(Giuseppe Di Maio) – Devo confessare che ho parteggiato a lungo per l’Italicum di Renzi. La mia preferenza non fu causata da un particolare amore per il maggioritario, ma nutrivo la segreta speranza che l’ambizione di un ladro potesse dare agli onesti l’unica possibilità di andare al governo da soli, senza dover annacquare la loro rivoluzione.
Se volessimo ripercorrere la storia politica italiana dell’ultimo secolo, vedremmo che i suoi momenti di svolta sono segnati, a volte causati, dalle leggi elettorali. Ai sistemi maggioritari e uninominali ottocenteschi, seguì la brevissima parentesi proporzionale del 1919-1921, cancellata a sua volta dalla legge Acerbo che aprì la strada al Fascismo, al sistema plebiscitario, e infine all’istituzione di una Camera non elettiva. Dopo un lungo dibattito l’Assemblea Costituente decise di non saldare tutte le regole elettorali in Costituzione, ma di affidarle a una legge ordinaria. La nostra Legge Fondamentale intendeva essere uno strumento della democrazia a tutela di libertà e cittadinanza, con pesi, contrappesi e istituti di garanzia. Le sue modifiche e la salvaguardia del bene comune furono affidate al Parlamento con maggioranza qualificata. Fuori dei suoi precetti imperversava la lotta politica che ben presto diede l’assalto alla legge elettorale con la famigerata “legge truffa” del 1953. Per fortuna le ambizioni della DC di allora dovettero soccombere alla composita realtà politica italiana, e fu ben presto rispristinato il sistema proporzionale. Un sistema che ha assicurato un’indubbia pace istituzionale, ed è stato testimone di un discreto progresso sociale. La seconda repubblica si apre col Mattarellum, sistema misto, e col premio di maggioranza del Porcellum. Seguono poi la bocciatura dell’Italicum e l’attuale Rosatellum, che hanno rinvigorito la stagione delle tentate riforme costituzionali.
Se la lotta politica supera una certa intensità, ne fa le spese il bene comune, e la volontà generale viene assoggettata all’interesse di parte. Col pretesto della governabilità (che invece potrebbe essere assicurata dal “servo mandato” e dal “recall election”), l’agone politico diventa sempre più dipendente dei profitti di una ristretta minoranza sociale, e l’incombente riforma del Premierato potrebbe assestare il colpo definitivo alla democrazia italiana. La legge elettorale doveva servire a fotografare una società e i suoi interessi, ma le leggi maggioritarie hanno prodotto una composizione parlamentare tanto alterata che ora può stravolgere lo Statuto che non ha scritto per tramandare il suo potere. A distanza di tempo possiamo dire che è stato un fatale errore non fissare all’inizio la legge elettorale, poiché ora quella regola incerta rischia di cambiare i principi fondamentali della Costituzione.
Il danno maggiore che si può fare a un cittadino è continuare a cambiargli le regole, per ridurlo un estraneo della democrazia ed espellerlo definitivamente dalle decisioni che lo riguardano.
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I maggiori e vecchi partiti italiani sono sostenuti da due logori pilastri: clientelismo spinto e retaggio ideologico, buono per i tordi; in effetti dx e sx si distinguono per i diritti civili (importanti, ma a garanzia di esigue minoranze), mentre sui temi che garantiscono continuità e conservazione sono sempre d’accordo su tutto. Il risultato è noto: fortissimo astensionismo, disaffezione/sfiducia, democrazia debole ecc.
Se a dx questo schema funziona alla grande, a sx si registra una forte “anomalia”: c’è un partito che ha le caratteristiche citate (pd), e un movimento che raccoglie il voto di opinione, peculiarità fondativa in grado di sprigionare un potere “persuasivo” che, sfruttato con sagacia strategica, può indurre forti e salutari cambiamenti in questo sistema marcio e corrotto.
Un partito/movimento privo di clientele e retaggi ideologici può permettersi il lusso di NON ricercare il potere a tutti i costi, e comunque non nei tempi determinati dalle varie scadenze. Ne deriva una forza potenziale immensa che ha bisogno di un gestore in grado di dosarla. Serve un vero stratega.
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Condivido appieno” Il maggioritario sarebbe dovuto servire a portare “stabilità” e invece ha portato a conflittualità estrema, allontanamento dei Cittadini dalla vita politica, conflitti d’interesse e, dulcis in fundo, la coalizione che arriva dopo cancella il lavoro della coalizione precedente. Quindi l’Italia NON PROGREDISCE ma anzi regredisce. Avanti col Proporzionale, come in Germania (la Locomotiva d’Europa ed un motivo ci sarà…).
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Posto che sono per il proporzionale puro, ma siamo davvero convinti di riuscire a salvare il Paese dalle mani(e) di questi nei Palazzi cambiando la legge elettorale?
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Ciao EI H, mi sembra di capire che abbiamo tutti una “certa”… certa..mente qualcuno ne ha di più, altri meno! 😉😉Comunque: nessuno ricorda il casino assoluto che erano le elezioni comunali, dove vigeva un sistema elettorale simile a quello nazionale? Nessuna giunta riusciva mai a terminare un mandato, perché qualcuno la faceva sempre cadere; nei comuni, con giunte di maggioranza formate da diversi partiti, si continuava ad andare alle elezioni, con gravi ripercussioni per il regolare svolgimento della politica a livello territoriale. Come è stato risolto l’annoso problema? Con il ballottaggio. Perché è chiaro che un Paese sarà sempre soggetto agli interessi persino di un partito al 5%, se questo è dentro la maggioranza, esempio governo 5s/Pd + altri tra i quali Renzi che – combinazione (ironico) – scisse il Pd giusto in tempo, per poter contare qualcosa. Difatti fece cadere il governo. E quello precedente? I 5s vinsero con maggioranza schiacciante, ovvero quasi il 33%, praticamente il doppio della Lega, però mister Salvini – dopo aver ingurgitato “obtorto collo” RdC e altre politiche a lui non congeniali – decise di dare uno stop proprio prima di dover affrontare i punti – forse più pregnanti – del Movimento. Il sistema doppio turno non rappresenta tutti? Ah, nei comuni va bene, anche comuni molto importanti, mentre per la nazione no? Ma sarà davvero il motivo principale oppure hanno paura che un “caso 5s” possa riproporsi e, forse, finalmente qualcuno potrebbe smuovere acque che NON devono essere smosse? Non so, ma stranamente opto per la seconda.
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Una legge elettorale proporzionale serve essenzialmente per evitare derive autoritarie, cosa possibile in questo Paese a causa della scarsa cultura istituzionale e democratica. Certo, servirebbe maggiore conoscenza dei meccanismi costituzionali e dei fondamenti dello Stato di Diritto – soprattutto per la classe politica che governa ed amministra l’Italia… ma la cultura la costruisci col tempo. Intanto, nell’immediato, farei di tutto per portarci a casa una legge elettorale che restituisca rappresentanza agli Elettori.
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Concordo completamente in linea di principio….ma senza una bonifica radicale che parta dalla politica e ridiscenda fina all’ultimo funzionario o impiegato pubblico…la situazione è insanabile, qualsiasi legge elettorale si faccia.
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Legge elettorale? Problema al limite dell’irrisolvibile. Con i sistemi maggioritari c’è, come sostiene Di Maio, la tendenza a produrre una composizione parlamentare alterata che peraltro non è in sintonia con il paese reale, quanto al proporzionale il rischio è quello della frammentazione del quadro politico con le conseguenti coalizioni e che i piccoli partiti assumano assai più rilevanza rispetto all’esiguo risultato elettorale conseguito (Renzi con appena il 2% di voti mandò all’aria il secondo governo Conte). Quanto ai sistemi misti è ben evidente che in genere non assicurano la stabilità. Quindi……
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Renzi mandó a casa Conte con l’ausilio di quasi tutti i partiti assisi in parlamento, gli ordini venivano dall’alto dei cieli e spingevano e spingono anche dagli autogrill coi babbi e coi nababbi d’oltreoceano. Renzi è un caso a sé, obbedisce a altri piani e cià -one.
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Renzi è stato la chiave che con le dimissioni delle ministre appartenenti ad Italia Viva e cioè la Bonetti e la Bellanova ha aperto la porta per fare entrare i “lanzi” che avrebbero fatto saltare Conte. Se c’era un altra chiave migliore di Renzi perchè gli iddii del cielo non l’hanno adoperata?
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Perché Renzi era ed è abbastanza per fare il lavoro in modo efficiente
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Viviamo in un ambiente fortemente reazionario, dove complessità, burocrazia, proliferazione legislativa ecc sono presìdi di clientele, corruzione e pesantezza dello stato (possono passare settimane per un responso elettorale definitivo). I rimedi ci sono tutti; possono essere oggetto di discussione democratica ma ci sono, a partire dalla identità digitale/voto elettronico. Poi soglie di sbarramento adeguate, introduzione vincolo di mandato; in alternativa recall dell’ eletto che legittimamente cambia idea, ma a questo punto si rimette agli elettori del suo collegio e, se bocciato (voto elettronico sveltisce la pratica in uno schiocco di dita), va a casa e subentra il successivo in lista. Sfiducia costruttiva: un governo non può cadere in assenza di alternativa; conseguente eliminazione del gruppo misto.
Serve un partito con proposte concrete e disposto a collaborare SOLO con chi le condivide. Scommettiamo che la astensione viene scoraggiata e i cittadini tornano a votare??
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«Il danno maggiore che si può fare a un cittadino è continuare a cambiargli le regole, per ridurlo un estraneo della democrazia ed espellerlo definitivamente dalle decisioni che lo riguardano.»
E certo! La confusione comporta inazione, e nessuno si incazza, ma anzi, segue la fila verso il mattatojo, perlopiù tutto felice. Siamo italiani, dopo tutto, mica francesi… (o tedeschi – FQ di oggi, 10.05.2024). Cambiamo le Leggi Elettorali in cose sempre peggiori, così aumenta l’astensionismo in silenzio e potremo un favoloso giorno, avere una cricca di imbecilli cafoni inner fascists che governano grazie prevalentemente al voto di un terzo della metà del corpo votante – con un meccanismo perfettamente in regola, mica c@zzi, eh? – e che quando parlano ruttano. Ah, è già successo e lo stiam vivendo ora? Mannaggia… Ma stavo parlando di Leggi Elettrolari schifose. E infatti l’attuale L.E. mica per nulla è di un tizio che nasce nel PD e che attualmente si fa coprir le spalle… indovina un po’? Dal Bomba d’Arabia. Ma vah?
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