
(di Antonio Pitoni – lanotiziagiornale.it) – Diciamoci la verità. La storia della Repubblica italiana è piena di politici incollati alla poltrona. Di ministri travolti dalle inchieste giudiziarie che hanno provato a resistere finché hanno potuto. Daniela Santanchè non è la prima e non sarà l’ultima di questo nutrito gruppo che popola le cronache parlamentari. Ma lo spettacolo andato in scena ieri in Parlamento, durante il suo intervento nel corso del dibattito sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni (e respinta dalla maggioranza), ha consegnato all’opinione pubblica l’immagine di una ministra della Repubblica che ha derubricato i suoi guai giudiziari – il più rognoso legato all’accusa di truffa all’Inps sulla Cassa Covid – ad un episodio di classismo al contrario. In cui i bulli diventano i poveri che odiano i ricchi come se il suo crimine fosse quello di ostentare l’opulenza.
“Io sono l’emblema, lo rappresento plasticamente, di tutto ciò che detestate: sono una donna libera, porto i tacchi da 12 centimetri, ci tengo al mio fisico, amo vestirmi bene, sono quella del Twiga e Billionaire. Non ho nessun problema a dirlo qua in un’Aula del Parlamento: ebbene sì, ho una collezione di borse – ha rivendicato la ministra -. Mio padre mi ha insegnato che si ruba solo quello che si nasconde e io non ho nulla da nascondere. Voi non volete combattere la povertà, volete combattere la ricchezza”. Ma se l’abito non fa il monaco, a maggior ragione non basta un tacco a spillo né una borsetta griffata a vestire una carica istituzionale della disciplina e l’onore che l’articolo 54 della Costituzione impone a chi ricopre una funzione pubblica. Santanchè compresa.
tacchi a spillo, borsetta e falò
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al twiga…???
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“Io sono l’emblema, lo rappresento plasticamente, di tutto ciò che detestate: sono una donna libera, porto i tacchi da 12 centimetri, ci tengo al mio fisico, amo vestirmi bene, sono quella del Twiga e Billionaire. Non ho nessun problema a dirlo qua in un’Aula del Parlamento: ebbene sì, ho una collezione di borse – ha rivendicato la ministra -. Mio padre mi ha insegnato che si ruba solo quello che si nasconde e io non ho nulla da nascondere. Voi non volete combattere la povertà, volete combattere la ricchezza”.
Quindi questa peripatetica che ha un cognome che non è nemmeno il suo anche se lo sfoggia malgrado il divorzio, ritiene che la ricettazione NON sia un reato. Basta che si OSTENTI quel che hai rubato (e sì, se accetti roba taroccata sei un ladro) e tutto passa, come dire: ti ho rubato l’auto? E poi ti ci sgommo davanti, mica la nascondo da qualche parte.
Ma perché non aboliscono l’art.54 della Costituzione, così facciamo prima?
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Ha confessato anche su “plasticamente“… 🤭😆🤣😂
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Per non parlare del fatto che si sente una “donna libera” perché porta il tacco 12… ah vabbè.
🤦🏻♀️
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La Santadeche prima era un cartone animato.
Di quelli cattivi.
Voce inclusa.
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È peggio perché vuole pure prenderci per qlo.
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Mi hai preceduto! 👍🏻
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Arma di distrazione di masse.
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Se riconosciuta colpevole in via definitiva soprattutto della presunta truffa all’ inps (che ricordiamo sono soldi dei lavoratori) Galera e scontare la pena plasticamente e con tutto il tacco dodici🤔
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C’è chi difende le borsette che ha per non poter difendere l’onore che non ha.
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Quello che trovo inconcepibile (ma rivelatorio) del comportamento della Santanchè sull’affare borsette è che una persona in buona fede avrebbe:
invece che fa? Annuncia querela alla giornalista, l’unica che in tutta questa faccenda non c’entra nulla.
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Il tacco 12 glielo darei in testa una dozzina di volte a ‘sta… come si può chiamare una cosa così? Che cos’è… una monnezza con la plastica intorno.
Sta avvenendo una roba da SF. si sta sempre più distorcendo nei lineamenti. Mi sa che all’improvviso la pastica si squarcerà e uscirà l’Alien che alberga in essa.
Sì sì, la “cosa” uscirà urlando e contorcendosi tipo “Esorcista”. Prepariamoci al rush finale con le bacinelle.
Formiamo un’eggregora e concentriamoci: dovrà avvenire. Avverrà. Crediamoci!
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