Live – Fino al 3 in concerto al Circo Massimo

(Di Stefano Mannucci – ilfattoquotidiano.it) – Mettete una Stratocaster o una Martin nelle mani dei cento migliori strumentisti. Ascolterete funamboli, virtuosi, esploratori. Nessuno di loro ha tra le dita l’eloquenza lirica, trascendente di David Gilmour. Il Circo Massimo 2024 ospita il rito misterico di un anziano signore che persiste nella sua investigazione spirituale: la voce, che si spezza arrampicandosi dove non può più (ma non è mai stato un cantante in senso stretto, malgrado il pastoso timbro) è l’elemento umano, la chitarra quello soprannaturale. L’Eternità incombe attorno a David: tra Aventino e Palatino rintoccò la prima division bell di Roma; e c’è il Dio Giano, che da un altro colle vedeva passato e futuro. Gilmour domina nel “suo” teatro all’aperto da 15 mila spettatori (c’era stato nel 2016) per la prima mondiale del tour, una residency di sei date, poi tappe multiple alla Royal Albert Hall, l’Hollywood Bowl di LA, il Madison Square Garden. A passeggio nei Millenni, elusivo e meditabondo – così lontano dalla grandeur del detestato Waters – come il Virgilio delle Bucoliche dispensa poesia per incantarci con fiumi infiniti, prati divinizzati, il sole e le stelle che ci sorpassano nella nostra vita brevis. Campane risuonano, nel fondo dell’anima.
Dal live di Gilmour promana una filosofica, stoica saggezza: il filo narrativo è la tirannia del Tempo. Lo si capisce dalla scaletta: tra i classici pesca le sezioni di Dark Side of the Moon (Breathe, Time) che segnano le età dell’esistenza, con una versione di The Great Gig in the Sky spogliata di ogni elemento sensuale, definitivamente oltremondana con quattro donne – un coro – attorno a un piano ornato di candele, quasi una commemorazione, un rito unplugged, il passaggio verso non sai dove. E se in quell’intermezzo acustico il brano successivo è A boat lies waiting, dedicato allo scomparso sodale Richard Wright, diventa chiaro che il concerto sia l’elegiaca celebrazione dell’Invisibile, lo stesso congresso di spettri di Wish you Were Here. Gilmour è lì con le sue Parche; nel catalogo Pink Floyd cerca se stesso, la propria firma: Fat Old Sun (da Atom Heart Mother) è il raggio di luce in cui passa la consapevolezza; i tasselli di The Division Bell (la commovente performance per Marooned, la struggente High Hopes; Coming Back To Life, A Great Day For Freedom) risuonano con maggiore eloquenza di trent’anni fa, del Gilmour che sanciva il dominio pieno della band post-Waters; e così la vecchia Sorrow, scritta in solitudine nella casa galleggiante. Ma se il bis di Comfortably Numb, con l’inarrivabile assolo, è per il rock ciò che è l’ultimo Canto del Paradiso per Dante, sarebbe ingeneroso tacere che i brani del nuovo Luck and Strange si inseriscono perfettamente in questa indagine di un uomo alle prese con l’angoscia delle stagioni che gli restano. Il momento più sublime è l’entrata della figlia Romany con la sua arpa, per eseguire e cantare soavemente Between two points. La ragazza ha 22 anni, la stessa età di David quando si unì ai Pink Floyd. La risposta a tutto è lì, nello sguardo del padre.
sono contento che non ha perso l’acustica…
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Quel gran genio di David Gilmour…
Brano da brividi: https://www.youtube.com/watch?v=UXwUYDG7yR0&pp=ygUccGluayBmbG95ZCB5ZXQgYW5vdGhlciBtb3ZpZQ%3D%3D
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Commento di prova
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Lo dico così, senza polemica, ma sarebbe stato utile poter disporre di un qualche link specifico per vedere i miracoli che fa questo signore con la chitarra, visto che si racconta che la suoni in maniera che ha del “soprannaturale”. Lo dico perché non tutti sanno tutto. Io, ad esempio, non sapevo chi fosse, e son dovuto andare a cercare su Google, presupponendo che tra qualche tempo mi sarò di nuovo dimenticato chi sia. Quando ho letto “Roger Waters” ho avuto un lampo d’intuizione – per via delle recenti interazioni che costui ha avuto con il mondo della (geo) politica mediorientale, ma idem con lui qualche anno fa: non sapevo chi fosse fino a che non ho guardato sui motori di ricerca. Non è che TUTTI amino (e quindi CONOSCANO) i Pink Floyd, eh? A me non son mai piaciuti, per dire. Uno o due brani li conosco, diciamo tre, ma poi per me son un gruppo sconosciuto, e la loro musica non mi ha mai detto granché. Il problema è tutto mio, per carità, non so accusando nessuno, ma se di un musicista dici che “suona la chitarra in modo soprannaturale” senza che lo si possa sentire e vedere, per uno come me è impossibile farsi un’idea. Mi spiego?
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Qui ci sono 26 assoli. I miei preferiti sono il 6 e il 18 (in descrizione trovi il resto, numerato)
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Oh, grazie. Proprio quel che cercavo. 🙂
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Quanto tu dici mi trova d’accordo.
I PF sono stati dibattuti in un’altra occasione in questo sito.
Tolto un Lp e qualche brano di un altro, ai tempi non se li è cag*ti quasi nessuno.
Discografia di successo scarsa al confronto con Chicago, Santana, Credence, Procol Harum, Deep Purple ecc.
Per quanto mi riguarda se parliamo di maestria alla chitarra DG può essere emulato da qualsiasi principiante dotato di opportuna tecnologia.
Di questo allora cosa dovremmo dire:https://www.youtube.com/watch?v=Lba2g_u1Ckg
brano molto famoso (al minuto 2,59 c’è l’assolo.
Per chi volesse approfondire ascoltare i primi 7 album
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Rispondevo a Cekko Bilecco
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Avevo capito, e grazie per gli esempi/suggerimenti. Io, per dire, son molto più affascinato dalla disco music degli anni 70, con quei grupponi da quindici persone sul palco che suonavano ininterrottamente per ore a un qualsiasi concerto senza fermarsi, quei grupponi che avevano apparati di strumenti a fiato (tecnicamente ottoni) come se piovesse oltre a coristi vari (uno per tutti, per intenderci Earth, Wind and Fire). Poi, per carità, io ho passato l’adolescenza a crescere nientemeno – tieniti forte – appunto con la disco music degli anni 70 e soprattutto, con la Italo disco, e non certo con gli Smith o i Deep Purple, semmai coi Police, ma dei 70/80, insomma “Walking on the moon” non certo con “Every breath you take”. Insomma, son gusti, e di solito i gusti in età adolescenziale si costruiscono unendosi alle musiche che senti in quel periodo, poi le cose cambiano, cresci e cambi, ma la musica (e anche molti film, facci caso) rimangono quelli per tutta la vita. Mi piace più Tchaikovsky di Bach, provengono da tempi diversi e tutto quel che si vuole, ma insomma c’è musica che ti piace e musica che non ti piace a prescindere dal genere. È impossibile per me definire la musica che mi piace di più. Rispondo sempre che “mi piace la musica che mi piace” quando mi chiedono che musica ascolto… E comunque apprezzo molto più il basso che non la chitarra. Ne ho due e li ho strimpellati un po’ i primi tempi (ora son nelle custodie da anni), sono strumenti a corda da sballo, ma io nacqui (!!) tastierista, all’epoca. Ora son anni e anni però che non “suono” più nulla e i synth e i campionatori li tengo sotto un lenzuolo a prendere comunque la polvere. Qui si va fuori tema, ma il concetto di “ascoltare” musica e di “farla” sono secondo me strettamente connessi, specie se hai quel minimo di “orecchio”. Io poi ce l’ho assoluto (ma come diceva il mio maestro di pianoforte, non serve a nulla se non a riconoscere la nota fondamentale mentre ti si rompe un piatto o un bicchiere, nulla di più; non ho mai avuto modo di dargli torto, in fondo).
Scusate se mi son dilungato. E comunque viva Den Harrow e il suo “Mad Desire” e prima ancora “A Taste of Love”! 🤣💪🏼 (Eh, è colpa “loro” se mi son comprato il primo synth a 18 anni, accidenti!)
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Concordo in quasi tutto ciò che dici, avrai capito che sono appassionato dei Chicago, ma gli Earth W.&f son parenti, un po più disco data l’epoca, spesso si sono esibiti insieme.
Guarda caso anch’io suonavo il basso in un gruppo, il mio era
Rickenbacker e ancor peggio di te l’ho lasciato li dove facevamo le prove
e non sono più andato a riprendermelo. Più sciroccato di così.
Sapessi quante ne ho sentite da mio figlio.
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Per me, Roger Water per via delle recenti interazioni che costui ha avuto con il mondo della geopolitica mediorientale e ucranica, non è più nessuno neanche se suonasse come Jimmy Hendrix con i denti.
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È incredibile come i critici musicali, non sapendo né suonare né cantare, Debbano scrivere tante ca@@ate metafisiche quando basterebbe soltanto scrivere: una musica o ti prende o non ti prende!
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Si potrebbe dire la stessa cosa di David Gilmour, ma per ragioni opposte, viste le posizioni filosioniste sue e della moglie. Ma in ogni caso rimarrà nella storia del rock come uno dei grandi della chitarra. Ma senza il carisma e le idee di Roger Waters sarebbe rimasto solo un gran bel chitarrista.
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