“Ilaria Salis non è certo una mammoletta, ma non le affiderei l’educazione dei miei figli”, ha detto Italo Bocchino a “Dimartedì”. Che tipo di insegnante ha in mente, quindi? Sarebbe stato meglio se la donna avesse abbassato la testa di fronte a Viktor Orban (e ai nazisti)? Viene da chiedersi: chi affiderebbe l’educazione dei propri figli a Bocchino?

(di Ottavio Cappellani – mowmag.com) – Il Bocchino chiarisce molte cose. Il nuovo mito al quale si ispira la destra? La “mammoletta”. W la mammoletta. Tutti mammolette, a destra. Altro che ardori e schiene dritte: a destra cercasi disperatamente mammolette! Italo Bocchino supera a sinistra Giorgia Meloni. È lui l’ex “fuanista” che vogliamo: amante delle “mammolette”. “Ilaria Salis non è certo una mammoletta, non le affiderei l’educazione dei miei figli”. Niente “squadrismi” per Italo Bocchino: che orrore, che indignazione, da parte dell’ex direttore del Secolo d’Italia, di cui fu anche condirettore Giorgio Almirante, già capo redattore de “La Difesa della Razza”, che magari gli ebrei non li picchiava, ma li invitava gentilmente a prendere i treni della deportazione (che arrivavano sempre in orario). Certo, certo, ci fu la svolta di Fiuggi, certo, certo, ora anche Giorgia Meloni dice parole chiare sul nazifascismo, ci mancherebbe. Ma la rivisitazione della “mammoletta” è una novità lanciata da Italo Bocchino a Di martedì. Come la vuole, Italo Bocchino, la maestra per i suoi figli? Ohibò, ma non c’è dubbio: una mammoletta. “Ilaria Salis non è una mammoletta, non la vorrei come insegnate dei miei figli” Perché la Salis è una insegnante di scuola elementare che ha avuto l’ardimento (uh, che brutta parola per la destra, “ardimento”) di prendere, forse, a legnate due manifestanti di estrema destra. Ha avuto il coraggio, in ceppi, di dire no a un patteggiamento di undici anni undici per avere procurato lesioni “guaribili in sette giorni”. E che si fa così? E che non si deve calare la testa a Orban – come fa parte della destra? W le mammolette contro Orban! Quelle sì che sono buone maestre per i figli di Italo Bocchino: “Dimmi, bocchinino, cosa fai se sei di fronte a Orban?”, “Obbedisco, signora maestra!”.

Chi scrive ha sempre un po’ pensato che i fascisti siano sempre state mammolette di fronte al Duce. Uomini chini a un altro uomo, così chini da fare pensare a una sorta di omosessualità repressa: “Ah il corpo del Duce! Signora mia!”. Ma adesso, dopo il Bocchino, mi viene quasi la certezza: la “mammoletta” come ideale dell’uomo di Destra. Ora, sì, c’è da capire se Italo Bocchino ritiene “non mammolette” solo quelli che pigliano a calci in culo i rappresentanti di estrema destra, o se il ragionamento è valido anche al contrario: dica l’esaminando Bocchino se ha tolto il saluto a chiunque abbia partecipato ad azioni squadriste, o anche a semplici risse universitarie, di destra. Perché altrimenti si corre il rischio di condannare chi prende a legnate gli estremisti di destra (ove la Salis lo avesse fatto, ben s’intende) e di giudicare come “compagni che hanno sbagliato” gli squadristi fascisti o ex fascisti o fuanisti. Bocchino sta diventando comunista? Non lo sappiamo. Ci interessa poco. Quello che ci preme è che dopo la svolta di Fiuggi, dopo le chiare e ferme parole di condanna di Giorgia Meloni contro il nazifascismo, ci voleva un chiaro, esemplare, archetipico Bocchino. Che tra le altre cose si domanda: “Cosa volete dire ad Alessandro Giuli direttore del Maxxi? (Che non ne capisce di musei?). Cosa volete dire a Pietrangelo Buttafuoco alla Biennale di Venezia? (Che avevano appena fatto vedere le parole dello stesso sul negazionista dell’Olocausto Claudio Mutti?). Altro che “amichettismo” (lemma al quale siamo sempre grati a Fulvio Abbate), da ieri siamo ufficialmente entrati nell’era della “mammoletta” di Destra.
P.S. Tra l’altro, non ce ne voglia Giovanni Floris, ma la notizia di un libro “bloccato” da Buttafuoco è di Dagospia. L’individuazione del libro, sotto altro titolo, della prefazione di Buttafuoco, e della casa editrice Effepi è di MOW: la correttezza della citazione del lavoro altrui dovrebbe essere un principio del giornalismo “impegnato” se no si chiama “scippo” e a Floris con la vespetta che ruba la borsetta a Dagospia e a MOW mi fa ridere molto.
In un duello TV tra Mr. Fellatio e Pubble, questa se lo mangerebbe in insalata senza nemmeno masticarlo.
Giuro selennemente che se Pubble si candidasse alle politiche… la voterei per tutta la vita. Augh, ho detto!
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Una volta quelli che pistavano di botte nazisti e fascisti appendendoli per i pedi li chiamavano partigiani e uno di loro è stato pure l’ ultimo grande presidente della repubblica.Adesso gli mettono i ceppi a mani e piedi e vrangate ti politici ¢azzari e nullafacenti gli sputano addosso.E’ proprio un mondo al rovescio , l’ è tutto da rifondare.🤔
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Forse Bocchy ha un’altra idea di cosa debba essere una donna:
La quale, per inciso, è stata l’amante di Italo B. che ad un certo punto si vantava che lei senza di lui non spiccicava parola.
PARLA GABRIELLA BUONTEMPO, EX MOGLIE DI BOCCHINO
«Italo mi tradiva senza rispetto
La Carfagna? Tre anni di dolore»
Fino al 15 marzo a Mara scriveva tutto lui, poi mi diceva: guarda che cosa le faccio dire. Secondo me quello che dice la Began è tutto vero. Ma lui è stato ingenuo e machista
«Per me è stata una grandissima storia d’amore. Ma devo ammetterlo: non lo riconosco più». …
…I «fatti», come li chiama lei, sono le notizie apparse sui giornali quest’estate. Protagonista il suo ex marito, il vicepresidente fli Italo Bocchino, in compagnia di amiche bionde o brune. Fino al paparazzato gossip: quel weekend a Ravello del «nemico» politico del premier con Sabina Began, nota come «l’Ape regina» di Silvio Berlusconi, e animatrice delle feste di Arcore. …«Ho due bambine, e non posso permettere che pensino che questo è il modello femminile di riferimento. Devo tutelare la dignità di Antonia ed Eugenia».
Che cosa l’ha infastidita, quest’estate?
«Gli lascio le bambine, che vogliono stare con lui, padre splendido. E lui che fa? Si porta una signora bionda nella nostra casa di Panarea o sulla barca. Assurdo».
Poi c’è stato l’«affaire» Began. Bocchino ha parlato di «una trappola», di una «macchina del fango».
«Non credo. Credo invece sia tutto vero, come dice lei. Vero che lui le ha chiesto il numero di telefono, vero che l’ha invitata, vero che sono andati a Ravello con l’auto blu…».
«Italo ha peccato di grande ingenuità. Ma lei si è dimostrata una ricattatrice. Mi fa tristezza che gli uomini, non solo mio marito, si lascino irretire da oche del genere».
«Sì, mi sento molto vicina alla sua situazione. Perché la sbandata per una migliore di te la accetti. Però se vieni tradita con una che, per stessa ammissione di tuo marito, è una nullità, beh, è dura. Si può tradire con rispetto. Invece lui mi ha messo in bocca a tutti».
E quest’estate?
«Ma no, quest’estate mi sono infuriata solo per le mie figlie. Non parlerei di dolore.
Quello c’è stato quando ho scoperto che mi tradiva con Mara Carfagna. Quante bugie mi diceva. Ma il problema non è lei. Il problema è lui. Perché lei, poverina, è quello che è. Infatti dal 15 marzo è scomparsa. Non sa che dire: le scriveva tutto Italo. Non sa parlare in italiano. Usare soggetto verbo e predicato».
Cosa gli piaceva della Carfagna?
«Intanto è piaciuta a tanti… Ha una bella presenza. Ci sono persone con cui trascorri una sera, fai quello che devi fare… Italo la usava come un giocattolo. Me lo diceva lui: guarda cosa le faccio dire. Mi ha mandato decine di lettere in cui mi dichiarava che per lui, lei non contava nulla. Ci siamo scontrati tutti i giorni, per tre anni. Ho resistito. Ma poi quando alle Regionali lui le ha portato tutti quei voti, e lei ha dichiarato di essere un soggetto politico, beh, l’ho trovato mostruoso, proprio come donna. Mi sono incazzata, pur non essendo mai stata femminista. Tra l’altro Italo ha continuato a tradirmi non solo con la Carfagna ma anche con altre che non mi dicono per carità cristiana. Anche se io ho intuito».
«Mi arrabbiai. Perché il problema non è solo la Carfagna, ma il messaggio che si manda con quelle deputate elette solo perché carine, frequentatrici di feste o perché hanno concesso dei favori. Questo velinismo machista l’ho sempre contestato».
Angela Frenda
16 settembre 2011 13:33 (Corriere.it)
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L’insegnante perfetto per l’educazione dei figli di Bocchino è certamente il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, condanna e relativa detenzione per spaccio, uso di sostanze stupefacenti, amicizie giovanili nell’eversione neofascista che ha provato ad “educare” per 30 anni gli italiani con un programma didattico esplosivo , uno dei docenti è diventato meritoriamente portavoce del presidente della regione Lazio! Mentre all’ educazione per avviamento al lavoro dei pargoli ci pensa invece direttamente papà, indagato e rinviato a giudizio per traffico di influenze nel caso Consip, ovviamente innocente fino a sentenza definitiva, perché in Italia siamo garantisti per la corruzione, ma intransigenti con chi mena i neonazisti…..Con la nuova riforma della giustizia Nordio non si va neppure a processo per depenalizzazione del reato e le intercettazioni, dove al tempo l’ex parlamentare di AN indicava ad Alfredo Romeo quando e come pagare, non sono pubblicabili dai giornalisti , quindi tutti puri come gigli di campo….Ilaria Salis non è una mammoletta, mentre loro sono gligli di campo, come storia insegna , e questo è il principio educativo da apprendere frequentando “l’ oratorio” di Acca Larentia, dove anche la memoria delle vittime ha una funzione celebrativa del Fascismo , passato, presente e futuro ed i figli devono imparare presto ad essere fascisti cui tutto è consentito!
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