(Tommaso Merlo) – Come è crollato il regime di apartheid in Sudafrica crollerà presto anche quello israeliano. È solo questione di tempo. L’umanità prima o poi rigetta sempre certi obbrobri. Ieri si registrano altre imponenti manifestazioni per tutto Israele, cittadini infuriati che chiedono la testa di Netanyahu. È questa la parte più sana di Israele che non va mai dimenticata quando tutto finirà. Persone vittime dei deliri di una minoranza di estremisti che auspica una nuova era. Israele è profondamente spaccato, ci sono cittadini invasati che bloccano i convogli umanitari diretti a Gaza e distruggono gli aiuti, ma ci sono anche cittadini che invece proteggono i convogli e inviano aiuti. Una emblematica schizofrenia mentre prosegue una guerra infinita che ricade soprattutto sui poveri cristi. Un disastro politico ma anche sociale ed economico senza nessuno sbocco. Netanyahu continua a giocherellare al piccolo dittatore ed insiste con l’offensiva a Rafah nonostante i tribunali internazionali. Una cocciuta arroganza che è debolezza, non forza. Pride before a fall. Ogni giorno che passa sono guai giudiziari in più per lui e i suoi complici e quando l’apartheid crollerà, ne dovranno rispondere. Venire eletto non rende affatto immune dal diventare un criminale di guerra. Lo insegna la storia e la legge è uguale per tutti. Ma l’apartheid non è solo uno squallido muro di cemento armato, è anche un muro di ipocrisia, di falsità ed odio. E perfino la parola terrorismo è finita nel tritacarne della propaganda. Hamas è un’organizzazione terrorista ma chi bombarda dal cielo civili per mesi uccidendo migliaia di innocenti ed affama il nemico, è invece una democrazia modello intenta ad esercitare il suo sacrosanto diritto di legittima difesa. La solita propaganda mentre la realtà incalza. Netanyahu ed i suoi complici sono sotto fortissime pressioni sia domestiche che internazionali, hanno trascinato il loro paese in un inferno e si potrebbe arrivare presto ad un punto di rottura. Un’implosione agevolata da un mondo attorno sempre più disgustato. Che le potenze occidentali si nascondano dietro indecenti silenzi ed indecisioni non è sorprendente. Hanno la coda di paglia, la lobby pro Israele alle calcagna e la meschinità umana fa il resto. Conformismo carrieristico che impedisce ai politicanti di esporsi, più furbo dire tutto e il suo contrario in modo ma da potersi riciclare quando il muro crollerà. Per sconfiggere l’apartheid è invece molto efficace la mobilitazione globale, le piazze piene di umanità che non accetta certe porcherie sul proprio pianeta. Cruciale anche il ruolo delle istituzioni internazionali compreso quello dei tribunali che concretizzano il dibattito portandolo al di sopra delle meschine faziosità. Importanti infine le iniziative dei più coraggiosi che attuino forme di embargo sia economico che militare. Una mano la dovrebbero dare però anche i palestinesi promuovendo movimenti politici capaci di gestire il cambiamento, coi vecchi tromboni di Ramallah e gli esagitati di Gaza rischiano di continuare a subire la storia invece di scriverla. Una soluzione complessa ma mai così vicina e un’unica certezza. Prima o poi l’umanità trova sempre il modo di liberarsi da certi obbrobri. È crollato il regime di apartheid in Sudafrica e presto avverrà anche in Israele. È solo questione di tempo.