
(Di Gad Lerner – ilfattoquotidiano.it) – L’annullamento della sentenza di primo grado del processo per disastro ambientale “Ambiente svenduto” all’acciaieria Ilva, trasferito da Taranto a Potenza, quali che ne siano le motivazioni formali, equivale a un insabbiamento. Ai vecchi come me ricorda il 1972 quando, approfittando della morte di un uomo perbene qual era Luigi Bianchi d’Espinosa, Procuratore Generale di Milano, il processo per la strage di piazza Fontana fu trasferito a Catanzaro adducendo motivi di ordine pubblico e legittima suspicione. Ci sarebbero voluti 36 anni per arrivare a sentenza definitiva.
A Taranto la giustizia si era mossa per tempo e motivi di ordine pubblico non se ne potevano accampare: la città semmai pare tristemente rassegnata alla violenza subita e al sistema di potere che ne ha lubrificato il perpetuarsi. C’è tanta povera gente spinta alla connivenza dal bisogno di qualche soldo pubblico. Ma è bastata l’ipotesi che vi fossero anche dei magistrati in servizio fra le innumerevoli vittime dell’avvelenamento nei quartieri limitrofi allo stabilimento per sostenere che le condanne del 2021 siano state comminate in assenza della “giusta serenità”. Sospesi dunque i risarcimenti previsti per 1.500 parti civili. Prescrizione in vista per gli imputati eccellenti.
Un diffuso senso d’impunità che da Taranto si propaga all’Italia intera come pietra tombale, suggello dell’operato di una classe dirigente che dopo le malefatte dei Riva ha fatto ricorso a ogni espediente pur aggirare le ordinanze di sequestro degli impianti, si è consegnata in ostaggio alla multinazionale Mittal, dilapida risorse pubbliche e galleggia di rinvio in rinvio.
Sprofonda invece un Paese il cui governo vara una legge apposita per mettere in galera i ragazzi nonviolenti di Ultima Generazione che denunciano il disastro ambientale. Ambiente svenduto? Taranto dimostra che il mercimonio in Italia conviene.
Niente da aggiungere.
Un vero pianto. 😢
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Ho ritrovato in un cassetto la tessera di iscrizione al Partito Comunista Italiano del 1951di una lontana parente ligure, coltivatrice diretta. All’interno c’era la ricevuta di un contributo di 100 lire ( un quotidiano ne costava 25) a favore dei lavoratori dell’Ilva in sciopero. Sono più di 70 anni che quell’azienda non funziona e che pompa soldi pubblici e privati.
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Però.
Possibile che una così prevedibile causa d’annullamento (se solo di questo si tratta) non potesse essere messa in conto prima, in modo da celebrare il processo già altrove?
Vien da pensare che anche nelle procure manca qualcosa a livello di avvedutezza. Perché è ovvio che gli imputati saranno tenuti la carta in mano per giocarla eventualmente al momento buono.
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A Taranto hanno beneficiato tutti, politici, (im)prenditori, cittadini. Chi è stato lì negli anni 70 sa bene come allora la città viveva di benessere, via D Palma e via D’Aquino facevano concorrenza alla via Montenapoleone di Milano per lo sfoggio di negozi di lusso. Ho vissuto e lavorato a Taranto per più di 20 anni e il centro siderurgico è stato utilizzato da tutti per arricchirsi. Ora che la pacchia è finita rimane solo miseria, desolazione e conseguenze. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato a dato.
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Confermo. Prima che arrivasse l’industria dell’italsider la spesa si riusciva a fare con poco. Dopo, chi lavorava all’interno dell’italsider, aveva dei “blocchetti di acquisto”, tipo assegni , per acquistare nei migliori negozi e aumentarono gli alimentari per tutti. Iniziarono anche a proliferare ville per famiglia
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Due cose:
1- Lerner ricorda chi era quel presidente de sinistra ecologica che rideva al telefono con Archinà?
2- A L’Aquila hanno assolto tutti e di fatto condannato le famiglie per la Casa dello Studente. Se la città è il problema, allora come mai i magistrati non ne sono stati ‘influenzati’?
Veramente, che giustizia di classe, non c’é che dire.
Poi vorrei sapere CHI ha annullato la sentenza di 1o grado. Suppongo in appello, visto che di sicuro non è intervenuta la Cassazione.
Ma la sinistra che ha governato in Puglia si è sempre ben guardata dal sollevare il problema ILVA.
Oh, doveva parlarne Caparezza e lo censuravano pure (da quelle parti).
”’Ehi, turista, so che tu resti in questo posto italico
Attento, tu passi il valico, ma questa terra ti manda al manicomio
Mare Adriatico e Ionio, vuoi respirare lo iodio
Ma qui nel golfo c’è puzza di zolfo, che sta arrivando il demonio
Abbronzatura da paura con la diossina dell’ILVA
Qua ti vengono pois più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa
Nella zona spacciano la moria più buona
C’è chi ha fumato i veleni dell’ENI, chi ha lavorato ed è andato in coma
Fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste accese
Turista tu balli e tu canti, io conto i defunti di questo Paese
Dove quei furbi che fanno le imprese, no, non badano a spese
Pensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese”’
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e il vendola ha anche il coraggio di parlare..colluso come gli altri politici…ricordo fra discorsi di amici del luogo che i bambini nascevono con il tumore…. quindi cosa andiamo cianciando …in galera dovrebbero andarci medici,politici,sindacalisti ed imprendittori…. basta fare profitto sulla pelle della gente… siamo un popolo di vergognosi!
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