(Tommaso Merlo) – La lobby pro Israele è partita all’assalto del Tribunale Internazionale, vogliono delegittimarlo in modo che la richiesta di arresto per Netanyahu finisca in niente. Eccola la mentalità fascista, distruggere tutto ciò che si oppone ai propri obiettivi e con ogni mezzo. Un continuo testardo rilancio. Già, i fascismi non hanno freni, hanno solo l’acceleratore e per questo prima o poi vanno a sbattere. Ma quello che fa tremare Israele non sono le manette per Netanyahu, ma che crolli la propaganda che da decenni riescono ad inculcare al mondo. Quella che narra di Israele povera vittima circondata da terroristi sanguinari e irragionevoli, quella che narra di una democrazia a livello occidentale piena di diritti e nessun dovere, nemmeno quello di rispondere dei suoi crimini. La guerra si combatte anche con la propaganda che in sostanza è una interpretazione faziosa della realtà funzionale ai propri fini. Per decenni al mondo è stata raccontata la favola di Israele aggredito invece che aggressore e quindi legittimato a compiere ogni nefandezza in nome del diritto di esistere e di difendersi che però ai palestinesi padroni di casa non viene concesso. Un travisamento totale con l’ormai grottesco trucchetto di apostrofare come antisemita chiunque si opponga alla deriva neofascista del governo israeliano. Una propaganda che ha funzionato per oltre settant’anni ma che è esplosa a Gaza insieme alle migliaia di vittime civili innocenti. Scoppiata l’ennesima guerra, politicanti e media tradizionali hanno cominciato a ripetere automaticamente le solite litanie pro Israele, tutto inutile. Difronte ad un genocidio di fatto e grazie alle nuove tecnologie, il mondo ha aperto gli occhi ed è emersa tutta la verità. Proprio quello che Netanyahu e tutta la sua banda temono di più. Quello che ogni regime teme di più. La verità. Perché la manipolazione dell’opinione pubblica è cruciale al potere sempre ma soprattutto in guerra. Un conto sono i fatti, un conto come le persone li percepiscono. Un conto è la realtà, un conto le storie che le persone hanno in testa. Gli esseri umani da sempre si uccidono in base alle storie che qualcuno gli inculca, in base a punti di vista e credenze. È storia. È follia collettiva. E quando nessuno crede più a certe favole, cambia un’era. La richiesta di arresto di Netanyahu che lo mette giustamente sullo stesso livello dei leader di Hamas, è un ulteriore durissimo colpo alla narrazione pro Israele e all’indottrinamento propagandistico che hanno pazientemente costruito in decenni di lobbismo dietro le quinte. Per questo sono furibondi, per questo la lobby pro Israele è partita all’arrembaggio del Tribunale Internazionale. Alle loro spalle gli Stati Uniti guidati da un presidente sempre più incapace di intendere e di volere. Una Casa Bianca in balia del marasma senile e con davanti al cancello l’ondata di indignazione per il genocidio a Gaza e per amministrazioni di tutti i colori al guinzaglio da sempre della causa israeliana. Né Israele né gli Stati Uniti hanno aderito al Tribunale Internazionale e non certo per caso. Entrambi amano maneggiare armi in piena libertà. Ma comunque vada a finire la richiesta di arresto, il mondo intero non crede più alla propaganda israeliana, i mezzi tradizionali per manipolare l’opinione pubblica sono obsoleti, i politicanti detestati ovunque e tutto questo porterà ad una nuova salubre era, anche in Medio Oriente.