
(Tommaso Merlo) – L’apartheid in Palestina è molto peggiore di quello del Sudafrica. Lo dice chi l’ha vissuto. Anche perché dalla segregazione siamo arrivati addirittura al genocidio. Le scene che giungono dal nord di Gaza sono davvero impressionanti, da secolo scorso, quando le dittature sterminavano gli ebrei perché considerati una razza talmente infima da non meritare di vivere. Vittime come i palestinesi oggi di una ideologia che si riteneva superiore al punto da imporre con la forza bruta i propri disegni. E sempre che non sia troppo tardi, l’unica vera soluzione in Palestina si troverà quando ebrei e arabi cominceranno a trattarsi a vicenda da esseri umani. Ma il razzismo oggi regna ovunque. Dal razzismo tra nord e sud dello stesso paese, siamo passati a quello tra nord e sud del mondo. Basta vedere come i paesi ricchi affrontano ancora l’immigrazione. Con palliativi utili solo ad alleviare i sintomi invece che a trovare una cura. Gli immigrati sono ancora percepiti come appartenenti a razze inferiori che cercano di approfittarne alterando i nostri fragili equilibri esistenziali. Gli immigrati con la pelle scura sono trattati peggio di quelli con la pelle chiara. Come se la regola razzista fosse che più sei diverso più sei pericoloso e quindi meno sei gradito. Non persone uniche ma categorie con relativi stereotipi. Razzismo dietro e davanti alle quinte ma anche tanta ipocrisia che ha fatto la fortuna politica di molti. Personaggi che hanno cavalcato la paura passando da una poltrona all’altra senza risolvere nulla. Questo perché per un problema di tali dimensioni servirebbe perlomeno l’Europa che però a sua volta non nasce politicamente per colpa del razzismo. Dal razzismo tra nord e sud dello stesso paese, siamo passati a quello tra paesi. I popoli europei non si fidano l’uno dell’altro e questo perché si ritengono superiori agli altri e non vogliono cedere il controllo del proprio orticello dando vita ad una Repubblica federale. Clamoroso il caso della Brexit anch’essa in fondo frutto del razzismo verso gli europei continentali da parte degli inconsolabili orfani dell’impero britannico che ancora girano col naso all’insù. Impero emblema di secoli di colonialismo occidentale che si basava su un razzismo viscerale verso i popoli sottomessi e sfruttati. Era la razza superiore che consentiva ai bianchi occidentali di commettere ogni porcheria e riuscire a dormire di notte. Oggi sopravvive un complesso di superiorità, quello che da decenni spinge l’Occidente ad insanguinare il mondo rendendolo più ingiusto ed insicuro e costringendo popoli interi a mettersi in viaggio. Già, l’immigrazione è soprattutto colpa nostra e l’unica vera soluzione è fare in modo che tutti abbiano di che vivere decentemente nel proprio paese. Per riuscirci basterebbe mettere un freno al turbocapitalismo e invece di gettare risorse in guerre autolesionistiche, darsi da fare per costruire un mondo più intelligente e quindi anche equo. L’immigrazione clandestina di massa fuori controllo può generare caos, ma non siamo affatto a quei livelli, anzi. Il decrepito Occidente ha un disperato bisogno di figli che non fa più e se non vuole che sbarchi l’intero sud del mondo dovrebbe darsi una mossa invece che farsi prendere dalla paura e per i fondelli dai politicanti. Quanto ai razzisti, che si mettano il cuore in pace. Le migrazioni sono un fenomeno inarrestabile che risale alla notte dei tempi e il futuro dell’umanità è il meticciato. A furia di integrarsi esisterà un solo un colore della pelle e simili sembianze. Così anche i più cocciuti capiranno che le nostre cellule, la nostra mente e il nostro cuore funzionano tutti allo stesso identico modo e le razze non esistono. Esiste solo l’essere umano e diverse culture che sono il sale della vita. È questo il salto evolutivo che può salvare l’umanità. Esseri umani che riscoprono la propria uguaglianza e che invece di combattersi si abbracciano per costruire insieme un futuro migliore.
Tutto vero e tutto condivisibile, il problema, enorme, è che per costruire il salto culturale evolutivo, educativo, propedeutico alla realizzazione del progetto, servono i mezzi di comunicazione, informazione, educazione…..questi mezzi sono in completa ed assoluta disposizione di chi vuole esattamente l’ opposto, cioè l’ involuzione mentale, con un arretramento del pensiero critico, in una sorta di scambio, il “benessere “, progresso , della tecnologia, sempre più avanzata e raffinata, applicata in ogni contesto, soprattutto quello bellico, in cambio dell’ adeguamento di massa ad un modello omologato costruito mediaticamente! Esiste uno squilibrio difficilmente recuperabile, perché chi gestisce il potere economico-finanziario, gestisce i media e le teste, auspicate e volute sempre meno pensanti, si formano con i mezzi mediatici tecnologicamente sempre più evoluti…..Come mai in un mondo in continua connessione e comunicazione, riesce a prevalere l’ idea della diversità come pericolo e della superiorità di razza o civiltà? Perché connessione e comunicazione veicolano questo tipo di idee, e paradossalmente chiudono, isolano, invece di aprire, e spingono alla discriminazione e conflitto piuttosto che alla tolleranza! La guerra alla pace inizia dalla testa delle persone…..
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D’accordo sul prevalere dell’idea della diversità come pericolo, ma connessione e comunica possono alimentare questa idea, non esserne la causa principale. Si indaghi sul fatto che questo pericolo è avvertito da molti ma non da tutti. Attualmente in Italia sono in tanti ad essere razzisti, ma vi sono tanti altri che razzisti non sono e non lo saranno mai. Perchè?
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Non c’entra niente il razzismo con quello che sta accadendo in medio oriente.
Se per razze intendiamo la discendenza di sangue, la tradizione dice che sia arabi che israeliani discendono da Sem figlio di Noè, quindi entrambi popoli semiti.
E’ la proprietà delle terre in Palestina, promesse da Dio agli israeliani secondo le loro sacre scritture, il pomo della discordia. A cui poi si aggiunge la sete di vendetta reciproca che hanno molti, ma non tutti, nei due schieramenti.
Vedendo l’espansione di Israele da mezzo secolo, mi riesce difficile credere che i terreni siano stati acquistati regolarmente. E’ chiaro che sono bottino di guerra giustificato, da parte israeliana, per gli attacchi subiti in passato da chi voleva riprendersi la terra, non per razzismo.
Una cosa che non ho mai capito è se i primi terreni acquistati dai futuri israeliani comprendevano anche la sovranità su quelle terre.
Comunque sia andata, non è oggi ipotizzabile e accettabile la cacciata totale degli israeliani, altrimenti tutti, tranne i nativi indiani, dovrebbero essere cacciati dal suolo USA.
La cosa più saggia è tornare alla spartizione suggerita dall’ONU e riconoscere 2 Stati. Se stiamo a discutere su chi ha scagliato la prima pietra, cercando una giustizia perfetta, non ne usciamo più e Israele può solo vincere, dato che ha la protezione degli USA.
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Che Israele possa solo vincere non è così scontato, ci sono alcuni esperti come Giacomo Gabellini che spiegano come la situazione possa essere tutt’altro che di facile vittoria di fronte per esempio all’ Iran sostenuto da altri paesi…con mezzi militari, missilistici, superiori a quelli occidentali/israeliani da un punto di vista tecnologico…..Quello che sta accadendo in medio oriente è un’ occupazione territoriale perché da quelle parti, compresi in paesi come l’ Iran, ci sono ingenti risorse di petrolio, gas, altri materiali, terre rare, su cui si vuole mettere mano, ma la narrazione propagandata è quella della terra promessa da Dio al popolo eletto da cui deriva conseguentemente che gli altri non lo siano …..se questo non è concettualmente razzismo, è piuttosto simile! Come fai ad arrivare alla creazione di due Stati sovrani in grado di usufruire liberamente e legittimamente ognuno delle proprie risorse, quando la questione mediorientale è nata dall’ idea che l’ Occidente e gli USA, con il loro alleato storico, Israele, potessero usufruire di risorse altrui ? Credo che il problema alla fine sia molto più vasto e che non comprenda solo la questione palestinese, ed abbia una motivazione esclusivamente economica, narrata come scontro di civiltà, religione, democrazia, ecc, cioè la retorica di accompagnamento di tutte le guerre per nascondere le reali ragioni! Non mi pare poi che qualcuno voglia cacciare gli israeliani, visto che si sono espansi progressivamente, ed il guaio è che limitarli, significa rinunciare ai benefici della loro posizione strategica ed espansione che non fa comodo solo a loro! Se non vi fossero stati interessi economici fondamentali per occidente ed USA la questione palestinese sarebbe stata risolta da tempo ed il medio oriente non sarebbe la polveriera che rischia di coinvolgere molti paesi/potenze oltre gli attori attualmente impegnati sul campo! Il secondo casino pronto ad esplodere insieme a quello ucraino in pochi anni, mentre ci avviamo baldanzosi verso la terza guerra mondiale! Come era la narrazione durante la pandemia Covid ? Tutto il mondo unito contro il nemico invisibile, ne usciremo vincenti, migliori, uniti e solidali …..Ed abbiamo visto, come no……
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Beh di sto passo ci sarà pure l’ennesimo nemico “invisibile” ossia il cambiamento climatico intento nel senso più ampio possibile comprendente quindi anche l’eccessivo consumo di suolo. Qua in Emilia siamo allagati da un anno e mezzo e magari nelli stessi periodi si sente di estrema siccità in Sicilia.
alla fine l’unico nemico è l’ingordigia di pochi che per qualche dollaro in più dichiara guerre, distrugge l’ambiente, il sistema scolastico e sanitario, disumanizza i dipendenti e così via. Al punto che pure Parodie come Fantozzi o i Simpson stavano meglio di come sta la persona media, specie se giovane, ora.
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Potrei sbagliare, ma credo proprio che chi, come Hamas, non accetta l’esistenza di Israele intenda dire che se ne devono andare da tutto il territorio, con le buone o le cattive.
Quando dico che Israele può solo vincere, perchè protetto dagli USA, non intendo dire che non possa essere distrutto. Se l’Iran lanciasse tutto il suo arsenale, certamente lo distrugge, ma poi gli USA, e non solo, distruggono l’Iran e ci fondano sopra il nuovo Israele che col tempo si ripopolerà.
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L’ Iran non è da solo, e nella tua ipotesi, gli altri non starebbero a guardare…..quindi terza guerra mondiale con distruzione del pianeta e ripopolamento, forse dei superstiti! La questione palestinese poteva essere risolta, invece siamo arrivati ad Hamas e Netanyahu……e non per caso! La questione mediorientale è stata un susseguirsi di ingerenze occidentali e statunitensi ,per lo scopo precedentemente scritto, e questo tipo di atteggiamento predatorio non poteva che portare a conflitti, ma si sarebbe potuto scegliere un altra soluzione, volutamente non scelta! Quello che mi chiedo è se per trovare un accordo evitando una escalation fino alla terza guerra mondiale, qualcuno oltreoceano non abbia già messo in conto il sacrificio del popolo palestinese……il cosiddetto male minore o come dichiarato tempo fa, non ricordo da chi, il bagno di sangue necessario per arrivare alla pace…..evidentemente 50.000 morti non sono sufficienti!
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Grande editoriale del magistrale Tommaso Merlo!
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Un grazie immenso a Tommaso Merlo per quest’articolo.
Qualcuno (quello che ogni volta che apre bocca fa inorridire la gente di buon senso) aveva proposto di mettere nelle scuole il libro di Bocchino, io proporrei di inserire quest’articolo in una teca da mettere nelle aule al posto del ritratto del capo dello Stato.
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Ho grande stima di Tommaso Merlo. So che che è un operatore umanitario che ha viaggiato in lungo e in l’argo per il mondo e quindi per esperienza diretta ne conosce molto bene le genti e i popoli che lo abitano e quando ne parla lo fa con la dovuta cognizione e discernimento.
In questo suo ultimo articolo ha descritto benissimo in cosa è ed è stato il razzismo.
Peccato che, benchè ne abbia estesamente parlato, ha però sorvolato sul fatto di porre a confronto il razzismo storico con quello attuale.
A ben vedere il razzismo storico, quello dell’ottocento (e anche prima), che peraltro ha continuato a persistere per buona parte del 900, si fondava eminentemente sull’idea della superiorità della civiltà occidentale rispetto a tutte le altre. Idea che nel tempo si è sbiadita ad iniziare dal dopoguerra perchè quella parte di mondo considerata inferiore ha iniziato a progredire e questo processo in alcune aree, soprattutto ultimamente, è stato addirittura tumultuoso.
L’occidente, o meglio l’impero occidentale, d’altro canto, corrispettivamente ha iniziato a mostrare con tutta evidenza i segni del suo declino. In conseguenza di ciò, il razzismo della superiorità, per forza di cose anch’ esso in declino sebbene non estinto, è stato più recentemente, progressivamente, SCAVALCATO E SOPRAVANZATO DI MOLTO da un altro tipo di razzismo. Quello fondato sulla paura.
Pertanto definire in questa fase storica il razzismo è facile in quanto si compendia in due semplici parole: LA PAURA DELL’ALTRO. Quindi, quando OGGI ci si chiede e si chiede cosa sia il razzismo, la risposta non può essere che univoca e la seguente: IL RAZZISMO E’ LA PAURA DELL’ALTRO.
In altre parole del diverso immaginato tale perchè venuto da lontano e con altre fattezze, a rappresentare quindi l’insolito che improvvisamente appare a rompere l’armonia e le certezze del nostro placido vivere quotidiano.
E di questa paura Tommaso Merlo è ben consapevole quando scrive: “Razzismo dietro e davanti alle quinte ma anche tanta ipocrisia che HA FATTO LA FORTUNA POLITICA di molti. Personaggi CHE HANNO CAVALCATO LA PAURA passando da una poltrona all’altra senza risolvere nulla”.
Qui occorre però precisare che quel “senza risolvere nulla” di Merlo attiene ad altro e non alla paura che al limite può essere attenuata ma mai in assoluto cancellata in quanto istinto naturale. Il pauroso non è di base una persona coraggiosa e perciò, come scrisse il Manzoni, per bocca di Don Abbondio, nei Promessi Sposi “il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.
Certo dispiace dover constatare che attualmente tantissimi italiani non sono istintivamente coraggiosi, e che, grazie alla loro cieca paura degli immigrati, una parte politica, subito buttatasi a capofitto su di loro con slogan ad effetto come “porti chiusi”, “blocco navale”, “difesa dei confini” abbia prevalso poi elettoralmente con la conseguenza che il paese sia ora in mano a dei profittatori senza scrupoli che antepongono gli interessi propri e di parte a quelli dei cittadini.
Finche a determinare gli assetti politi ci sarà la paura, non aspettiamoci nulla di buono.
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Articolo come al solito verboso e ripetitivo, in genere penso che Merlo sia abbastanza condivisibile ma con dei discorsi un pò troppo astratti per risolvere i problemi identificati.
Questa, però, non la posso accettare, e mi stupisce che i commentatori sopra non l’abbiano notata:
”’ A furia di integrarsi esisterà un solo un colore della pelle e simili sembianze. Così anche i più cocciuti capiranno che le nostre cellule, la nostra mente e il nostro cuore funzionano tutti allo stesso identico modo e le razze non esistono. ”’
Incredibile SCEMENZA.
A parte che non si capisce perché l’intero genere umano dovrebbe diventare una sorta di omogeneizzato, dove sarebbe il rispetto per le culture e la ricchezza genetica delle varie popolazioni? E siamo proprio sicuri che le ‘razze’ NON esistano? La biodiversità umana è molto elevata, non tanto quanto in specie non ibridabili tra di loro, ma certo molto elevata. 70.000 anni almeno di evoluzione in 5 continenti, e la vogliamo buttare via assieme a tutte le differenze tra le persone e le culture, anche quando è EVIDENTE che non si possa fare (vedi Francia e UK, per esempio, ma anche Svezia e Germania).
Un’umanità modello mele del supermercato non riesco proprio ad accettarla, scusate tanto.
INOLTRE, il ‘frullato’ di popoli si è già visto, è in tutte le Americhe.
E quale sarebbe il risultato?
Classi e ricchezza, gente che non ha niente e sta nei suburbi e gente ricchissima che sta da altre parti.
Brasile, Messico o USA sono forse posti in cui c’é solo ‘una razza’? C’é di TUTTO, eppure c’é chi sta male e chi sta bene. Altroché ‘un cuore solo’.
Tra l’altro, questa ‘visione del genere umano’ somiglia tantissimo alle pubblicità delle MULTINAZIONALI, dalla Benetton (United colors, avete presente?) alla NIKE, alla Coca, alla Apple. Guardate negli spot quanto sono ‘colorati’ i protagonisti. Non casualmente. Il mercato globale fa gola, di merce per ‘elite bianche’ non credo che ne esita più nemmeno una, a parte qualche buzto di Mascellone.
Veramente, Merlo molto molto deludente e parolaio, ma mi stupisce che anche gente come Alessandra non notino questi voli pindarici. Eppure è facile coglierli. Bah.
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E siamo proprio sicuri che le ‘razze’ NON esistano? Domanda complicata. Forse Luigi Luca Cavalli Sforza ne potrebbe sapere qualcosa. Lui se lo è chiesto per un’intera vita. E non è che è vissuto poco perchè è arrivato fino a 96 anni.
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