare un simbolo della nostra liberazione, dovremmo pensare più alla tragica e devastante battaglia di Stalingrado che al carro armato statunitense che distribuisce cioccolato.
Da lì è iniziato il nostro immaginario legato agli Stati Uniti, soprattutto dopo che l’Italia aveva deciso – per fortuna, certamente – di stare con il blocco occidentale. Il boom economico italiano è coinciso con l’inizio di tutta una serie di beni di consumo che venivano esaltati nei caroselli Usa come in quelli europei. E poi gli anni, anzi i decenni, dopo gli Stati Uniti furono per le generazioni prima, per la mia e ancora le successive un mito, fatto soprattutto di libertà, individualismo felice (in apparenza), di musica rock appassionante. Il viaggio negli Usa era il viaggio della libertà, macchine enormi per sfrecciare su strada infinite, benzina a gogo, motel con l’aria condizionata a tutto spiano, bistecche, hamburger, fast food, tramonti e canyon e poi le grandi metropoli dai grattacieli svettanti, i megastore, tutto questo, insomma, ha reso gli Stati Uniti un luogo desiderabile, sia nei fatti che nell’immaginario.
Non ci siamo accorti, eppure era sotto i nostri occhi, che quella libertà e quell’immaginario erano falsi e dannosi, sia per chi in quel paese vive sia per noi europei, sia per i paesi poveri. Oggi gli Stati Uniti sono un paese dove si vive male. La speranza di vita è di alcuni anni inferiore alla nostra, la mortalità infantile molto più alta, la povertà diffusissima, c’è un sistema sanitario che respinge milioni di persone che per curarsi si indebitano, vendono case, oppure semplicemente muoiono. Al tempo stesso, gli Stati Uniti sono il paese che emette CO2 di più dopo la Cina, ma che ha le emissioni procapite più alte del pianeta. Il che significa che lo stile di vita di uno statunitense, macchine enormi, alimentazione basata su proteine animali e junk food, è assolutamente insostenibile.
Ora che Trump ha preso il potere gli Stati Uniti non sono neanche più uno Stato realmente democratico: non che prima lo fossero del tutto, la loro storia è segnata da invasioni e distruzione di paesi terzi, ma una parvenza di legalità e di forma esisteva, restava un paese attrattivo per professori e scienziati.
Penso dunque che oggi quello che dobbiamo fare è un lavoro psicologico ed emotivo di distacco dall’immaginario statunitense che, oltre a non essere desiderabile, banalmente non è il nostro. E cominciare a pensare quale sia il nostro immaginario, quali siano i nostri valori.
Non credo che, in questo senso, basti ritirare fuori il Manifesto di Ventotene e metterlo al centro di manifestazion di piazza. Non credo che basti perché le persone che lo hanno fatto provengono esattamente da quella cultura consumista e individualista che ha distrutto la sinistra, senza lasciare alcuno spazio ai temi fondamentali della redistribuzione, della condivisione, di una vera lotta alla povertà in nome di un principio di uguaglianza che richiedeva che davvero fossimo tutti uguali, quanto meno quasi uguali. Mentre oggi a destra votano i più poveri e a sinistra i benestanti. In questo senso bisognerebbe fare bene i conti con il proprio passato prima di rivendicare valori che sono stati abbandonati e calpestati, in Parlamento, ma anche nelle redazioni, nelle case editrici, nei luoghi della cultura, dove la sinistra è stata dominante.
Resta poi il tema della nostra identità europea. In definitiva chi siamo? Quali realmente i valori che ci definiscono in positivo, non solo per ciò che non siamo? Cosa insegniamo ai nostri figli, oltre al confort economico e al fatto che bisogna competere per vincere e guadagnare?
Quando si discusse della Costituzione europea. ci furono molte polemiche per l’eventuale introduzione delle radici cristiane, che potevano escludere molti. Alla fine si decisde per il no ma non so se sia stata una scelta giusta, perché almeno i (veri) valori cristiani sono drasticamente alternativi all’individualismo, al consumismo, alla distruzione dell’ambiente. Se non ci riferiamo più a quello (in senso reale non nella maniera ipocrita e falsa della destra di governo), cosa ci resta? Abbiamo elaborato davvero un’etica condivisa e alternativa al mero consumo? Non mi pare.
Allora se proprio dobbiamo guardare a un modello esterno, sarebbe meglio volgere lo sguardo da ovest a est. Dove, come Tiziano Terzani ci ha magistralmente raccontato nei suoi libri, i valori sono opposti a quello del nostro individualismo consumista che tutto distrugge. Dove la libertà è un concetto completamente diverso dal fare tutto ciò che si vuole, producendo emissioni che poi producono quei fenomeni estremi che gettano nella miseria e nella disperazione i paesi più poveri, privando chi ci abita di ogni libertà.
Insomma, se vogliamo davvero liberarci da Trump, serve la geopolitica ma serve soprattutto un lavoro culturale. Su noi stessi, sull’Europa, su chi oggi vogliamo, e insieme forse dobbiamo, essere. Avremmo dovuto farlo decenni fa, cominciamo, almeno, a farlo ora.
Fortissima !
E già, Collodi con il suo paese dei balocchi ci aveva avvisati : tutto bello e buono , ma poi …Ci hanno illuso con tutte le luci e i bagliori le stelle filanti , il paese del bendigodi , le libertà individuali e poi ? E poi, un bel mattino ti trovi a stare per strada a chiedere l’ elemosina mentre un tuo simile possiede la ricchezza di un’ intero stato ma poi, magari , preso dalla noia si suicida .
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https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/08/26/senza-gli-aiuti-americani-lurss-avrebbe-perso-anche-contro-i-nazisti-altro-che-barzellette/7667306/amp/ https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/06/12/memoria-corta-quando-lurss-aggredita-fu-rifornita-di-armi-munizioni-e-viveri-dagli-usa/6623396/amp/ L’autrice e’ ignorante, in malafede , russa o altro ? Lo lascio decidere ai soliti tifosi di bocca buona , per quanto mi riguarda mi sono bastate le prime frasi.
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cialtrone!!!
hai postato degli interventi di DUE BLOGGER sostenitori facendoli passare per articoli ufficiali.
SEI UN PIDDINO!
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“Senza le macchine che abbiamo ricevuto attraverso il Lend-Lease, avremmo perso la guerra” – Joseph Stalin – Documentati pure, poi se sei ignorante, ti piacciono gli ignoranti o vuoi restare ignorante , e’ un problema esclusivamente tuo.
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Qualunque cosa comunque pur di non entrare nel merito dell’asinata di cui sopra. Puoi anche coprirla con i tuoi ragli, ma resta un’asinata.
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Buonasera,
L’autrice racconta dati falsi approssimando molto quelli documentati.
I morti della seconda guerra mondiale non sono stati ‘contati’ precisamente per molti motivi.
Il censimento non è uguale per tutti i paesi coinvolti e soprattutto si basa molto spesso non su morti constatati ma tra la differenza di popolazione prima e dopo le attività belliche, nel caso di militari la differenza tra i partiti e i non tornati anche se non constatati cadaveri.
Le stime del numero sono pubblicate sempre con riserva.
Pochi sanno che la nazione che ha pagato il conto più alto è la Cina con quasi venti milioni di morti tra militari e civili
L’autrice parla di più di 20 milioni di morti SOLO russi.
Non corrisponde a quanto documentato che in alcuni casi ha un range da 23 a 25.
https://it.wikipedia.org/wiki/Vittime_della_seconda_guerra_mondiale (un esempio)
https://statisticsanddata.org/it/data/il-numero-di-morti-nella-seconda-guerra-mondiale-per-nazione/
Ma il 30-40% di questi sono NON russi (lituani, Ucraini, delle repubbliche minori) che nelle stime molto spesso vengono inglobate o aggregate.
I morti sono considerati appartenenti all’Unione Sovietica e vengono differite
i numericamente approssimativamente, proprio perchè il modo di censire russo non era come quello Lituano o Ucraino, anche nei militari, il modo di censire chi era partito e chi non era tornato differiva notevolmente.
Poi non bisogna dimenticare che il modo con cui si moriva non era ‘integrale’, quello che purtroppo è diventata regola con il mutare del modo di farla la guerra. I corpi disintegrati, parti non riconducibili fra loro molto spesso portano a non sapere se si trattava di una persona o di più, o di un sopravvissuto senza un braccio o una gamba.
IL bombardamento del 19 Luglio 1943 al quartiere San Lorenzo di Roma da parte degli Alleati non è stato mai compiutamente calcolato in vittime oscilla intorno a 6 mila persone, ma è desunto dal fatto che sono stati tirati giù interi palazzi senza cadaveri riconoscibili e molti morti dipesero non tanto dalle bombe direttamente bensì dalla polvere di cemento alzata dalle esplosioni che ‘soffocava’ gli scampati i quali per contrastare l’arsura bevevano acqua e morivano per la solidificazione.
Comunque tenendo conto delle percentuali dei NON Russi, la Russia come singolo stato, avrebbe perso circa 15 milioni se si prende la cifra di 20 totali e di 18 milioni se si prende la cifra di 24 milioni totali, ben al di sotto della Cina che diverrebbe il paese che ha pagato di più.
Per il conto della Cina il censimento è poco affidabile proprio per come si svolse, non esistevano conte di partenza, e gli studiosi stimano che sia largamente sottovalutato.
Quindi avrebbe pagato molto di più.
La guerra contro il nazismo sarebbe stata vinta grazie alla Russia cosa che gli stessi interessati smentiscono con documenti ufficiali.
parla Kruscev
Vorrei esprimere la mia sincera opinione su ciò che Stalin affermò in merito al fatto che l’Armata Rossa e l’Unione Sovietica avrebbero potuto affrontare la Germania nazista e sopravvivere alla guerra senza l’aiuto degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Stalin fece delle osservazioni e le ribadì più volte in alcune occasioni in cui discutevamo liberamente tra di noi. Egli affermò senza mezzi termini che
“se gli Stati Uniti non ci avessero aiutato, non avremmo vinto la guerra.”
“Se avessimo dovuto combattere la Germania nazista uno contro uno, non avremmo potuto resistere alle offensive tedesche e avremmo perso la guerra.”
Nessuno ha mai discusso ufficialmente di questo argomento e non credo che Stalin abbia lasciato alcuna testimonianza scritta della sua opinione, ma dirò qui che più volte, nelle conversazioni avute con me, ha sottolineato che queste erano le circostanze reali.
Non ha mai parlato in pubblico di questo argomento, ma quando ci siamo trovati a passare in rassegna le questioni internazionali del passato e del presente e quando tornavamo a parlare della strada che avevamo percorso durante la guerra, questo è ciò che diceva. Quando ho ascoltato le sue osservazioni, ero pienamente d’accordo con lui e oggi lo sono ancora di più.
per l’approfondimento i numeri, le cifre, i contenuti tutto molto dettagliato consiglio di partire da
https://infostoria.org/2022/08/18/la-legge-affitti-e-prestiti/ (Lend-Lease su citato)
da lì seguendo i vari link si risulta soffocati da testimonianze ufficiali.
Poi in mancanza di argomenti si può cercare di far passar Kruscev e Stalin come due blogger PIDDINI.
L’artificial intelligence residente nei datacenter europei ha documentazione estesa, anche 200 pagine libro con report dettagliati, trattando anche la parte più crudele come gli stupri di donne, le fucilazioni di ufficiali che purtroppo avvennero e furono negate fino al crollo del muro quando lo stesso Gorbacev lo ammise ufficialmente.
https://storiatralepagine.it/urss-seconda-guerra-mondiale/
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“Dobbiamo fare tutto e faremo tutto per alleviare la situazione dei vostri eserciti, perché sappiamo quanto vi dobbiamo”, affermò Churchill in una conversazione personale con un membro della delegazione sovietica, il maresciallo Kliment Voroshilov
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From Artificial Intelligence Copilot datacenter City of Sausalito
domanda
esiste qualcosa che documenti un reale incontro tra Churchill e Voroshilov ?
risposta
Le fonti ufficiali e gli archivi storici sui rapporti diplomatici tra il Regno Unito e l’Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale (in particolare le raccolte dei discorsi di Churchill, i diari ufficiali e le trascrizioni degli incontri di alto livello) documentano numerosi incontri e negoziazioni, soprattutto tra Churchill e Stalin. Tuttavia, per quanto riguarda un incontro specifico in cui Churchill avrebbe parlato personalmente con il maresciallo Kliment Voroshilov – e in cui avrebbe pronunciato la celebre frase che in italiano si traduce:
> “Dobbiamo fare tutto e faremo tutto per alleviare la situazione dei vostri eserciti, perché sappiamo quanto vi dobbiamo” –
non esiste una documentazione ufficiale riconosciuta dagli storici.
Cosa si sa e cosa si suppone
1. Incontri tra Churchill e i vertici sovietici: È ben attestato che Churchill ebbe molteplici contatti con i leader sovietici durante il conflitto. Ad esempio, incontri con Stalin (come quello di Mosca nel 1942 o quelli avvenuti durante le conferenze alleate come quella di Teheran e di Yalta) sono ampiamente documentati nei registri ufficiali britannici e nei diari dei leader2.
2.Il ruolo di Kliment Voroshilov: Kliment Voroshilov fu una figura di spicco nell’apparato militare e politico sovietico e partecipò a vari incontri e negoziazioni. Tuttavia, non esistono registrazioni ufficiali o memorie di Churchill che attestino un incontro formale e documentato tra lui e Voroshilov in cui fu pronunciata quella specifica dichiarazione.
3. La diffusione dell’aneddoto: Alcuni interventi online e commenti (come quelli riscontrabili in alcuni blog e forum) riportano storie in cui si parla di un colloquio personale tra Churchill e Voroshilov in cui la frase in questione sarebbe stata enunciata. Queste testimonianze, però, non sono supportate da documenti ufficiali o da pubblicazioni verificate negli archivi britannici o sovietici. La mancanza di fonti primarie fa sì che il racconto resti aneddotico e apocrifo.
In sintesi
Nonostante numerose fonti, tra cui archivi storici e raccolte di discorsi di Churchill, attestino i frequenti contatti tra i vertici degli Alleati,
non esiste attualmente una prova documentale affidabile
che confermi un incontro specifico tra Churchill e il maresciallo Voroshilov in cui sia stata pronunciata quella frase. Le testimonianze in rete e nei resoconti aneddotici non sono state corroborate da fonti ufficiali; per questo motivo gli storici tendono a considerare con cautela tali attribuzioni.
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HAHAHAH sembri JD, che cerca, invano di manipolare le notizie e la storia.
Nell’articolo non c’è scritto che gli IUESEI non abbiano vinto la guerra, ma si contesta il fatto che il GRANDISSIMO contributo dell’URSS non fosse secondario nella vittoria finale, tanto che in uccidente, non si ricorda MAI che HITLER si è suicidato per non cadere nelle mani dei sovietici.
Nessuno ha mai dubitato degli armamenti ed gli aiuti roosveltiani ai sovietici, ma il carro armato che sconfisse i tedeschi è stato il T-34 e NON era ‘mericano.
Idiota di uno stupido
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E dal Cremlino per oggi e’ tutto, dasvidania.
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Anche Katjuša (lanciarazzi)
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compreso il PPS-42

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“in uccidente, non si ricorda MAI che HITLER si è suicidato per non cadere nelle mani dei sovietici”
Anche a Putinland non si ricorda MAI che circa UN QUARTO delle decine di milioni di morti sovietici appartenevano alla Repubblica Socialista Sovietica d’Ucraina, ma non è il caso di farne una questione.
E anche dal Centro Disagiati “Adriano58” per oggi è tutto, linea allo studio.
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ciao imbecille,
l’Ukrania, come oggi, a est del fiume Dniepr erano al 90% russi.
Nelle file delle SS c’erano anche la Waffen-Grenadier-Division, formata da abitanti provenienti dal Distretto della Galizia e dal Reichskommissariat Ukraine, gli stessi di oggi, quelli che hanno ammazzato più polacchi, ebri e russi di tutte le SS tedesche.
Quindi, gradissimo testa di SS, la maggior parte dei morti erano di lingua russa che abitavano nella cosiddetta ukraina. Ad essere precisi i milioni di morti erano cittadini del’unione delle repubbliche socialiste sovietiche, non solo della Russia, persino Stalin non era russo, ma della Repubblica Socialista Sovietica Georgiana.
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Anche se non meritererebbe ma:
”’Anche a Putinland non si ricorda MAI che circa UN QUARTO delle decine di milioni di morti sovietici appartenevano alla Repubblica Socialista Sovietica d’Ucraina, ma non è il caso di farne una questione. ”’
Qualcuno dovrà prima o poi spiegare a JD che la ‘Repubblica Socialista Sovietica d’Ucraina’ faceva parte dell’URSS.
E’ come distinguere le vittime delle guerre italiane in base alle regioni d’appartenenza.
E niente, non ci arriva.
Penso che gente come JD creda che l’Ucraina esistesse già come stato INDIPENDENTE, cosa che ovviamente non era visto che dipendeva da Mosca come tutta l’URSS.
Cruschev era ucraino, del resto, ma non disse mai di non essere sovietico. Tanto che diventò segretario del PCUS e quindi capo dell’intera URSS.
E niente, non ci arriva.
Born to be an iDIOt.
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“….Mentre i soldati invasori si avvicinavano alla città, Mosca inviò gli agenti dell’NKVD (predecessore del KGB) con il compito preciso di far esplodere la diga idroelettrica Dnipro HES (Hydroelectric Station). La squadra portò a termine con successo la sua missione segreta – che secondo gli storici fu ordinata da Stalin in persona – sfondando le campate della diga e isolando temporaneamente parte della città dagli invasori. Ma l’esplosione generò un’inondazione che sommerse decine di villaggi e insediamenti lungo il fiume Dnipro. L’ondata generata dal cedimento della diga uccise migliaia di civili ignari ma anche ufficiali e soldati dell’Armata Rossa, non informati di quanto si era deciso, che stavano attraversando il fiume Dnipro. Poiché all’epoca non fu reso noto un bilancio ufficiale delle vittime, la stima varia notevolmente. La maggior parte degli storici lo colloca tra 20’000 e 100’000 morti, in base a una valutazione del numero di persone che erano nelle aree inondate all’epoca. Va ricordato che alla sua inagurazione, nel 1932, la diga era la terza più grande al mondo dopo le americane Hoover e Wilson.
Un sopravvissuto, Oleksiy Dotsenko, afferma che quel giorno il fiume divenne rosso. Il suo racconto è una delle ultime testimonianze rimaste della tragedia. “La gente gridava aiuto. Gli animali, come mucche e maiali, strillavano di paura. Tanti tra noi si arrampicavano sugli alberi per salvarsi, ma senza riuscirci”, ha ricordato l’anziano. Così, mentre ogni 23 agosto l’Europa celebra la Giornata della Memoria delle vittime di Stalinismo e Nazismo, alcuni abitanti di Zaporizhia si battono ancora per il riconoscimento di una tragedia bellica poco conosciuta. Storici locali e attivisti per i diritti umani accusano infatti le autorità cittadine e nazionali di perpetuare gli sforzi dell’epoca sovietica per insabbiare la verità, rifiutandosi di onorare le vittime “.
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X ED:
bravo, adesso prova a studiare l’Ordine di battaglia dell’Operazione Barbarossa, dove i tedeschi schierarono:
150 divisioni
3.000 carri armati
2.000 aerei
10.000 pezzi d’artiglieria.
3 milioni di uomini.
Questo mentre Rommel in Africa dovette combattere con appena 2 divisioni corazzate (15a e 21a) e poche altre unità leggere.
Adesso immaginiamo cosa sarebbe successo se i tedeschi avessero potuto evitare il confronto con l’URSS (perché rimasta neutrale, come rimase con il Giappone fino all’8 agosto 1945).
1/10 delle forze tedesche schierate contro l’URSS era già maggiore di quello che ebbe Rommel in Africa.
Ecco perché in Egitto non si parla tedesco.
Le due battaglie decisive contro l’Asse?
Kursk 1943 e
Operazione Bagration, 1944, quando i sovietici distrussero il gruppo armate Centro.
Gli americani e inglesi in Normandia faticarono moltissimo a sfondare.
Se l’URSS non avesse impegnato il 70% dell’esercito tedesco di sicuro NON passavano e nemmeno provavano a sbarcare.
”’Operazione Bagration (in russo: Oперация Багратион, Operacija Bagration, in tedesco: Operation Bagration) era il nome in codice assegnato dallo Stato maggiore generale sovietico (su suggerimento dello stesso Iosif Stalin[8]) alla grande offensiva sferrata dall’Armata Rossa nell’estate del 1944 in Bielorussia e nella Polonia orientale che avrebbe provocato la completa disfatta delle forze tedesche del gruppo d’armate Centro schierato in quelle regioni: le operazioni militari ebbero inizio il 22 giugno 1944 e terminarono il 1º agosto, anche se duri combattimenti lungo la Vistola e il Niemen si prolungarono ancora sino alla fine del mese.
Combattuta dopo lo sbarco (6 giugno) ma durante la battaglia di Normandia sul fronte occidentale, l’operazione Bagration costituì probabilmente l’offensiva sovietica maggiormente riuscita di tutta la guerra sul fronte orientale[9], una delle manovre strategiche in profondità con mezzi corazzati più efficaci[9][10] della seconda guerra mondiale, e in termini di perdite umane e materiali la più pesante sconfitta subita dalla Wehrmacht tedesca durante il conflitto, ancor più grave della stessa battaglia di Stalingrado[11].”’
Perdite GER
circa 450000 morti, feriti e prigionieri
e circa 1000 mezzi corazzati (22 giugno-20 agosto)
URSS
178000 tra morti e dispersi,
587308 feriti e
2900 mezzi corazzati (periodo 22 giugno-29 agosto)
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Sparviero, ma ancora vuoi spiegare qualcosa ad Ed???
Ma ancora non ti è chiaro che è un infiltrato/propagandista?
Quindi TP.
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Rublonew, guarda che Avvoltoio si chiama Oleg…. TSO per te.
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Il Lend-Lease, è stato ampiamente ri-pagato agli USA.
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“Complice l’inizio della guerra fredda, i sovietici iniziarono a ridimensionare pubblicamente la portata e l’importanza degli aiuti ricevuti dagli americani. Per gli Stati Uniti il debito da riscuotere era di 1,3 miliardi, per i sovietici di 170 milioni. Si accordarono a 722, ma non se ne fece nulla. Nel 1990 tornarono a parlarne. Un anno dopo, l’Unione Sovietica si sbriciolò. Solo nel 1993, il nuovo governo russo accettò di pagare tutti i materiali ricevuti”.
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In realtà la situazione è molto più complessa.
La storia si conclude senza un effettivo accordo post crollo dell’ URSS, ma viene tenuto per buono l’accordo risalente al 1946/1947 denominato
Revised Draft of Proposed Agreement (FRUS Document 587), che sancisce il saldo definitivo delle posizioni di Lend-Lease e delle richieste di risarcimento di guerra tra USA e URSS.
C’è da dire che non è assolutamente ri-pagato in quanto dall’originale viene concesso uno sconto notevole.
Ma va considerato anche che la Russia, da sola, si prese l’intero carico comprendendo anche quello delle parti della USSR distaccatesi.
Un ulteriore effetto a latere sta nel fatto che il grosso del materiale bellico venne utilizzato principalmente dalla Russia all’nterno della USSR anche dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Non basterebbero migliaia di libri per documentare l’intera questione e sarebbero ovviamente ‘non scrivibili’ in modo equo.
Per quello che può valere il mio individuale giudizio, condivido quanto riportato come sintesi da uno degli articoli che ho citato nel precedente commento:
La Russia da sola non ha vinto e non avrebbe vinto la guerra
Gli alleati da soli non hanno vinto e non avrebbero vinto la guerra
Con tutte le implicazioni anche crudeli che ciò significa:
visto che la guerra produce morti che in buona parte già prevedi prima di iniziarla, alleandoti stai ‘tacitamente’ stabilendo quanti morti tuoi devono morire negli alleati.
Reciprocamente.
E non è certo un trofeo dell’umanità
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Sono quasi ottant’anni che siamo una colonia degli Usa, ma ve ne siete accorti il 5 novembre 2024. Buongiorno!
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silvan:
ovvero un prestigiatore a capo dell’ufficio propaganda dell’Office of Strategic Services
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Come da manuale operativo del Partito, tutti quelli che divergono dal Pensiero Unico, sono immediatamente classificati come “ nemici del popolo “. Cambiano i tempi , ma non il modus operandi.
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Gli iDIOti e i coprofaghi NATO invece, restano sempre gli stessi 😀
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