(Tommaso Merlo) – Ottimo segnale di vitalità le rivolte studentesche in tutto il mondo. La narrativa dei politicanti e dei media al seguito, non riescono più a coprire la cruda realtà. In Palestina come in tutto il Medio Oriente dove si pagano ancora i danni causati dell’invadenza Occidentale. Quando gli esseri umani si ribellano è sempre un ottimo segnale per la democrazia. Vuol dire che hanno ancora a cuore i destini del mondo e che nessuno è riuscito a lavargli il cervello a sufficienza per fargli tenere la testa bassa. Vuol dire che vi sono ancora essere umani abbastanza liberi e col coraggio di urlare le loro ragioni. Ancora più positive se tali ribellioni sono guidate dalle nuove generazioni e se sono inedite. Un conto è il ripetere ammuffite liturgie ideologiche da secolo scorso, un conto essere pionieri del cambiamento. La ribellione è un segnale di speranza e la prova che vi sono sempre margini di miglioramento. Già, la storia prima o poi riparte. A balzi ma inesorabile. E questo nonostante i politicanti a cui conviene sempre difendere lo status quo e quindi se stessi. Politicanti che anche sulla questione mediorientale non fanno che ripetere le stesse frasi fatte da decenni, i copioni annacquati che gli servono per non urtare nessuno e continuare le loro carriere. Perfino a proposito della piaga mediorientale dove ormai non si contano più morti e rifugiati e persone sfregiate dentro per sempre. Decenni di odio e massacri in quella che doveva essere per ironia della sorte la Terra Santa e in cui non si è ancora nemmeno mai seriamente tentata una alternativa alla violenza. Dopo aver di fatto creato il problema, l’Occidente butta da sempre benzina sul fuoco tifando per uno o per l’altro invece di lavorare per la pace. Perché aizzare i propri tifosi rende mediaticamente e quindi politicamente, mentre lavorare umilmente per la pace è faticoso e ti espone all’odio dei facinorosi. Poi quando la situazione degenera e la violenza supera i limiti di sopportazione, ecco la rivolta per fermare un massacro ormai diventato insopportabile, per richiamare i contendenti alla ragionevolezza, per smuovere gli inutili politicanti. Se non viene repressa a manganellate prima, la rivolta studentesca negli Stati Uniti potrebbe incidere. Sono sotto elezioni e tra le potenze straniere sono certamente gli Stati Uniti i principali responsabili della drammatica situazione mediorientale. È poi da quel paese che in passato sono partiti movimenti di protesta che han fatto la storia in tutto l’Occidente. Che queste rivolte siano avvenute contemporaneamente in diversi paesi, conferma una coscienza politica comune che va ben oltre le nazioncine del secolo scorso. Una coscienza che ha già superato frontiere anche mentali ed egoismi che servono solo alle carriere dei politicanti. Interessante infine vedere le strade piene di immigrati non solo mediorientali che manifestano dall’Occidente per un mondo migliore. Già, il mondo sta cambiando e quando gli esseri umani si ribellano è davvero un ottimo segnale per la democrazia. La storia ha ripreso il suo corso.