Cosa cambia con la direttiva approvata. Dal 2030 gli edifici nuovi a zero emissioni e con pannelli solari obbligatori. Il Superbonus aiuta ma tra due anni serviranno nuovi incentivi

(di Raffaele Riccardi – repubblica.it) – Dagli edifici deriva il 40% del consumo energetico Ue, oltre la metà di quello di gas (riscaldamento e acqua calda, soprattutto) e il 35% delle emissioni di gas serra. Con la direttiva europea sulle Case Green, Bruxelles si pone l’ambizioso obiettivo di decarbonizzarli al 2050. Pianta paletti prima sulle nuove costruzioni e le caldaie, poi su tutto il parco immobiliare. Vincoli ammorbiditi rispetto alle premesse, che coglie l’Italia intenta a smaltire la sbornia da Superbonus e con la domanda di fondo: dove trovare i soldi per il nuovo scatto di efficienza? Interrogativo cui rispondere entro due anni: tempo dato alle Capitali per presentare il Piano nazionale con le tappe per le ristrutturazioni.
Cosa prevede la direttiva
Dibattuta dal 2021, è più volte cambiata. Confedilizia giudica comunque “inaccettabile” il testo finale: si era partiti ventilando lo stop alla compravendita di case non efficienti, per passare da tappe serrate di riqualificazione sulla base di classi energetiche armonizzate e cadere su una soluzione che affida agli Stati la riduzione del consumo medio energetico del parco immobiliare. La traiettoria impone sugli edifici residenziali un -16%, sul livello del 2020, entro il 2030 e poi un -20/22% entro il 2035.
Il 16% degli edifici pubblici o non residenziali con le peggiori prestazioni andrà efficientato entro il 2030, per salire al 26% nel 2033. Già dal 2028 i nuovi edifici residenziali pubblici dovranno essere a emissioni zero, tutti gli altri dal 2030. Previste esenzioni per edifici storici, luoghi di culto, appartamenti sotto i 50 metri quadri o seconde case. Per le caldaie a gas scatta lo stop nel 2040, ma già dal prossimo anno non avranno più sussidi riservati ai soli sistemi ibridi. Tra il 2026 e il 2030 – a seconda delle superfici – scattano obblighi sulle nuove costruzioni perché siano “solar-ready”, ovvero dotate di pannelli solari.
Un patrimonio vecchio
Le case italiane sono in media più vecchie degli altri Paesi europei: l’84,5% è datato a prima del 1990, peggio di Germania (75,3%), Francia (65,6%) e Spagna (59,4%). E il tasso di rinnovamento è storicamente ridotto. Secondo la Community Smart Building di The European House – Ambrosetti, prima del Superbonus (2014-2018) ci fermavamo allo 0,85% all’anno, contro l’1,7% di Francia e Germania. L’ultimo report Enea, I-Com e Fiaip sul mercato immobiliare certifica la sperequazione delle prestazioni energetiche: in periferia gli immobili venduti sono per l’83% nelle classi più basse, nelle zone di pregio quelli efficienti raggiungono il 45%.
Ritmo da Superbonus
I Piani nazionali dovranno tener presente che almeno il 55% dell’obiettivo di riduzione del consumo energetico andrà centrato rinnovando il 43% degli edifici residenziali con le peggiori performance.
In Italia vuol dire focalizzarsi su 5 milioni di edifici. Nel rendicontare i risultati, potremo far valere i risparmi conseguiti dopo il 2020 e quindi anche col Superbonus: 460mila edifici ristrutturati al 2023, che per l’Ance valgono già 5 punti percentuali dell’obiettivo. Per arrivare al -20/22% di consumi al 2035 dovremo raggiungere quota 1,9 milioni di edifici: secondo i costruttori bisognerebbe mantenere il “ritmo di ristrutturazioni fatte con il Superbonus”. Da qui la domanda di Giorgetti, noto per il mal di pancia da 110%: chi paga?
Gli interventi
I proprietari di appartamenti non sono sottoposti a prescrizioni dirette da parte delle norme Ue. Nelle singole unità immobiliari si può ragionare di infissi e impianti di riscaldamento. Ma il grosso dei lavori dovrà riguardare i cappotti degli edifici e le pompe di calore. Secondo il Cresme, per efficientare di due classi una villetta da 120 metri quadri degli anni Settanta servono dai 19mila euro per un impianto di climatizzazione invernale a biomasse agli 86mila per cappotto e serramenti. Un appartamento in condominio da otto piani, della stessa metratura, richiede 23mila euro per serramenti e pompa di calore o 48mila per cappotto, caldaia a condensazione e serramenti. Risultati simili si possono raggiungere con una nuova centrale termica rinnovabile con un costo pro-quota di 19mila euro. Un salto di due classi, calcola il think tank Ecco, consente un risparmio in bolletta d 1.067 euro annui.
I fondi
Il tasto dolente: la Commissione europea stima che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica, 152 in più delle risorse attuali. La Ue chiede di sostenere le famiglie più deboli, anche con sportelli unici per la consulenza. Ma non ci sono cifre aggiuntive ai già noti Fondo sociale per il clima, Recovery fund e Fondi di sviluppo regionale.
E chi non se lo può permettere (domanda retorica)?
"Mi piace""Mi piace"
L’unione europea sa benissimo che la svolta green, che riguardi le abitazioni o la mobilità, è in buona parte insostenibile per le famiglie; molto onerosa; bisogna quindi sussidiarla.
In questo contesto si inseriscono i fondi del piano Next Generation EU ed il suo piano operativo per la gestione di tali fondi che in italia si chiama PNRR.
I fondi hanno il duplice scopo di aiutare i paesi membri a superare la crisi dovuta al covid e di indirizzare parte delle risorse finanziarie verso la transizione ecologica.
Ovviamente i sussidi vanno pensati bene, molto attentamente; quindi non con modelli improvvisati, pensati durante la notte e che mai come prima hanno dimostrato insiepienza economica quali il superbonus.
Cosa vuol dire pensarli molto bene?
Ad esempio cominciando con l’escludere dai sussidi le abitazioni appartenenti a determinate categorie catastali, mi riferisco alle abitazioni di lusso; chi vive li ha disponibilità finanziarie per adeguare alle nuove normative la propria abitazione senza bisogno di sussidi
Consentire tempi di realizzazione lunghi, onde evitare che la domanda si concentri in un breve arco temporale generando così una crescita impazzita dei prezzi di materiali e manodopera.
Prestare molta attenzione ai materiali da impiegare per l’isolamento termico degli edifici; sarebbe buona norma bandire totalmente alcuni materiali che si prestano ad essere utilizzati come materiali isolanti ma che allo stesso tempo sono suscettibii di frode , non solo in commercio; mi riferisco al polistirene espanso o estruso che necessita di essere additivato con ritardanti di fiamma.
Se chi lo installa compra quello più economico senza additivo, l’isolamento termico funziona ugualmente, ma c’è il rischio che, in caso d’incendio, l’abitazione vada a fuoco.
Tu bandisci il polistirene in toto e hai risolto il problema alla radice.
Dare sussidi per l’acquisto di vetture ecologiche in base all’ISEE e non in modo generalizzato.
Sono solo alcuni esempi.
"Mi piace"Piace a 1 persona
molto d’accordo sul tuo ragionamento ma non sulle macchine “ecologiche”, perché non esistono autovetture non inquinanti, sono senza emissioni dirette ma molto impattanti su tutta la filiera industriale e soprattutto sul fine vita. Il concetto di logica eco è solo una truffa. L’impronta ecologica va raccontata dall’inizio al fine vita, e la sostenibilità ambientale va raccontata come minor impatto possibile…ma il punto dovrebbe essere quello di operare una vera rivoluzione non più basata su lavoro e capitale ma su modelli di rispetto dell’equilibrio ambientale e della biodiversità naturale….insomma, siamo lontani anni luce dall’ecologia e dal rispetto della BIOS.
"Mi piace""Mi piace"
La messa in circolazione di vetture a 0 emissioni dirette fa parte delle politiche di transizione energetica messe in atto dalla U
E’ vero che la filiera attualmente ha impatto tutt’ altro che nullo sull’ambiente; al limite ha scarso impatto in europa, ma altrove no; si pensi a cosa stanno combinando in sud america per estrarre il litio; la devastazione ambientale che c’è da quelle parti è enorme o a cosa fanno in Congo, li ci sono stato e ho visto coi mei occhi cosa succede.
Gli ecosistemi sono tra loro correlati
Ragionare però di sviluppi futuri adottando le logiche del presente può portare a conclusioni errate.
In Cina, ad esempio, stanno per aprire una gigafactory per produrre batterie agli ioni di sodio ,molto meno impattante del litio ( poi stanno aprendo pre 20 centrali per la produzione di energia elettrica dal carbone, ma questa è un’altra storia).
Sono allo in fase di studio ed, in qualche caso, in fase di sviluppo nuovi reattori a fusione; ovviamente non in Italia, dove si discute di Santanchè ( non che sia sbagliato, ma mettetela in gabbia e facciamola finita) e sagre del carciofo e di installare, fortunatamente solo a parlole ( cit Pichetto Fratin), i reattori a fissione SMR.
L’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili necessita di accumulatori che non necessariamente devono essere batterie ma si può far ricorso, come tu scrivi, ai tamponi idraulici o anche alle celle elettrolitiche per la produzione di idrogeno; anche qui sono stati fatti progressi enormi, ovviamente non in Italia; mi ero occupato di un progetto del genere da realizzare in Italia e la cosa è finita, sa va sans dir, nel nulla.
Hasta Lollo
A risentirci
"Mi piace"Piace a 2 people
Il polistirene mi fa sempre pensare all’amianto…presentato negli anni 60-70-80 come materiale performante e rivoluzionario….
"Mi piace""Mi piace"
Lo stirene, da cui si produce il suo polimero, è cancerogeno senza ombra di dubbio; te lo dico da ingegnere chimico.
Il polistirene, comunemente chiamato polistirolo ( io no riesco a chiamarlo polistirolo) non è tossico, non è cancerogeno; è un prodotto sicuro, er la salute umana, nella sua manipolazione, trasporto, stoccaggio
Ovviammente, se disperso nell’ambiente è un inquinante.
L’amianto è pericoloso produrlo, è pericoloso maneggiarlo, è pericoloso perchè rilascia nell’ambiente microparticelle che provocano il mesoltelioma; il polistir (ene-olo) no.
I due prodotti non sono comparabili tra loro.
Se usato per fare i cappotti termici , quello non additivato è considerato in classe E per gli incendi; quello additivato è invece in classe B; la scala va da A (meno pericoloso) ad F ( la più pericolosa).
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie per l’esaustiva risposta. Il mio parallelismo è in riferimento all’utilizzo quale materiale “rivoluzionario” per l’efficientamento energetico: sorvolo sull’impronta ambientale, stiamo foderando i muri di casa con la plastica….non credo sarà una buona soluzione a lungo termine; tripli vetri e plastica a chiudere i muri…..praticamente trappole per sorci.
"Mi piace""Mi piace"
Anche nel Superbonus erano escluse gli immobili di lusso, tranne poche ma motivate eccezioni.
"Mi piace"Piace a 2 people
Proprio oggi ho visto un bus alimentato a idrogeno… forse meno inquinante nel complesso ma sempre inquinante perché ovviamente, per produrre idrogeno, un po’ si inquinerà comunque.. se tutti avessimo cavalli comunque inquineremmo perché, le emissioni di gas serra ci sarebbero, magari meno ma ci sarebbero 🤭!! Esseri umani=inquinamento……
"Mi piace"Piace a 1 persona
L’idrogeno è in larga parte prodotto da una reazione chimica che si chiama reforming del metano; si ottiene appunto idrogeno, carbonio nella forma cristallina meno pregiata , la grafite.
Le fonti fossili quindi, con questo tipo di produzione, non sono escluse.
Se si riuscisse a produrre carbonio nella forma cristallina più pregiata, il diamante, a quest’ora sarebbe realtà da un pezzo.
Comuque tutte le attività umane inquinano; si pensi anche al solo dormire; respirando emettiamo anidride carbonica
Il punto è valutare se l’inquinamento che inevitabilmente si produce è sostenibile o meno.
L’uomo in passato ha sempre tagliato alberi per ottenere legno; ma se si procede con opere di disboscamento/deforestazione dissennate è ovvio che il processo diventa insostenibile.
Biogna valutare molto bene, fare un’attenta analisi costi/benefici
"Mi piace"Piace a 1 persona
lionelheart70 pulisciti la bocca prima di parlare di superbonus, come te lo devo dire? Vai su edilportale il portale specifico per gli addetti ai lavori e leggiti cosa dice la federazione europea delle aziende edili , poi leggiti cosa dice l’associazione dei commercialisti.ed infine fai il lavoro per cui ti pagano .saluti
"Mi piace""Mi piace"
I cazzari green wash
"Mi piace""Mi piace"
Le pompe di calore senza pannelli sono stufette elettriche! E l’elettricità la produciamo per la maggior quota con gas e carbone, meno del 30% della produzione elettrica nazionale è di derivazione rinnovabile e arrivare al 100% h 24 è tecnicamente impossibile a meno di dotarsi di sistemi di accumulo o di pompaggio misto idroelettrico per cascata. Insomma senza pianificazione, sovvenzione e controllo, senza filiere e senza razionalizzazione è l’ennesimo salasso ai danni dei cittadini….a pensar male, servirà a far deprezzare il patrimonio immobiliare nazionale per permettere ai fondi di appropriarsene, speculando e svuotando di ricchezza gli italiani che hanno da sempre investito sugli immobili come bene rifugio.
Dalla sovranità nazionale alla sovranità internazionale in salsa Green.
"Mi piace"Piace a 2 people
Chissà come mai nei discorsi “green” ci si dimentica sempre di menzionare gli allevamenti intensivi tra i più giganteschi produttori di CO2 (oltreché di cose terribili e torture ad animali, anche di SARS, ossia di malattie di origine zoonotica come il CoVid, cosa che ho sentito dire UNA SOLA VOLTA dal professor Massimo Galli a Accordi e Disaccordi nel giugno 2021) che la pompano in atmosfera come se non ci fosse un domani. Nel produrla è sempre colpa delle auto, delle case, di tutto fuorché della produzione non solo dei trasporti (dalle navi agli aerei usati per portarci gli spilli dalla Cina, ma anche per mandare i leader in giro alle varie conferenze internazionali o, localmente, alle proprie case in vacanza) ma anche e soprattutto di energia elettrica generata tramite sistemi che bruciano comunque fonti fossili (d’altra parte se provano a fare dighe come nel Vajont, poi crollano e come per il ponte Morandi nessuno paga). Comunque, ci svegliassimo domattina con un’automobile elettrica in garage per miracolo, non ci sarebbe comunque energia elettrica sufficiente in rete per alimentarle tutte. Salterebbero i “contatori nazionali”, insomma. E questo vale adesso da Roma verso nord. Figuriamoci da Roma verso sud… Mi sembran solo discorsi fatti “tanto per“… Mah, sbaglierò io, che in fondo non ne so nulla.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Tocchi un tasto dolente, purtroppo.
Hai ragione nel dire che gli allevamenti intensivi sono responsabili di buona parte delle emissioni; così come di essere veicoli di infezioni; torture sugli animali a parte che riguardano le persone e non l’ambiente; ancorche riprovevoli s’intende.
Il fatto è che gli allevamenti e l’agricoltura intensiva servono per sfamare una popolazione mondiale in costante e continuo aumento.
Ricordiamoci che stiamo parlando di quel settore economico che vien definito primario.
Abbandonare queste tecniche significa o rischia di significare FAME.
Sulla diga del vajont ti ricodo che quella diga serviva per produrre energia idroelettrica , considerata giustamente tra le fonti più green in assoluto anche se la diga ha un impatto ambientale non da poco.
Però essendo un’opera duratura ( non lo fu quella del Vajont) l’ambiente ha modo di adattarsi alle mutate situazioni.
In Italia tutto quello che si poteva sfruttare in termini di energia idroelettrica è stato sfruttato; nei pressi di Piacenza, sul PO c’è una centrale idroelettrica equipaggiata con turbine Pelton che sfrutta salti d’acqua di 1 m; il nulla praticamente, più di così.
L’energia elettrica per le vetture e per altro si può ottenere, tutto è fattibile; basta avere la volontà di farlo, si spera nel migliore dei modi possibili, facendo attente valutazioni sugli aspetti finanziari, tecnici e di prospettive future.
In breve pensa a quello che fa ( dice più che fa, lui non fa na cippa) Salvini, fai il contrario e sei sulla strada giusta
Non mi soffermo sui trasporti dalla Cina o da altrove; discorso molto lungo.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Non son d’accordo su un fatto. Siamo tanti, troppi (solo trent’anni fa, che avevo 26 anni, si era credo la metà, sui 4 miliardi, a naso), ma non è mangiando animali che ci salveremo. È proprio il contrario. È solo (e dico UNICAMENTE) con l’uso di vegetali, eventualmente trasformati anche industrialmente, non lo nego, che semmai (SEMMAI) ci “salveremo”. È proprio un circolo vizioso che non ha termine. Puoi aumentare di dieci volte gli allevamenti intensivi (ma anche i non-intensivi), ma non basteranno mai. E questo lo ripeto, al netto delle malattie che ne dervano inevitabilmente, dell’inquinamento delle acque e dell’aria, oltre al disboscamento per far spazio alle monocolture di piante che servono, udite udite, per SFAMARE gli animali dei suddetti allevamenti (e non, come andava di moda qualche anno fa su tutti i social dire, per permettere ai vegani imbecilli di mangiarsi la quinoa o la soia) . RIpeto, è un circolo vizioso. Io non sono stupido, capisco che per come siam messi oggi, i soldi e il profitto servano a mandare avanti la baracca, non è che si possa smettere di colpo di guadagnare da certe “filiere” (come capisco anche che non si possa OBBLIGARE qualcuno a SMETTERE di mangiare carne e pesce, cioè animali – anche il pesce sanguina, eh? Il “trucco” sta tutto nel fatto che non lo sentiamo urlare – perché è una cosa culturale che abbiamo imparato da generazioni), però si potrebbe (per me “dovrebbe”) spiegare e far capire a tutti meglio che gli animali trucidati e fatti a pezzi con macchine – sì, perché non possiamo che usare sistemi industriali per ucciderli e farli a pezzi, dato che umanamente non ce la potremmo fare in termini numerici e di produttività per carenza di tempo fisico e di manodopera, dico – siano esseri senzienti che soffrono e che ci danno cibo contaminato dalla loro paura. E dalle loro malattie. È semplicissimo. Basterebbe poco, ma nulla, pace. Come per tutto il resto, facciam finta di niente. Un giorno ci sarà da pagare un conto, molto salato, e indovina chi lo pagherà… Per ora godiamoci le SARS…
"Mi piace""Mi piace"
É bello leggere le buone intenzioni degli ocologiati che si ecologia ne capiscono meno di niente, per fare batterie per una macchina vanno lavorate 250 tonnellate di materiali,
"Mi piace"Piace a 1 persona
ecologisti
"Mi piace""Mi piace"
Ritengo che il sostegno alimentare andrebbe razionalizzato e regolamentato: non è sostenibile mangiare proteine animali.
Io con grande sacrificio ho eliminato carne e pesce.
Ancora non del tutto i latticini, ma è il mio obiettivo prossimo.
Penso che gli allevamenti intensivi di animali (carne e pesce) siano quanto di più suicida possa esserci per la specie umana (atomica esclusa naturalmente).
"Mi piace"Piace a 1 persona
Esattamente, l’hai detto. NON È SOSTENIBILE. Un regime a base vegetale lo sarebbe infinite volte di più, senza contare come dicevo, il fatto che da tofu marcio difficilmente si sviluppano pandemie. Si diceva che “ne usciremo migliori”, ma non lo siamo diventati. Semmai il contrario. Abbiam vissuto la pandemia con l’idea che sia stata una cosa unica, un evento unico. Invece di questo passo ne susseguiranno svariate. Ma in fondo che ci frega? Oggi possiamo stare tranquilli a farsi pippe giganti sull’escalation nucleare. Dai, che bello, no?
"Mi piace""Mi piace"