
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – L’8 gennaio la Camera inizierà a discutere la legge Nordio-Gelli per separare le carriere di giudici e pm e i rispettivi Csm. Noi non vediamo l’ora che entri in vigore malgrado siamo contrari, anzi proprio per questo. Solo la prova su strada farà capire ai somari del garantismo all’italiana di aver prodotto l’effetto opposto a quello che auspicavano. Oggi requirenti e giudicanti fanno parte dell’unico […]
I processi somari
L’8 gennaio la Camera inizierà a discutere la legge Nordio-Gelli per separare le carriere di giudici e pm e i rispettivi Csm. Noi non vediamo l’ora che entri in vigore malgrado siamo contrari, anzi proprio per questo. Solo la prova su strada farà capire ai somari del garantismo all’italiana di aver prodotto l’effetto opposto a quello che auspicavano. Oggi requirenti e giudicanti fanno parte dell’unico Ordinamento giudiziario. Ma i passaggi da una funzione all’altra, un tempo normali (Falcone e Borsellino furono prima giudici e poi pm), sono già così ostacolati da leggi infami di destra&sinistra da risultare statisticamente irrilevanti: nel 2023 hanno riguardato 34 magistrati su 9mila (lo 0,37%). Eppure il Consiglio d’Europa li raccomanda per l’arricchimento professionale dei giudici e dei pm accomunati dalla “cultura della giurisdizione”. E la nostra Costituzione affida a entrambi lo stesso obiettivo: cercare la verità con imparzialità. Se il pm si stacca dal giudice, sarà sempre meno imparziale: un avvocato della polizia, tutto teso a far condannare più gente possibile. La cultura dell’imparzialità cederà il passo a quella del risultato, la stessa del poliziotto che fa carriera a suon di statistiche: tot perquisizioni, tot sequestri, tot arresti…
I somari citano, a sostegno della separazione, il caso dei due pm milanesi condannati in primo grado per aver nascosto prove favorevoli agli imputati nel processo Eni. Ma è proprio perché le carriere sono unite che è stato possibile condannarli. Il pm non ha il cottimo sulle condanne: se si convince dell’innocenza dell’imputato, deve chiedere di assolverlo. Ma se diventa come l’avvocato, pagato per far assolvere il cliente anche se lo sa colpevole, ignorerà le prove a discarico. Se un avvocato porta al giudice una prova contro il suo assistito, viene punito per infedele patrocinio; il pm invece viene punito se non porta una prova a favore del suo imputato. Perciò pm e difensore non sono sullo stesso piano: l’uno mira alla verità (come il giudice), l’altro all’assoluzione. Due figure essenziali che meritano armi pari, ma una rappresenta la collettività, l’altra il privato. Separandoli dai giudici, i “garantisti” trasformeranno i pm in una casta di Torquemada molto popolari e “giustizialisti” che chiederanno condanne purchessia a furor di popolo: il “partito dei pm”, oggi inesistente, si materializzerà proprio grazie a questi somari. È già accaduto in Portogallo nel 1974 quando, caduto Salazar, la Rivoluzione dei Garofani separò i pm dai giudici, ma senza metterli sotto il governo: i pm divennero una falange di inquisitori assatanati, anche contro i potenti. Tant’è che lì i “garantisti” vorrebbero riunificare le carriere per riportare un po’ di equilibrio. Se hanno qualche amico in Italia, è il caso che lo avvisino per tempo.
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La vera riforma sarebbe azzerare giuddici e pm, rifacendo concorsi e nomine. La cosiddetta giustizia italiana è comunque cosi marcia che qualsiasi tentativo di riformarla è benvenuto.
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Oggi mi astengo dal commentare l’editoriale perchè non ho capito una mazza, e non provate a spiegarmelo perchè perdereste inutilmente il vostro tempo.
Diciamo solo che in generale mi fido sicuramente di più di Travaglio che non del governo.
Se poi penso a tutte le leggi-vaccata fatte dal governo da quando è in carica, mi tocca pensare che questa faccia parte di quella categoria anche solo per una questione di pura statistica e calcolo delle probabilità.
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pensa a Bossetti, la pm ha prima nascosto e poi fatto deteriorare le prove a favore dell’imputato ossia lui e se l’è sfangata. Bossetti è ancora in carcere, dove tra l’altro, nonostante sia dentro per l’omicidio di una ragazzina, gli altri detenuti non lo toccano perché sanno che è innocente Poi dimmi se questa marcia cosiddetta giustizia non è da rifondare
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beh amico mio……sul fatto che la giustizia italiana ( e penso non solo quella italiana) faccia schifo più o meno da sempre sfondi una porta aperta.
riguardo a Bossetti non so se sia colpevole o innocente ma senza dubbio il non riaprire il processo in presenza di nuovi elementi è davvero vergognoso.
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Ma come si fa a demonizzare un’intera istituzione con un caso? Ce ne saranno e sarebbero sempre di nuovi e con qualsiasi riforma, solo che questa nuova di Nordio li moltiplicherà. E’ questo il succo dell’editoriale di Travaglio.
E’ coisì difficile commentare senza sconfinare nella retorica?
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Oddio, un’altra vittima delle Iene con Bossetti innocente.
Mi rivolgo ai vecchi commentatori infosanniti, Jeronimo in testa: come mai non lo insultate come merita questo Claustrofobico?
Dai, torniamo ai bei vecchi tempi andati!
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Com’è possibile non capire l’editoriale? E’ così chiaro e semplice ma soprattutto logico.
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@Arsenio
potrebbe essere anche che non me ne freghi una mazza di capirlo o che non abbia nessuna voglia di rileggerlo con calma sempre per la mazza di cui sopra.
ci hai pensato ?
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Hahaha ok 👍
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Su questi argomenti M.T. insuperabile
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contento tu. Invece meno male che non lo se lo fila nessuno
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Finalmente l’ottimo Travaglio smette di giocare a fare il geopolitico internazionale Nostradamus e torna ad affrontare un argomento in cui da sempre si contraddistingue per competenza.
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Se lui gioca a fare il geopolitico internazionale tu giochi a fare critica giornalistica . Solo che lui prima di scrivere studia e si informa, tu invece ti limiti al sicuramente meno faticoso compito di pistare i ditini sulla tastiera. Così, a cacchio….
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No, mi limito a leggere i tuoi commenti illuminanti sugli altri, perché per te è evidentemente troppo faticoso elaborarne uno tuo autonomo.
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Il nostro sistema democratico si basa sull’equilibrio dei poteri, legislativo,esecutivo e giudiziario, cioè Parlamento, Governo e Magistratura, in modo che nessuno prevalga sull’altro. Ma tutti gli eversodi della democrazia tentano di attaccare questo equilibrio che garantirebbe ai cittadini democrazia, buona amministrazione e giustizia. Ovviamente chiunque avversi la democrazia cerca di cambiare questo equilibrio. Il Piano massonico di Rinascita democratica di Gelli cercava di rompere questo equilibrio. E ora la Meloni ci riprova. Con la connivenza di Nordio vuole separare la funzione di pubblico ministero da quella di giudice, vietando l’attuale possibilità di passare da un ruolo all’ltro. La separazione delle carriere la vuole anche la mafia come ogni tipo di criminalità, politica o eccellente, perché indebolisce la giustizia. Nei fatti le richieste di passare da un ruolo all’altro sono molto rare, perché non si può farlo più di 4 volte e servono 5 anni di permanenza e un concorso di idoneità ogni volta, ma soprattutto perché bisogna cambiare Distretto e anche Regione e a volte nemmeno basta, perché è precluso anche l’ufficio competente per legge a occuparsi di indagini che coinvolgono magistrati del Distretto di provenienza (quindi un Pm di Torino non può fare il giudice – e viceversa – nel Distretto di Milano, uno di Roma nel Distretto di Perugia e così via). Poi, per cambiare funzione bisogna andare lontano, cambiare città, terremotare vite e infatti lo chiedono in pochi e sembra una cosa inutile, ma, secondo i cattivi politici, la separazione delle carriere sarebbe il primo passo per rendere i Pm dipendenti dal Governo così che sarebbero i Governi a decidere di volta in volta quali sono i reati da preseguire, per cui avremmo reati diversi per Governi diversi, praticamente reati stagionali, una giustizia variabile secondo i comportamenti delinquenziali dei politici. È chiaro che i partiti delinquenziali pensano di essere più liberi con una giustizia tenuta a guinzaglio come un cagnolino, i cittadini e la giustizia però non ci guadagnerebbero certo. La separazione delle carriere potrebbe minare l’unità della magistratura, un valore costituzionale che garantisce l’indipendenza del potere giudiziario. Attualmente, giudici e pubblici ministeri appartengono alla stessa “carriera”, condividendo formazione e autonomia.
Separando le carriere, si teme che i pubblici ministeri diventino dipendenti dal Governo e dunque meno autonomi. Il rischio aumenterebbe se i pubblici ministeri fossero posti sotto un organo di controllo separato rispetto alla magistratura.
L’attuale sistema, con giudici e pubblici ministeri che condividono una formazione comune, è visto come una garanzia di equità e imparzialità. Si teme che la separazione possa rafforzare una contrapposizione tra accusa e difesa.
L’autonomia e l’indipendenza di giudici e pubblici ministeri sono già garantite dall’ordinamento attuale. La riforma sarebbe quindi inutile e potenzialmente dannosa. Oggi giudici e pubblici ministeri collaborano, dopo sarebbero contrapposti, rallentando e appesantendo il processo. In realtà chi volesse rendere più agile e moderna la giustizia italiana farebbe altre cose come rendere più brevi i processi, migliorare l’efficienza degli uffici giudiziari, sanare la carenza di personale. Oggi in Italiana mancano 1.600 magistrati su un totale di 10.500. Per quanto riguarda i cancellieri, la situazione è altrettanto critica. In molti distretti giudiziari italiani, le mancanze di organico arrivano al 30%, con picchi che sfiorano il 40%. Queste carenze hanno ripercussioni significative sull’efficienza del sistema giudiziario, causando ritardi nella gestione delle pratiche e nell’emissione delle sentenze. Ma non sembra che sia questo lo scopo dell’attuale Governo che già, con Nordio, agisce solo nel senso della depenalizzazione dei reati di colletti bianchi e onorevoli. Oggi abbiamo equilibrio tra accusa e giudizio, il pericolo futuro sarebbe avere dei giudizi che dipendono dal Governo. Si pensi che la polizia dipende dal Ministro degli Interni e questi avrebbe la facoltà di bloccare delle indagini e dunque dei processi scomodi per il potere. Insomma, invece di migliorare la Giustizia, questo Governo pensa solo a peggiorarla.
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“La separazione delle carriere la vuole anche la mafia come ogni tipo di criminalità, politica o eccellente, perché indebolisce la giustizia”, scrive la Vivarelli. Ok. Premesso che io su questo argomento mi fido tutta la vita più di MT che dell’attuale governo, non sopporto chi usa la parola mafia, oppure “ogni tipo di criminalità”, a caxxo. Quindi, siccome da adesso in poi sarà tutto un citare Falcone e Borsellino, perché fanno presa sulla gente, io riporto le parole mai smentite sull’argomento di Giovanni Falcone:
“Un sistema accusatorio parte dal presupposto di un pubblico ministero che raccoglie e coordina gli elementi della prova da raggiungersi nel corso del dibattimento, dove egli rappresenta una parte in causa. Gli occorrono, quindi, esperienze, competenze, capacità, preparazione anche tecnica per perseguire l’obbiettivo. E nel dibattimento non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specie di para-giudice.
Il giudice, in questo quadro, si staglia come figura neutrale, non coinvolta, al di sopra delle parti. Contraddice tutto ciò il fatto che, avendo formazione e carriere unificate, con destinazioni e ruoli intercambiabili, giudici e Pm siano, in realtà, indistinguibili gli uni dagli altri. Chi, come me, richiede che siano, invece, due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell’indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell’azione penale, desideroso di porre il Pm sotto il controllo dell’Esecutivo”.
Ora. Neanche Falcone è infallibile, e può essere che la sua visione su pm e giudici fosse sbagliata. Ma scrivere che la separazione delle carriere favorisce la mafia e “ogni tipo di criminalità” lo trovo stupido e fuorviante.
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Io non so se Falcone poteva sbagliarsi al tempo dell’ intervista o se magari avrebbe potuto cambiare opinione, dopo, ma so per certo che l’ idea della separazione delle carriere nasce con Rinascita Democratica di Gelli, e questo basta a respingerla, visto il soggetto in questione! Il problema fondamentale non è la scambiabilità dei ruoli, ma il tentativo di separare il pm dal corpo giuridico unico della magistratura, quindi dal potere giudiziario indipendente ed autonomo, rispetto agli altri due poteri, legislativo ed esecutivo, per renderlo distaccato e meglio controllato dal potere politico! Una deriva pericolosa! Quanto poi ai ruoli interscambiabili, io la reputo una risorsa, democratica, in qualsiasi ambito….esperienze in ruoli diversi aprono la mente ed evitano strutturazioni fisse e rigide, anticamera di poteri costituiti ed immutabili! Se accanto ad un potere esecutivo sempre più accentrato per la modifica della Costituzione con il premierato esiste la possibilità che un pezzo della magistratura sia sotto il controllo dell’ esecutivo, gli equilibri democratici, già traballanti , rischiano di cadere del tutto….con il risultato di processi sommari da parte di somari pericolosi! Con buona pace di Falcone, io eviterei….
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Travaglio sa benissimo che la separazione delle carriere (in Costituzione) è un passo necessario per raggiungere il vero obiettivo: far rientrare i PM sotto l’esecutivo.
Una volta messo il guinzaglio ai PM i governi non dovranno più temere processi “scomodi” a loro e ai loro amici. Mentre favoriranno eventuali indagini sulle opposizioni o sui reati che politicamente possono portargli consenso.
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per capire l’ostilità del popolo verso la magistratura, bisogna andare nei tribunali dove vengono processati gli ultimi. qui le regole vengono stravolte. i pm agiscono secondo il principio di presunzione di colpevolezza, ed i giudici per stabilire la condanna usano il sistema “sasso, carta, forbice”. esperienza vissuta in prima persona. per i delinquenti dai colletti bianchi, il problema non si pone. basta ascoltare le parole del papa a rebibbia (i veri delinquenti sono fuori). parole omesse da tutti i giornali.
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Un GRAZIE alla Redazione di Infosannio…..
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Rispondo a Santo Loquasto e nego decisamente che Falcone abbia mai inteso difendere la succubanza della magistratura dal potere esecutivo, anzi al contrario ha sempre e con molta chiarezza difeso l’indipendenza della Magistratura dal Governo e ha sempre interpretato le richieste massoniche come un chiaro aiuto da parte del potere politico a criminali eccellenti e mafiosi. Giovanni Falcone è il simbolo della lotta alla mafia e si è espresso in diverse occasioni sulla necessità di una riforma della giustizia. Tuttavia, sulla questione specifica della separazione delle carriere tra magistrati giudicanti (giudici) e requirenti (pubblici ministeri), la sua posizione è stata molto più articolata di quanto possa far comparire il Loquasto.
Falcone era consapevole delle problematiche legate al rapporto tra giudici e pubblici ministeri, ma non si è schierato apertamente e in maniera netta per una separazione totale delle carriere come vorrebbe far credere oggi la destra. Piuttosto sottolineava sempre e comunque l’importanza dell’equilibrio tra i poteri, preservando l’indipendenza della magistratura e, al tempo stesso, migliorando l’efficacia e l’efficienza del sistema giudiziario. Riconosceva che giudici e pubblici ministeri dovevano lavorare di comune accordo per combattere la criminalità organizzata, soprattutto per il coordinamento nelle indagini e nei processi. Tuttavia, era anche critico rispetto a possibili ambiguità che questa vicinanza poteva generare, auspicando trasparenza e professionalità. In sintesi: La sua priorità era rafforzare l’indipendenza della magistratura, evitare ingerenze politiche e migliorare il funzionamento del sistema giudiziario, soprattutto nella lotta alla mafia. Falcone non ha mai promosso la separazione delle carriere, ma ha riflettuto sulla necessità di riformare la giustizia per renderla più efficace e garantire la fiducia dei cittadini. Quello che Loquasto afferma è solo una delle tante interpretazioni distorte e faziose della destra per far passare una ulteriore difesa sia degli onorevoli eccellenti che delinquono che delle mafie che forniscono loro voti e potere.
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Rispondere a Santo e’ come credere di poter parlare in maniera intellettualmente onesta con Renzi…..che è, direi, persino peggio della destra!
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X Viviana:
ma mica sei cuggina di ChatGPT?
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Grazie Patrick
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Ai politici non piace l’idea che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge o, per meglio dire, lche a loro categoria sia messa alla pari con tutto il resto della popolazione. Certo le destre sono propugnatrici di tali iniziative in modo esplicito da sempre ma dall’ altra parte non sono mancate prese di posizione in tal senso in modo più cauto, nascosto ,ma non per questo meno pericolose.L’abolozione del reato di Abuso d’ufficio fa coppia con la divisione delle carriere e la legge Cartabia .
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C’è un’ ignoranza su cosa sia il diritto e la giurisprudenza in giro, incluso questo blog, che non solo è rivoltante ma estremamente pericolosa perché causa insicurezza pubblica con tutto ciò che ne consegue. Probabili educativi di una gravità disarmante e poi ci stupiamo della situazione attuale e guardate bene che tante di queste assurdità provengono da Gente sopra gli ” anta” non ragazzini di 15 anni che al massimo ripetono ciò che sentono a casa e a scuola.
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e siamo la nazione.in rapporto alla popolazione, con il maggior numero di avvocati..Il diritto romano a quello Canonico-religioso ha influenzato la nostra cultura giudiziaria.
Negli atenei il maggior numero di studenti è iscritta a legge perchè non è obbligatoria la frequenza e studiano legge perchè siamo un popolo litigioso e molto spesso pur di aver ragione siamo disponibili a dissanguarci economicamente anche quando si sul dire” il gioco non vale la candela”;per non parlare quando in gioco c’è pure l’onorario esorbitante dei grandi avvocati….che alla fine si dividono la torta.
E qui scrivono cittadini e non certo avvocati(mica hanno tempo da perdere),mi creda saremo anche impreparati ma certamente cittadini che subisco le leggi fatte con i piedi!
Buona giornata!
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Che ci siano tanti avvocati ahimè non vuol dire che ci sia conoscenza della materia. Al di là che l’obbligo di frequenza non c’è in molte università umanistiche visto che non si fanno laboratori o altro di pratico resta che è un’ università molto difficile e difatti i numeri sono in calo talché che attualmente giurisprudenza è terza per iscritti dietro ad economia ed ingegneria e di poco superiore a lettere tanto per dire. Inoltre che si laureano nell’ arco di 6 anni ossia i 5 canonici della magistrale più uno extra (anche qui ennesimo problema delle scuole italiane, abbiamo già uno dei percorsi scolastici più lunghi d’Europa ed è tarato in modo che pochissimi riescono a concluderlo negli anni previsti e difatti le università stesse prevedono solitamente un anno bonus in cui si risulta comunque in corso), moltissimi poi fanno la triennale che è specifica per consulenza del lavoro e diritto dell’ impresa o simili, teoricamente non per diventare avvocato.
Che poi abbiamo uno stuolo di civilisti inetti, abbiamo già molti meno penalisti e soprattutto avvocati bravi. Aggiungo che poi fare l’avvocato non sarebbe l’unico sbocco e Ve ne sarebbero diversi, soprattutto in Paesi più evoluti del nostro. Conoscere il diritto e avere una mentalità giuridica è utile anche per evitare problemi e operare regolarmente invece che solo per litigare. Solo che da noi le aziende strutturate sono poche e quindi poche quelle che hanno bisogno qualcosa più di un diplomato.
I professori stessi sconsigliano di intraprendere la carriera forense perché ce ne sono troppi. Inoltre al di là dell’ università insegnare diritto sarebbe fondamentale in tutte le scuole dell’ obbligo, perché si interseca con l’educazione Civica e con la politica che permea la vita di tutti i giorni e permetterebbe di avere persone che non vivono fuori dal mondo credendo ad ogni cosa che raccontano in TV o per radio.
A parte tutto ciò mi collego con il tuo ultimo periodo, a giurisprudenza se perlomeno scegli un ateneo valido insegnano Teoria dell’ argomentazione normativa. Materia che sarebbe alla base della capacità di ascoltare le istanza della popolazione, filtrarle e rielaborale con raziocinio basandosi su lavoro di centinaia di studiosi (su tutti posso consigliare John Rawls) e quindi produrre leggi che tutelino ed esaltino la popolazione. Invece noi vediamo tanta ignoranza anche tra i politici che unita all’ affarismo causa i danni che sono sotto gli occhi di tutti. Ah e condicio sine qua non è che l’università non sia privata e finanziata dalla famiglia o dal partito a cui si è legati o di non essere uscito solo grazie a spinte.
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La divisione dei PM …. bellissima trovata per indebolire la Giustizia.
Facciamo un esempio ci sono 10 fascicoli e 10 PM ogni PM ha 1 fascicolo,se separiamo i PM abbiamo 5 PM Inquirenti e 5 PM difensori…quindi ogni PM ha 2 fascicoli!
Ma non basta se ci sarà la divisione avremo PM cattivi inquisitori e PM buoni difensori,si formeranno due caste… Avanti tutta con Rinascita Democratica…sede Nazionale Villa VANDA!
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Per favore, cerchiamo di non confondere il giudice col pm. Il giudice e il pubblico ministero (PM) hanno ruoli distinti all’interno del sistema giudiziario. Il giudice deve essere imparziale, super partes, neutrale, deve valutare le prove, applicare la legge e prendere una decisione (sentenza) sul caso. Il Pubblico Ministero o Pm agisce per conto dello Stato di cui è rappresentante. Se pensa che l’imputato sia colpevole (ma può pensare anche che sia innocente) deve indagare e sostenere l’accusa durante il processo. Conduce le indagini preliminari, insieme alla polizia giudiziaria. Decide se portare un caso in giudizio o archiviarlo. Se pensa che ci siano sufficienti prove di colpevolezza, le presenta al processo contro l’imputato. Il giudice lavora in ambito giudicante (dà la sentenza). Il PM lavora in ambito requirente (cerca le prove). È possibile passare da una funzione all’altra durante la carriera, ma richiede specifiche procedure.
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Appunto, l’ indipendenza ed autonomia del PM rispetto al potere politico/esecutivo e’ ancora più rilevante, visto che conduce le indagini preliminari e decide sul caso….tutta sta diatriba sulla separazione delle carriere e’ lo specchietto per allodole, lo scopo e’ un pm non a servizio dello Stato, rappresentato da potere legislativo, esecutivo e giudiziario, dal PdR, capo del CSM e delle forze armate, non a caso, garante della Costituzione, ma a servizio del potere esecutivo come espressione di una sola parte politica……se viene meno il ruolo del parlamento e l’ autonomia del pm, siamo prossimi a qualcosa già esperito in passato…..Questa destra sta provando ad alterare gli equilibri democratici, che saranno pure mal rappresentati, ma fin che esistono sono una struttura democratica dove poter cambiare i rappresentanti…dipende da noi! Tolta la struttura restano comunque i rappresentanti e con maggior potere, senza contrappesi!
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