PAROLE AL VENTO – C’è chi dice che ministri e parenti di Meloni sono troppo ridicoli per essere fascisti, ma anche il regime lo era. Dalla “sana alimentazione” nella Carta alla “banda musicale” di via Rasella

(DI DANIELA RANIERI – ilfattoquotidiano.it) – A chi dice che ministri e/o parenti di Giorgia Meloni sono troppo ridicoli e ciarlieri per essere fascisti, ricordiamo che anche il fascismo era ridicolo e ciarliero (Gadda su Mussolini: “Primo ministro delle bravazzate… Maresciallo del cacchio, primo Racimolatore e Fabulatore ed Ejettatore delle scemenze e delle enfatiche cazziate”), anche se forse non così tanto.

Ogni giorno passa una sfilata carnascialesca di scappati di casa; altro che la schiera promessa di geni incompresi, intellettuali controversi, vati, poeti e profeti che dal Colle Oppio (ma pure da Milano 2 e dai capannoni della Lega), dopo 70 anni di ostracismo dei “governi della sinistra”, avrebbe rifatto grande l’Italia a passo romano.

Il nostro preferito è Francesco Lollobrigida, ministro cognati causa. L’altro giorno da Pescara (ci avete fatto caso? Lollobrigida è sempre in trasferta, a inaugurare qualcosa o a cianciare in qualche convegno, come quegli impiegati pubblici che sono sempre “fuori stanza”), ha scandito con tono stentoreo che, tramite l’apposito capogruppo di FdI alla Camera Foti, vuole modificare l’art. 32 della Costituzione, quello che dice che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”, aggiungendoci quel suo pallino della “sovranità alimentare”. Perciò: la suddetta Repubblica “garantisce la sana alimentazione del cittadino. A tal fine… tutela i prodotti simbolo della identità nazionale”. Lollo da Tivoli emenda i Padri Costituenti, che hanno pensato alla salute pubblica e si sono dimenticati il Barolo dop e la mozzarella di bufala campana. Secondo Lollo “i poveri mangiano meglio” (infatti lui, gourmet sopraffino, consuma i suoi pasti alla Comunità di Sant’Egidio). Una volta dal Tg1 delle 20 si collegò con la Iss, la Stazione spaziale internazionale, per annunciare l’invio a bordo di tre chili di fusilli: “Scegliere di portare la pasta italiana è una sfida alla space economy! Avremo una stazione sulla luna e su altri pianeti, senza rinunciare al grano dei nostri agricoltori!”. Sul più bello saltò il collegamento con la Iss, segno che pure le correnti gravitazionali si sono ribellate alla mega-cazzata siderale. Come dimenticare quando chiese a Trenitalia, che obbedì celermente come avrebbe fatto con chiunque di noi, di fermare un treno ad alta velocità a Ciampino per non fare tardi all’imprescindibile inaugurazione di un giardinetto a Caivano (a Lollo piace inaugurare, come quando, da assessore regionale, inaugurò il sacrario di Affile dedicato a Rodolfo Graziani, gerarca fascista e criminale di guerra). Poi respinse l’accusa di aver usato un’espressione neo-nazista, “sostituzione etnica”, ammettendo di essere un ignorante (d’altronde s’è laureato in una università online, a proposito di merito). Giorni fa ha detto che gli animali “non sono esseri senzienti”, quindi si possono mangiare (per sillogismo, possiamo mangiare pure alcuni ministri), ma del resto i texani della Garbatella approvarono in commissione Bilancio un emendamento che consentiva di sparare ai cinghiali anche in città e, in caso, di consumarli in loco.

Il ministro dell’Interno Piantedosi, che passerà alla Storia per il decreto che ha spezzato le reni ai rave, dopo la strage di Cutro rimproverò i genitori dei bambini morti, “irresponsabili” che non fanno abbastanza per il riscatto del loro Paese. Poi per gli sbarchi triplicati diede la colpa agli italiani, troppo “attrattivi” per i migranti (Crosetto ai mercenari della Wagner, prima che il loro capo si ribellasse a Putin diventando il leader spirituale dei liberali atlantisti e candidandosi de facto a editorialista del Foglio).

Il presidente del Senato La Russa sostiene che i nazisti uccisi in via Rasella fossero “una banda musicale di semi-pensionati” (con sei bombe a mano attaccate alla cintola per le percussioni) e propose una “mini-naja di 40 giorni” per ragazzi che vogliano “partecipare alla vita militare” e “imparare cos’è l’amore per l’Italia”, convertibile in “punti per l’università” (avremo chirurghi incapaci di operare perché si sono mini-arruolati per la Patria).

Menzione d’onore per la ministra al Twiga Daniela Santanchè, imputata per truffa aggravata allo Stato, difesa dalla Meloni fino alla eventuale condanna: solo allora verrà promossa a più alta carica istituzionale.

Il ministro della presunta Giustizia Nordio, col favoreggiamento di tutta la destra compreso Renzi, vuole abolire intercettazioni, trojan e reato di abuso d’ufficio (perché le condanne sono poche; fossero state molte, avrebbero detto che era da abolire perché non serve da deterrente); per lui i magistrati sono psicopatici fino a prova contraria (il “test Minnesota”, superato dal ministro stesso, a riprova della sua precisione).

Vale due parole Valditara, ministro dell’Istruzione e financo del Merito, secondo cui gli studenti devono imparare l’umiliazione (ma voleva dire “umiltà”: mica tutti devono sapere l’italiano): sua l’idea del liceo del Made in Italy per “valorizzare e promuovere le eccellenze italiane”, un flop epocale con meno iscritti di una bocciofila di paese (e ora chi manderà la carne chianina su Marte, come sognato da Lollobrigida?).

Notevole Sangiuliano, ministro della Cultura dopo anni di ostracismo (era direttore di un Tg nazionale, praticamente viveva nelle catacombe), che allo Strega vota i libri che non legge, voleva offrire il Colosseo (o Pompei) a Zuckerberg e Musk per azzuffarsi in una location antica romana e crede che Dante sia “il fondatore del pensiero di destra in Italia”, insieme a Montesano e Pino Insegno, s’intende.

Di questi bamboccioni s’è circondata Giorgia, che si faceva chiamare “il Presidente” e ha ripiegato sul più casual “Giorgia” perché lei è “del popolo”, cosa che ad alcuni fa pensare a Evita (Peron), mentre il riferimento più adatto è alle troniste di Maria De Filippi. Ciò perché “il palazzo non mi isolerà”, ma è lei il palazzo! Intanto, si è comprata una villona da 1 milione di euro, altro che “attico a New York” di Saviano, stigmatizzato per anni da Giorgia e peraltro mai posseduto dallo scrittore.

Mussolini per Gadda era il “Capocamorra”: sebbene FdI sia piena di arrestati per camorra e ’ndrangheta, diciamo che Meloni è la Capocazzara.