
(Raffaele Pengue) – Siamo a tre anni dall’insediamento del sindaco di Guardia Raffaele Di Lonardo e della sua giunta. Il programma elettorale del candidato Di Lonardo si intitolava “Il Cambiamento”. Purtroppo molti degli annosi problemi di Guardia sono rimasti irrisolti e altri se ne sono aggiunti, con iniziative controverse di cui non si faceva parola nel programma per il mandato amministrativo 2020-2025. E i cittadini spesso giudicano l’amministrazione sulla base di quanto possono constatare direttamente: il degrado e il traffico per strada, i servizi che non funzionano, le incompetenze dei suoi protagonisti (sindaco e assessori in testa). E il sindaco di tutti, e al di sopra di tutti, pare assente, impalpabile, inutile. Ma la vera faccia di un’amministrazione si può vedere in quegli atti che pochi leggono o riescono a decifrare, inaccessibili o nascosti nei meandri del sito istituzionale, i cui effetti spesso sono visibili quando sono ormai irreversibili: regalie, favori, mandati, ecc… Decisioni di cui spesso è difficile rintracciare l’interesse pubblico, che scivolano progressivamente dalla pianificazione in funzione di obiettivi generali allo stillicidio di concessioni “caso per caso” alle ragioni del consenso elettorale e della rendita, a cui spesso si aggiunge il ricorso a poteri inventati che possono derogare a normative poste a tutela dell’interesse pubblico, della decenza, persino della sicurezza e della salute dei cittadini. E che coprono con una cortina di opacità interventi anche decisamente impattanti. Come ad esempio il prolungamento di via Parallela (uno scempio in bella vista, di cui abbiamo già parlato e continueremo a farlo). O come la “strettoia” della Portella, con le sue abitazioni fatiscenti (a rischio di ulteriori crolli, come da foto allegata).
L’unica novità di questi tre anni è che la vita politico-amministrativa di Guardia ha sicuramente un punto in comune con quella che l’ha preceduta e questo punto in comune è il suo insuccesso. Iniziative importanti e significative per il rilancio della comunità non vengono attuate e fatte proprie per becero egocentrismo. Così infatti come da vent’anni almeno non si registrano nella comunità significativi passi in avanti nella direzione dello sviluppo e della modernizzazione. Se esiste una differenza dal decennio panziano, questa è rappresentata solo dal tentativo di mascherare l’insuccesso, di nasconderlo all’opinione pubblica guardiese, di farlo apparire come successo, come novità riformatrice dopo una lunga storia di fallimenti. Gli stessi progetti del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza lasciano spazio soltanto a pressapochismo ed improvvisazione, e non vi è nessun segnale che possa confortare i guardiesi. Non vi è nessun cenno della rigenerazione urbana, del sistema idrico fatiscente, della mitigazione del rischio idrogeologico, della difesa del suolo. Nulla di nulla. Una calma piatta rotta solo dagli annunci sui social dell’assessore e già sindaco Carlo Falato (che quando scompare, succede immancabilmente che nessuno se ne accorge) sul campanile dell’Annunziata e dai proclami roboanti della minoranza che una volta di più ha dimostrato che non è finito il tempo del populismo e della demagogia.
“Miseria e nobiltà” è il titolo del più celebre film di Totò ed è riferito a Napoli, ma i guardiesi pian piano si stanno accorgendo che oggi si può benissimo applicare a Guardia. Mi riferisco a quel mix tossico di opulente bellezze e fetido abbandono, che, partendo proprio dalla “strettoia” della Portella, trovi girando nel centro storico di Guardia non toccato minimamente dalla “Grande Bellezza” di panziana memoria e dalle generose mani degli ospiti americani. Stradine luride e dissestate che fanno da vetrina a un paese abbandonato a sé stesso. Già, perché il fallimento del sindaco e della giunta è ormai sotto gli occhi di tutti. Non c’è giorno che, in maniera puntuale e inesorabile, Guardia non sia interessata da notizie di lamentele da parte di cittadini che danno la dimensione del fallimento amministrativo di un Sindaco e di una giunta ormai arrivati al capolinea. Come cittadini siamo dispiaciuti e rammaricati di questa evidente inadeguatezza mista all’evidente incapacità che ormai dovrebbe consigliare a quest’amministrazione di fare un passo indietro come atto di rispetto del proprio elettorato e della comunità intera. Perché anche ai più fiduciosi e ai più ottimisti tra i guardiesi appare chiara la mancanza di una strategia e di una visione per la comunità, guidata da una amministrazione che in tre anni non ha saputo mettere insieme nemmeno uno straccio di progetto con l’insipienza e l’ignoranza di una giunta che ha avuto un solo “merito” e cioè dimostrare la sua inutile ed eccessiva arroganza e prosopopea. Insieme ad un comportamento amministrativo caratterizzato da una vera e propria miseria morale. Un fallimento caratterizzato da chiacchiere e inutili promesse, ormai scadute, e dal totale disinteresse rispetto alle vere emergenze della comunità. A questo punto bisogna prenderne atto e farsene una ragione. E quindi sollecitare un passo indietro e rimettere il mandato nelle mani del Prefetto Torlontano o fare mea culpa e richiedere supporto ed aiuto visto l’approssimarsi dei Riti. Altro non intravediamo se non una fine ingloriosa e pericolosa per Guardia e i guardiesi.