(Raffaele Pengue) – Gli storici chiamati fra cent’anni a raccontare la Guardia del 2023 si arrenderanno subito, in preda a terribili emicranie, e cederanno il passo agli psichiatri. Solo un esperto in patologie mentali potrà infatti tentare di spiegare quello che succede nel nostro manicomio quotidiano. Se non fosse una situazione reale e per alcuni aspetti drammatica, potrebbe essere una simpatica barzelletta, anzi, se fosse un film, anziché la vita quotidiana di alcuni cittadini di Guardia Sanframondi, sarebbe una strepitosa commedia all’italiana. A episodi.

Primo episodio. Dopo ventitré anni passati a spiegare alle varie amministrazioni che i cittadini di cui sopra nell’anno domini 2023 ancora non dispongono di servizi e sottoservizi essenziali (strada, fognature, acqua, metano, ecc…) e poi a scuotere il capo perché quelli che la sanno lunga e che – disgraziatamente – amministrano la comunità (la peggior sciagura per Guardia dopo i Carafa di Maddaloni), non solo non capiscono niente e sono chiaramente incompetenti, ma non spiegano neanche che se dipendesse da loro, l’attuale situazione andrebbe avanti per altri 23 anni. Una mina vagante, una minaccia; che i geni di cui parliamo se la sognano ancora la notte… A proposito, visto che fra poco è il giorno dei morti, per tirarci su, propongo un pensierino per loro, oggi opportunamente scomparsi dal luogo del delitto: dicesi scomparso chi ebbe solo vita apparente.

Detto ciò, ragazzi (per modo di dire), ma non vi accorgete che vi state coprendo di ridicolo molto più del solito, perché lo capisce anche uno scemo che quello che oggi state realizzando in via Parallela (prolungamento) è soltanto per motivazioni… elettorali. Noi, per carità, non crediamo a certe cose. Infatti, appena sopita, per manifesta demenzialità di siffatti personaggi, noi, seppur terrorizzati dal sinistro presagio non cadiamo in preda della frenesia e della mancanza di lucidità. Aspettiamo fiduciosi la giornata di domani e il responso del nostro legale.

Secondo episodio. Terrorizzati dalla conferma della loro stupidità e siccome poi la madre dei cretini è sempre incinta, quelli che la sanno lunga a loro parziale discolpa si concentrano su altri aspetti, ovviamente negativi anzi nefasti, per i cittadini di cui sopra: “Intanto stendiamo un velo di asfalto, soddisfiamo le lamentele dei nostri amici (elettori), che importa se una volta terminata Luca Abete per ridurre le spese dovrà cercare casa nel centro storico di Guardia, per il resto abbiamo altri 23 anni di tempo”. Oh bella: ma, se uno asfalta un tratto di strada, si suppone che prima abbia almeno provveduto a livellarla, a dotarla di sottoservizi, dunque solo successivamente la può asfaltare. Macché! Ma questo è il meno: il guaio è che i nostri geni dicono che per realizzare l’opera soldi non ci sono, o sono scarsi (come se un comune fosse un negozietto e potesse affiggere il cartello: “Per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno”); e gli appaltatori (cui va tutta la nostra solidarietà) vogliono essere pagati. E a quel punto i cittadini di cui sopra avranno due strade: o combattere finalmente l’illegalità e il clientelismo; o abolire Guardia. E visto che la seconda strada è più complicata, viva gli avvocati.