Il testo del decreto Salvini in Gazzetta martedì 28 maggio. Per installarli ai sindaci servirà il via libera del prefetto

È legge la stretta anti autovelox, mai più in città sotto i 50 all’ora

(di Luigi Gaetani – repubblica.it) – ROMA — Mani legate ai Comuni, più potere ai prefetti e norme più stringenti su limiti e segnali di avviso: il “nuovo corso” in tema di autovelox, cavallo di battaglia di Matteo Salvini, sta per diventare legge. Il decreto sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale domani e dovrebbe entrare subito in vigore. Lo ha chiarito lo stesso ministro dei Trasporti alla Camera, annunciando l’arrivo di «regole essenziali per garantire che gli autovelox siano utilizzati in sicurezza dove effettivamente serve» e «non come ulteriore tassa».

La palla passa al prefetto

Una vera stretta, che inizia limitando l’autonomia dei Comuni. Perché d’ora in poi sarà il prefetto a decidere dove potranno essere collocati gli autovelox. Anche l’uso dei dispositivi “mobili” — quelli montati su treppiedi ai lati delle strade e presidiati dalla polizia locale — dovrà essere coordinato con la prefettura, mentre prima le amministrazioni locali potevano agire in autonomia. I Comuni dovranno dimostrare che sul tratto di strada dove vogliono posizionare un occhio elettronico c’è un alto tasso di sinistri, fornendo «un’accurata analisi del numero, della tipologia e, soprattutto, delle cause» con «particolare riferimento alla velocità come causa principale».

La piaga della velocità

Questo nonostante l’ultimo rapporto Aci-Istat certifichi che l’eccesso di velocità è una delle tre principali cause di incidenti in Italia. E che la guida troppo veloce resta il comportamento più sanzionato in assoluto: oltre tre milioni di multe nel 2022. Anche i numeri forniti dal Comune di Bologna dopo i primi sei mesi di “Città 30” — 73 feriti in meno rispetto all’anno precedente — lo confermano: meno velocità significa più sicurezza.

“Strizzano l’occhio a chi infrange le regole”

«L’atteggiamento del governo ci lascia perplessi — dice a Repubblica Enzina Fasano, presidente della Consulta cittadina per la Sicurezza stradale di Roma — sembra che si voglia strizzare l’occhio a chi le regole le infrange. Noi proponiamo i 30 all’ora in città perché ci sono evidenze scientifiche che a quella velocità, in caso di impatto con un veicolo, un pedone ha 9 possibilità su 10 di salvarsi. E poi è sbagliato limitare l’autonomia dei sindaci sul tema, perché sono loro che hanno la percezione delle zone pericolose sul territorio».

“Seguaci di Fleximan”

Critiche anche le opposizioni: «Limitare la velocità serve a salvare vite, non a fare cassa — dice il deputato Pd Andrea Casu — Il governo non dovrebbe ostacolare i sindaci, ma aiutarli. E ascoltare il grido di dolore dei familiari delle vittime, non i seguaci di Fleximan».

Le norme sui cartelli …

Norme più stringenti anche sui cartelli che avvisano della presenza degli occhi elettronici, che «dovranno essere segnalati in anticipo», almeno un chilometro prima fuori dai centri urbani, ha spiegato Salvini, precisando che «tra un dispositivo e l’altro dovranno intercorrere distanze minime differenziate in base al tipo di strada», per evitare le multe in serie. Nei centri urbani, la distanza tra segnale e autovelox dovrà essere di almeno 200 metri sulle strade di scorrimento e di 75 sulle altre.

… e quelle sui limiti

Novità anche sui limiti. «La velocità rilevata dagli autovelox — ha sottolineato il ministro alla Camera — sarà parametrata a quella prevista dal codice per ciascuna tipologia di strada, ossia 50 chilometri orari nei centri urbani», mentre «nelle strade extraurbane i dispositivi potranno essere utilizzati solo per riduzione della velocità non superiore a 20km/h rispetto al limite ordinario». In altre parole, salvo deroghe, gli occhi elettronici non potranno più essere piazzati su strade in cui limite è inferiore di oltre 20 km orari rispetto a quello previsto dal Codice per quel tipo di strada.

Un anno per adeguarsi

Il nuovo testo dà 12 mesi ai sindaci per adeguare gli autovelox alle nuove norme, dopodiché «gli stessi sono disinstallati» sino all’adeguamento alle disposizioni del decreto. Il testo non affronta, invece, il nodo dell’omologazione dei dispositivi, sollevato di recente da una sentenza della Cassazione. Nessun dispositivo è omologato, non essendo stato mai emanate le regole per farlo: finché questo vulnus non sarà sanato — e Salvini ha spiegato che intende farlo entro l’estate col nuovo Codice della strada — tutte le multe emesse grazie agli occhi elettronici saranno potenzialmente oggetto di ricorso.